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Sasà Bentivegna, Partigiano

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(3 Aprile 2012) Enzo Apicella
E' morto ieri a Roma Rosario Bentivegna, che nel 1944 prese parte all’azione di via Rasella contro il Battaglione delle SS Bozen.

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La vera memoria del generale Pinochet

(12 Dicembre 2006)

La morte del generale Pinochet non può essere valutata, anche dal nostro punto di vista, come quella di un qualunque dittatore sanguinario che ha infestato, tra i tanti, la plaga desolata dell'America del Sud.

Pinochet ha , sicuramente, impersonificato questa parte, ha diretto l'assalto alla Moneda, ha sovrainteso alle carcerazioni, alle sparizioni, alle sopraffazioni degli oppositori: ma è stato qualcosa di più.

Pinochet ha rappresentato, con la sua particolare presa del potere (non che in America Latina non ci fossero già stati “golpe” eterodiretti dagli USA: anzi) un momento di svolta, nella strategia del soffocamento delle istanze di libertà e di giustizia che provenivano dal profondo del sub-continente americano.

Il Cile, infatti, a quell'epoca, fu preso a bersaglio non soltanto perché il governo socialista di Allende (tra grandi contraddizioni e difficoltà) stava procedendo verso la strada dell'eguaglianza sociale, ma come sede del primo grande esperimento neo – liberista su scala internazionale, che spezzò la spirale socialdemocratica ed aprì la strada alla stagione segnata dal reaganismo e dal tachterismo.

Quella strada fu tracciata dall'applicazione delle teorie economiche dei cosiddetti “Chicago – Boys” guidati da Milton Friedman (e davvero mi hanno fatto un po' impressione certe discussioni sorte, qualche tempo fa al momento della sua morte, fra economisti, anche di sinistra).

Il Cile si prestava benissimo a quell'esperimento, perché presentava (e presenta) particolarità ben precise sul piano della struttura economico – produttiva e dell'articolazione sociale: un'economia dipendente in gran parte dall'estrazione del rame; una morfologia particolarissima data dalla lunghezza e dalla strettezza del suo territorio appiccicato alle Ande (un territorio che, per lo scambio delle merci e delle materie prime dipende,come tutti ricorderanno, dal trasporto su gomma e, di conseguenza, dalla categoria dei padroncini di autocarro), una debolissima (in allora) struttura sociale intermedia, dovuta alle ridotte dimensioni della produzione manifatturiera, del tutto dipendente dall'importazione di tecnologia (classe operaia di fabbrica ridotta e ben circoscritta geograficamente; minatori “confinati” nelle loro miniere: combattivi, ma in grande difficoltà per esportare questa loro capacità di lotta ad altri settori del paese).

Come si vede condizioni ben diverse da quelle in cui agiscono, oggi, i governi del Venezuela e della Bolivia, verso i quali, comunque, gli USA hanno tentato, tenteranno, continueranno a tentare diverse strategie di rovesciamento.

Tornando però al Cile'73 va ricordato, ancora, come al di là delle accuse postume di estremismo il governo Allende (in una posizione di equilibrio molto precario rispetto alla logica dei blocchi imperante in allora) tentò un'operazione molto difficile di riunificazione della base sociale proletaria con i settori intermedi, in nome dell'eguaglianza e della solidarietà.

Non molto di più di una socialdemocrazia occidentale, possibile in Europa, ma pericolosissima nel continente americano per la supremazia USA: Nixon e Kissinger decisero così di chiudere quell'esperimento con la forza (e l'URSS non poté, o non volle, dedicarsi in seguito null'altro che allo scambio di prigionieri).

Ma non chiusero soltanto l'esperimento, ne imposero un altro: quello imperniato sul liberismo selvaggio, teorizzato dagli economisti cui accennavo all'inizio.

Per questo motivo, soprattutto, va ricordato il generale Pinochet: certo, come l'interprete di una feroce repressione che tutti noi ricordiamo fremendo d'orrore, ma come “Gaulaiter” di questo primo neo – liberismo, da cui sarebbe derivata la linea vincente del capitalismo di fine – secolo, i cui esiti stanno ancora pesantemente abbattendosi sulla nostra realtà, ancora oggi.

Allora: quando si pensa al generale Pinochet, e se ne assegnano le gesta all'obbrobrio della memoria, sarebbe bene pensare lucidamente anche a queste cose: primi fra tutti dovrebbero rivolgere il loro pensiero in questa direzione i dirigenti della sinistra, italiana, europea e mondiale.

Savona, li 11 Dicembre 2006

Franco Astengo

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