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Disastro ferroviario del 21 febbraio 2002: il caso in cassazione

(2 Febbraio 2007)

La Procura generale presso la Corte d'appello di Milano ha impugnato davanti alla Corte di Cassazione il proscioglimento dei cinque dirigenti di Trenitalia ritenuti responsabili del deragliamento del convoglio ferroviario che il 21 febbraio 2002 costò la vita ai due macchinisti (Carmine Senatore e Salvatore Fortunato), rimasti uccisi nello schianto avvenuto alla stazione internazionale di Chiasso.

Il sostituto procuratore generale, Salvatore Sinagra - che nel 2003 aveva avocato l'indagine del pubblico ministero comasco Simone Pizzotti per una asserita «inerzia» dell'ufficio - ha deciso di ricorrere davanti ai giudici di legittimità contro la sentenza di «non luogo a procedere» emessa dalla V Sezione nell'ottobre del 2005 - decisione che peraltro replicava quella assunta dal Gup di Como, Valeria Costi, l'anno precedente.

Gli imputati prosciolti (Giancarlo Laguzzi, Michele Mario Elia, Mario Giannarella, Antonio Laganà e Antonino Cicirello, dirigenti della Divisione cargo, di Rete ferroviaria italiana e della Direzione sicurezza) secondo il pm sarebbero comunque colpevoli di non avere predisposto, ciascuno secondo le proprie posizioni di responsabilità aziendali, le misure di sicurezza previste dalla legge sia sul convoglio deragliato (che mancava del sistema di ripetizione del segnale, meccanismo che blocca il locomotore nel caso in cui il macchinista non abbia ottemperato a una segnalazione) sia lungo la tratta internazionale tra Milano e Chiasso.

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