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irruzione della polizia all'ask 191 occupato di palermo

Comunicato sui fatti di venerdi' 25 maggio

(27 Maggio 2007)

Venerdì 25 maggio, alle 14:45 circa, due agenti della polizia in motocicletta hanno fatto irruzione, senza esibire alcun mandato, nei locali del centro sociale ASK 191 di viale Strasburgo. Il motivo dell'irruzione, secondo quanto detto dai due agenti, sarebbe stato una segnalazione che informava della emissione di musica ad alto volume nella zona. Constatata l'assenza di diffusione musicale -in quel momento al centro sociale non era attivo nessun apparecchio audio né erano presenti gruppi musicali- i due poliziotti, invece di allontanarsi, hanno prolungato la propria presenza all'interno dell'ASK affermando di voler "rullare una sigaretta dentro il centro sociale prima di andare via". Invitati da due attivisti dell'ASK 191 a compiere questa operazione fuori dai locali del centro, i due agenti di polizia hanno alzato i toni della discussione, che peraltro stava svolgendosi nella massima tranquillità, e hanno invitato a entrare, via radio, una volante, già appostata davanti il cancello del centro sociale. I due attivisti dell'ASK, stupiti dall'atteggiamento incomprensibile delle forze di polizia, hanno provato a rintracciare telefonicamente altri esponenti del centro per far intervenire gli avvocati, e si sono avvicinati, inermi, alla volante che aveva già varcato il primo ingresso dell'edificio. A una giovane attivista dell'ASK è stato perentoriamente intimato di allontanarsi dalla volante, perchè la sua vicinanza all'auto avrebbe costituito reato di resistenza a pubblico ufficiale. Allontanatasi immediatamente dalla vettura, l'attivista è stata portata all'interno delle toilette dell'ASK ed è stata sottoposta a perquisizione fisica, anche in questo caso senza alcun mandato. A lei e all'altro attivista sono stati sequestrati i telefoni cellulari e sono stati chiesti i documenti di identità. Nonostante l'immediata consegna dei documenti, e la totale assenza di atteggiamenti ostili, ai due attivisti è stato ordinato di entrare nella volante: azione che, se non fosse stata immediatamente eseguita, avrebbe comportato l'utilizzo delle manette -secondo le parole di un agente-. Senza riuscire ad avvisare i legali, riguardo al trasferimento in caserma, i due sono stati trasportati nella caserma "Lungaro" di corso Pisani, all'interno della quale sono stati separati e sottoposti a un colloquio con un ispettore, in assenza di legali. All'attivista e al suo legale, successivamente rintracciato e giunto in caserma, è stata notificata la denuncia a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale. Nonostante fossero già state verbalizzate le proprie generalità all'interno della caserma "Lungaro", l'attivista denunciata è stata accompagnata da due agenti all'interno di un'altra volante, e condotta all'ufficio foto-segnalamento del commissariato di S. Lorenzo, e qui sottoposta all'odioso e umiliante iter dell'identificazione tramite foto segnaletiche e impronte digitali. Dopo tutto questo, la ragazza è stata finalmente rilasciata.

Questa è la cronaca di quanto avvenuto venerdì 25 maggio. Prima di esporre le nostre valutazioni politiche , ci sembra opportuno sottolineare alcune "stranezze" che hanno caratterizzato l'intera vicenda: lo spropositato dispiegamento di agenti di polizia e di volanti per una semplice segnalazione, in pieno giorno, di musica ad alto volume; l'irruzione dei mezzi di polizia all'interno dei locali del centro; la permanenza degli agenti all'interno dell'ASK anche dopo la constatazione dell'assenza di alcun tipo di diffusione sonora, adducendo come motivazione la necessità di rullare una sigaretta all'interno del centro sociale; la perquisizione nei confronti di un'attivista all'interno di una stanza chiusa, senza alcun mandato; il trasporto in caserma, nonostante la pronta consegna dei documenti di identità; la denuncia per resistenza a una giovane, inerme di fronte a quattro agenti di polizia e ai loro mezzi, per il suo semplice avvicinamento a una volante dentro i locali del centro sociale; l'identificazione tramite foto segnaletiche e impronte digitali, nonostante fossero già state verbalizzate le generalità.

Dopo aver chiarito la successione degli eventi, ci sembra necessario effettuare una valutazione politica generale. Noi attivisti dell'ASK 191 occupato, di viale Strasburgo 191 di Palermo, denunciamo pubblicamente il clima di continua pressione e intimidazione subito da oltre due anni da noi e da chiunque, in questo paese, scelga la strada dell'attiva partecipazione politica e sociale nell'area della sinistra extraparlamentare, al di fuori delle strutture istituzionali. Da quando abbiamo ripulito e restituito alla società gli spazi di viale Strasburgo, con l'attivazione di servizi per la cittadinanza (lo sportello per lavoratori, pensionati, precari e immigrati in collaborazione con i COBAS; il giardino pubblico, interno all'ASK, con spazi di informazione su consumo critico, cultura alternativa, ambiente, riciclaggio e commercio equo e diretto, costantemente frequentato dalla gente dei quartieri a noi vicini; un'area d'ascolto e di informazione sulla sessualità e sulla tematica della differenza di genere; l'officina per il riuso creativo degli scarti del consumo; uno spazio per tutti gli artisti precari della città; una sala prove popolare per i giovani gruppi emergenti di Palermo; una web radio libera e di movimento; uno spazio espositivo per la libera espressione artistico-figurativa...), le forze di polizia si sono più volte introdotte negli spazi dell'ASK per perquisire, identificare, mettere in stato di fermo e denunciare chi sta tentando di costruire un percorso di socializzazione alternativo al sistema dominante e in risposta alla dilagante emarginazione sociale. Spesso le provocazioni si sono verificate durante le iniziative politiche, sempre accompagnate, queste, da una malcelata presenza di agenti in borghese all'interno dei locali, indicativa di un monitoraggio costante e oppressivo. Un'ostilità che in questi anni ha preso le forme di uno spietato controllo sociale e, infine, di effettiva repressione, che si è manifestata anche sotto le vesti del controllo mafioso o pseudo tale (intimidazioni verbali e lanci di corpi contundenti) e della estrema destra: ricordiamo che il primo marzo il centro sociale è stato parzialmente devastato dall'esplosione di un ordigno e imbrattato da scritte inneggianti al fascismo. L'aver sottratto un edificio un tempo appartenente alla mafia, abbandonato dalle istituzioni competenti, a chi lo utilizzava come discarica e come base logistica per furti, consumo e spaccio di droga, sembra infastidire chi da tali attività traeva guadagno e chi vedeva in questo edificio un ghetto dove far convogliare il disagio sociale in forma autodistruttive. Convinti dell'assoluta necessità delle attività del centro sociale, intese come piccoli passi verso quella giustizia sociale che mai potrà essere condannata, e nonostante queste ripetute provocazioni, noi militanti dell'ASK 191 continueremo nelle nostre attività con un impegno sempre costante, sicuri dell'appoggio che viene dal basso.

Gli attivisti dell'ASK 191 occupato, viale Strasburgo 191, quartiere S. Lorenzo-Resuttana, Palermo.

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