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Cgil, area “28 aprile” via alla fase costituente

Ieri l’assemblea a Roma. «Lotta alla precarietà»

(13 Giugno 2006)

La proclamazione ufficiale ci sarà a fine luglio nel corso del direttivo nazionale, ma la nascita di una nuova area programmatica in Cgil è ormai cosa fatta. Nascerà da quella “Rete 28 aprile” che ha tenuto un atteggiamento fortemente critico prima e dopo il XV congresso della Cgil.

Ieri, all’auditorium di via Rieti a Roma più di duecento sindacalisti e rappresentanti sindacali hanno dato l’avvio a un processo che nelle previsioni di Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Cgil, dovrà durare almeno un anno. Il tempo, insomma, di fare le necessarie assemblee di base e di farsi conoscere nei luoghi di lavoro e nella società civile. Questa area nasce con una impostazione completamente nuova rispetto alle precedenti esperienze. Primo, per il carattere dichiaratamente aperto. «Prenderemo decisioni con il metodo del consenso», sottolinea Giorgio Cremaschi rivolgendosi «a tutti gli iscritti alla Cgil». «Questo vuol dire che se non ci sarà accordo su un punto, quel punto verrà momentaneamente archiviato». Secondo, perché fa della lotta alla precarietà il fulcro della sua azione. E’ su questo punto, del resto, che già da diversi mesi con tutti i sostenitori delle “Tesi alternative” c’è un dialogo fitto fitto. Prossima scadenza, alla quale parteciperà anche una parte del sindacalismo di base, l’8 luglio con una iniziativa a livello nazionale. Oggi stesso ci sarà la proclamazione ufficiale. Quando dal palco è partita una pesante critica all’accordo Atesia in sala c’è stato un lunghissimo applauso.

«L’attacco alla precarietà viene da una spinta di fondo del sistema delle imprese - sottolinea Cremaschi - che vogliono mano libera su orari e condizioni di lavoro». Ma la “Rete 28 aprile”, rete di nome e di fatto, è pronta a dare battaglia anche sui temi del salario e del reddito, sostenendo la raccolta delle firme per una legge su un adeguamento automatico delle buste paga; e sulla democrazia sindacale, «un punto già dimenticato dalla Cgil dopo il gran parlare che se ne è fatto al quindicesimo congresso».

Un’altra parola chiave di questa nuova fase nella vita del sindacato è “indipendenza”. Se ne è parlato molto nel corso del congresso della Cgil, ma alla fine quel che conta sono le pratiche. E dall’aria che tira l’indipendenza non sarà particolarmente valorizzata. «Se il governo fa la manovra bis contro i lavoratori - annuncia Cremaschi - dobbiamo scendere in lotta».

All’assemblea nazionale della “Rete 28 aprile” è intervenuto anche il segretario della Fiom Gianni Rinaldini. Il segretario generale della Fiom ha focalizzato l’attenzione sulla mancanza in Cgil di una discussione seria sulla crisi della rappresentanza sociale. «Crisi su aspetti fondativi del sindacato», sottolinea Rinaldini, che ha rifiutato in blocco la riproposizione di uno schema concertativo tipo quello del ’93. «E’ una strada non percorribile», ha detto. «Semmai - ha aggiunto - può esserci il confronto su singole questioni». In questo ambito, ha concluso Rinaldini, vanno favorite iniziative di mobilitazione, «senza escludere una iniziativa nazionale». Anche Rinaldini ha sottolineato l’importanza del tema della democrazia. «Il sindacato è autonomo se è in grado di essere indipendente e democratico»; e con un grado di democrazia non optional ma «integrale». Prossimi appuntamenti sono nei territori, nelle principali regioni dove si terranno attivi. Se la situazione dovesse precipitare, nel senso di un nuovo patto sociale, l’assemblea della Rete 28 aprile è pronta a riconvocarsi. Tra gli altri, hanno aderito a questa prima fase costituente, Franco Grisolia e Walter Tanzi, della Cgil Lombardia.

Fabrizio Salvatori Liberazione 13 Giugno 2006

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