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Memorandum d’intesa tra Governo e CGIL CISL UIL

Obiettivi e linee di una revisione del sistema previdenziale

(4 Ottobre 2006)

1. Le riforme introdotte a partire dagli anni ’90 hanno permesso di realizzare un sistema previdenziale pubblico in grado di assicurare equità sociale. Tale sistema include meccanismi volti a garantire la sostenibilità finanziaria nel lungo periodo. Il sistema che si andrà consolidando si basa sul principio contributivo che assicura ai lavoratori ed alle lavoratrici flessibilità e incentivazione. E’ strutturato con un primo pilastro pubblico a ripartizione, che eroga la prestazione pensionistica per tutti i lavoratori e le lavoratrici, e un secondo pilastro a capitalizzazione ad adesione volontaria, che eroga una prestazione pensionistica integrativa di quella pubblica.

2. Pur in presenza di risultati significativi conseguiti con il processo di riforma degli anni ’90 alcune importanti problematiche non hanno ancora trovato soluzione. Oggi occorre avviare, con le opportune gradualità – soprattutto nella fase di transizione verso l’assetto finale – specifici interventi al fine di completare il processo di riforma della Legge 335/95 assicurandone la sostenibilità finanziaria. In tale contesto occorre, in particolare, migliorare il sistema pubblico, soprattutto per ciò che riguarda il rapporto tra generazioni.

3. E’ di fondamentale importanza la definizione e la realizzazione di una qualificata ed efficace politica negli altri campi del sociale: servizi sanitari e assistenziali per gli anziani; prestazioni di integrazioni al reddito e di contrasto alla precarietà; sostegni per i cittadini in condizioni di disagio. Tutto ciò è legato al reperimento di risorse capaci di garantire tali interventi.

4. Il completamento del processo di riforma terrà conto del cambiamento del quadro demografico ed economico determinatosi dopo al riforma del 1995. Il forte aumento dell’aspettativa di vita e la flessibilità e precarietà del mercato del lavoro hanno determinato condizioni nuove che si riflettono sul sistema previdenziale.

5. Questi elementi fanno emergere una molteplicità di problemi che richiedono soluzioni diverse. L’aumento dell’aspettativa di vita sollecita soluzioni che diano la possibilità di continuare a svolgere un’attività di lavoro. Ciò richiede una coerente politica articolata su molteplici piani: lavoro part-time, formazione, un mercato del lavoro meno ostile ai lavoratori più anziani ect. Tutto ciò nell’ambito di un sistema pubblico strutturato con la regola del pensionamento flessibile, idonea ad incentivare la prosecuzione volontaria dell’attività lavorativa di uomini e donne.

6. Il consolidamento del sistema previdenziale italiano può far beneficiare il Paese della maggiore forza di lavoro secondo gli obiettivi dell’agenda di Lisbona (giovani, donne, immigrati e prolungamento della vita attiva tenendo conto delle attività maggiormente usuranti). Deve conseguire contemporaneamente più obiettivi:
- assicurare l’equità sociale e la sostenibilità finanziaria;
- migliorare le prospettive per i giovani sia a breve che a lungo termine;
- garantire a tutti gli anziani pensioni di importo adeguato;

7. E’ decisivo che in Italia decolli la previdenza complementare; nonostante vari interventi legislativi, il ruolo dei fondi di pensione a capitalizzazione resta modesto. Uno sviluppo strutturale e su larga scala della previdenza complementare, a partire dalla contrattazione collettiva, contribuisce a fornire adeguate condizioni reddituali alle future generazioni di pensionati. Tale sviluppo passa necessariamente per l’utilizzo volontario del flusso di contribuzioni ora accantonate per il trattamento di fine rapporto.

8. Il completamento del processo di riforma sarà attuato in coerenza e in parallelo con lo sviluppo di altre componenti dello stato sociale che in Italia non sono ancora abbastanza sviluppate: tra queste, in particolare, le politiche assistenziali e gli ammortizzatori sociali. La revisione deve essere coerente con interventi riguardanti il mercato del lavoro. Occorre a) dare sostegno ai giovani nella fase iniziale dell’attività lavorativa, in cui la flessibilità e la precarietà ampiamente diffuse possono determinare carenze contributive, e b) agevolare i lavoratori anziani dando loro la possibilità di forme di lavoro volontarie e flessibili.

9. Il completamento del processo di riforma avverrà secondo le seguenti linee guida:

a) (Sistema contributivo) Sostenibilità del sistema pensionistico nel medio e nel lungo termine, che richiede la piena applicazione del regime contributivo e il rafforzamento di criteri che legano l’età di pensionamento all’importo della pensione tenendo conto della dinamica demografica ed economica e salvaguardando la flessibilità nell’accesso alla pensione in aderenza al principio introdotto dalla Legge 335/95;

b) (Sistema retributivo) Aumento della possibilità di scelta basato sulla flessibilità dell’età di pensionamento, incentrato su misure che favoriscano l’allungamento della permanenza nel mercato del lavoro;

c) Rimozione delle restrizioni all’attività lavorativa degli anziani superando il divieto di cumulo;

d) Ricerca di soluzioni volte ad assicurare ai pensionati trattamenti di importo adeguato (rivalutazione dei trattamenti in essere, revisione del requisito minimo di pensione a calcolo, potenziamento delle forme di solidarietà nel sistema previdenziale);

e) Pieno decollo della previdenza integrativa per tutte le categorie dei lavoratori, inclusi i dipendenti pubblici;

f) Estensione delle tutele sociali e contributive dei giovani con occupazione precaria e discontinua;

g) Completamento dell’armonizzazione del sistema contributivo per le varie categorie di assicurati;

h) Superamento dei privilegi ancora esistenti all’interno del sistema pensionistico;

i) Avvio di un processo di riordino e razionalizzazione degli enti previdenziali;

j) Rafforzamento del contrasto all’evasione contributiva anche attraverso l’estensione del Documento Unico di Regolarità Contributiva e dei Servizi ispettivi.

Il Governo e le OO.SS si impegnano ad aprire a decorrere dal primo gennaio 2007 un confronto sulle tematiche oggetto del memorandum, con l’intento di giungere a un accordo entro il 31 marzo dello stesso anno.

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