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(29 Aprile 2010) Enzo Apicella

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(Ora e sempre Resistenza)

25 Aprile. Diritto di resistenza. Diritto di resistere

(24 Aprile 2007)

Dalla resistenza degli uomini e donne che caddero combattendo contro il nazifascismo di Mussolini e Hitler assassini della libertà e sterminatori di popoli, nacque la Costituzione italiana. Nel dicembre del 1946, la Commissione incaricata di elaborare la prima parte della Costituzione, inserisce nel Progetto di Costituzione, il diritto di resistenza con la seguente disposizione, "Quando i pubblici poteri violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla costituzione, la resistenza all'oppressione è diritto e dovere del cittadino". La norma proposta si ispirava ad altre Carte Costituzionali, in particolare della Costituzione francese del 1946, che stabilisce: "Qualora il governo violi la libertà ed i diritti garantiti dalla costituzione, la resistenza, sotto ogni forma, è il più sacro dei diritti ed il più imperioso dei doveri". Quando nel dicembre 1947, si esamina il Progetto di Costituzione, il diritto di resistenza nel testo definitivo della Costituzione Italiana è soppresso, da parte dei liberali, repubblicani e democristiani, nonostante il voto favorevole dei comunisti, dei socialisti e degli autonomisti.
È una fase, questa, dove le spinte popolari tendono a condizionare le stesse forze di “sinistra” e la costituzione pur rappresentando le istanze borghesi risente dalla resistenza e la lotta proletaria che si era sviluppata in tutto il Paese.
Oggi, la borghesia, attraverso i suoi governi di destra e di sinistra, cerca di riprendersi quegli spazi che erano stati ottenuti dalla masse con il sacrificio e la morte. La stessa costituzione borghese, nata dalla resistenza, viene depurata da tutte quelle parti che risentivano dalla spinta popolare e svuotata ad uso e consumo della dittatura del capitale nella presente fase di sviluppo-crisi che attraversa.

Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…


Alfa di Arese: invece dei posti di lavoro, davanti ai cancelli inviano Polizia e Carabinieri in assetto da guerra, inviati lì a "difesa" degli speculatori americani dell’ L’Aig Lincoln che avrebbero dovuto assumere almeno 550 cassintegrati in base agli accordi sindacali del 2003, dopo centinaia di manifestazioni e decine di blocchi delle portinerie ….
Pestaggi invece di assunzioni. Nella giornata di venerdì 6/4/07 alcuni delegati dello Slai Cobas, che uscivano dalla portineria Est, da 3 giorni aperta e presidiata da individui appartenenti a una società comandata dagli americani dell’Aig Lincoln, sono stati da questi, brutalmente pestati, successivamente, una settimana dopo, caricati dalla polizia perché mettevano in atto un presidio.

Art. 11.
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; …


Questa disposizione, inserita nei "principi fondamentali", deriva una chiara connotazione "pacifista" del nostro Paese e quindi l'illegittimità non solo della guerra "offensiva", ma anche umanitaria, preventiva o arcobaleno.
Con oltre 8 mila uomini armati in 28 missioni militari, dai Balcani al Medio Oriente all’Africa all’Asia, l’imperialismo italiano è tornato ad essere tra i più interventisti, di nuovo a caccia di un "posto al sole" anche se oggi sotto gli ombrelli ONU, NATO, UE. Dietro le "missioni di pace", come dietro i pretesti delle inesistenti "armi di distruzione di massa", della "lotta al terrorismo", dell’esportazione della democrazia le potenze imperialistiche tra cui denunciamo il ruolo dell’imperialismo italiano, si nascondono interessi concreti, economici e strategici. I vari governi succedutesi hanno stanziato centinaia di milioni di euro per finanziare le missioni militari italiane: Basterebbe solo questo per dire che la guerra è contro i lavoratori di tutto il mondo, e in una situazione come quella odierna italiana, siamo noi lavoratori a pagarne il costo. In un’epoca di contenimento dei conti pubblici, le risorse per finanziare le missioni militari si reperiscono anche tagliando i servizi sociali, la sanità, subordinando i salari all’inflazione programmata, bloccando i contratti del Pubblico Impiego.

Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.


In queste settimane banche, assicurazioni, padroni, sindacati e ministri stanno inondando giornali e televisioni di messaggi pubblicitari ingannevoli, garantendo a parole futuri rendimenti dei fondi pensione come sicuramente superiori a quanto garantisce il TFR. Vengono utilizzati anche decine di milioni di euro di soldi pubblici per fare pubblicità ai fondi pensione privati: solo con l’ultima finanziaria sono stati stanziati per questo 17 milioni di euro. Campagna di stampa di lorsignori su giornali e tv pagata da pantalone. Silenzio stampa su chi dissente e che vuole difendere gli interessi dei lavoratori.

Art. 36.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.


Pacchetto Treu e Legge 30 hanno portato alla precarizzazione del lavoro e del salario. È stata abolita la scala mobile che permetteva un reale adeguamento dei salari al reale costo della vita e sostituita con l’inflazione programmata da Lorsignori. Le varie controriforme pensionistiche avvallate da CGIL, CISL e UIL, ci condannano ad una vecchiaia di stenti e di patimenti. Con lo scippo del TFR e l’introduzione della norma truffaldina del silenzio assenso, si completa il disegno di un quadro del futuro a tinte fosche.

Disposizioni transitorie e finali
XII
È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. …


Decine di gruppi di chiaro stampo fascista e razzista vengono sguinzagliati nei quartieri e negli stadi. Pestaggi e accoltellamenti sono all’ordine del giorno. Si stanno riproponendo gli attacchi delle squadracce fasciste contro sedi partigiane, centri sociali, associazioni antirazziste come espressione più violenta delle politiche antipopolari degli ultimi governi in tema di diritti, lavoro, salario, sanità, istruzione, immigrazione e autodeterminazione delle donne.

Nel anniversario della Resistenza crediamo sia importante ribadire che le cause che hanno prodotto storicamente il fascismo non siano estinte ma si sono adeguate all’attuale situazione. Continua l’oppressione da parte dal grande capitale al fine di salvaguardare la sopravvivenza dell'organizzazione capitalistica del lavoro e soprattutto alla legittimazione di questo modello di società. I progetti di pacificazione e controllo sociale, stanno passando anche attraverso la ricerca forzosa di "un passato da condividere", un'identità nazionale a cui fare riferimento nei momenti di guerra e di crisi economica. In questo quadro va interpretato il revisionismo storico. E allora si fa scempio della Resistenza mettendo sullo stesso piano torturati e torturatori, partigiani e nazifascisti, deportati e camicie nere in un unico grande calderone di una storia da dimenticare, con l'affermazione dell'ipocrita "democrazia dell'alternanza", in maniera tale che nulla possa realmente cambiare. Infatti, in questo clima in Italia si ha un'accelerazione dei processi di precarizzazione, con le privatizzazioni e la riorganizzazione del mercato del lavoro. Una precarietà che è indispensabile al capitalismo per recuperare quote di profitto erose dalla crisi e che diventa una difficile ed insopportabile condizione di vita materiale e quotidiana di milioni di lavoratori.
Contro la volontà di imporre relazioni sociali di tipo sempre più autoritario e repressivo, il nostro sforzo è quello di allargare le forme di resistenza e di lotta al capitale, contribuendo all'allargamento del consenso all'idea che una rivoluzione sociale, ed una trasformazione radicale dei rapporti di classe siano assolutamente necessari oltre che possibili. L'antifascismo non può essere una scelta elettorale per raccattare voti, bensì pratica quotidiana contro le varie forme di gestione della dittatura del capitale, recuperando i valori all'interno di una contrapposizione chiara tra lavoro e capitale, tra interessi incompatibili di sfruttati e sfruttatori, per una società altra di liberi ed uguali, senza più classi e sfruttamento.

25 Aprile 1945 - 25 Aprile 2007

"La Resistenza ha dato la parola ai bisogni dell’uomo e ha reso protagonisti individui che forse, prima di allora non avevano mai pensato di essere eroi, ma che insieme fecero la storia.
Ricordarli significa mantenere la speranza di un mondo altro, la possibilità di pensarlo e quindi di lottare per costruirlo.
Ieri la Resistenza fu lotta contro il fascismo, oggi sta a noi che vogliamo essere eredi di quella generazione fare opera, lotta di resistenza contro il non senso del capitalismo"


ORA E SEMPRE RESISTENZA

SLAI COBAS CREMONA

Fonte

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