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Tfr e pensioni, i no di Ferrando

(2 Febbraio 2007)

Una Petizione nazionale sul Tfr e le pensioni da presentare davanti a centinaia di fabbriche e luoghi di lavoro italiani: la campagna del movimento per il partito comunista dei lavoratori è stata avviata il 20 gennaio scorso. Lo ha annunciato il coordinatore del movimento, Marco Ferrando, che inquadra l'iniziativa in un progetto politico più vasto: «Il cuore della petizione - spiega - è la richiesta rivolta a tutti i sindacati e a tutte le forze della sinistra di cessare ogni negoziato su ulteriori sacrifici (come sulle pensioni) e di unire le proprie forze attorno a una piattaforma di lotta che raccolga le domande diffuse del mondo del lavoro».

«Proprio per questo - continua il leader del movimento distaccatosi da Rifondazione comunista dopo che questa ha deciso di far parte del governo - l'iniziativa ha e vuole avere un carattere politico. Vuole tradurre i "fischi di Mirafiori" contro governo e vertici sindacali in una domanda di svolta rivolta a tutte le rappresentanze della sinistra italiana: partiti della sinistra dell'Unione, organizzazioni sindacali, associazioni popolari. Più in generale vuole sollevare l'esigenza che il mondo del lavoro e le sue rappresentanze si configurino come "polo autonomo di classe anticapitalistico", alternativo al centrodestra e al centrosinistra, sulla base di un proprio programma indipendente».

Ecco dunque che l'iniziativa sul Tfr e le pensioni, spiega Ferrando, «si colloca nel diretto contrasto con il negoziato intrapreso da sindacati e sinistre attorno all'elevamento dell'età pensionabile, e nel vasto malumore operaio che lo accompagna, tantopiù dopo l'accordo sul Tfr e la legge finanziaria appena varata».

Il movimento di Ferrando dice «no al sequestro del Tfr, a favore di assicurazioni e banche»; no all'aumento dell'età pensionabile e sì al ritorno della previdenza pubblica a ripartizione; chiede un forte recupero del potere d'acquisto di salari e pensioni; l'abolizione del pacchetto Treu e della legge Maroni (più nota come legge 30 o «Biagi»). Ancora, chiede il salario sociale per i disoccupati; l'abolizione dei ticket sanitari, per investire su scuola, sanità e pensioni; la nazionalizzazione delle aziende in crisi e la nazionalizzazione delle banche.

"il Manifesto" di martedì 30 gennaio 2007

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Commenti (1)

Al Qaeda italiana

Esiste una cellula terroristica italiana che usa la pressione psicologica per difendere meri interessi di parte. Vogliono convincerci che se non poniamo un freno alla spesa previdenziale, presto, (nel 2032 !) il il sistema non sara' piu' sostenibile. Bene ; che si cominci allora da quella dei parlamentari di cui oggi l'Espresso ha pubblicato una lista a dir poco scandalosa. Plausi all' Espresso e vergogna a tutti i componenti la lista.
Sono d'accordo col vostro articolo perche' penso che un governo di centro sinistra debba avere come priorita' l'interesse della gente comune e questo governo sembra sinceramente orientato a tutt'altri obiettivi.

(2 Febbraio 2007)

Marco Tinti

marco.tinti@libero.it

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