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Tagliare le pensioni, i veri perché

Ti continuo ad abbassare la pensione finché non rinunci al TFR. Cosa si nasconde dietro il taglio di quasi il 10% che colpirà le pensioni liquidate dal 2010?

(17 Gennaio 2008)

Mi appassiona cercare le reali motivazioni di atti apparentemente insensati e reputo insensato il consistente taglio degli assegni pensionistici che, nel silenzio dei media, è avvenuto con l’approvazione della Legge 24/12/07, n. 247.

Tale taglio entrerà in vigore per le pensioni liquidate a partire dal 2010, creando quindi un fortissimo stimolo al pensionamento nel corso del 2009 in quanto pone ai lavoratori il seguente dilemma “Vado in pensione nel 2009 con i vecchi coefficienti o lavoro un anno in più e vado in pensione con coefficienti che mi assicurano una pensione decisamente inferiore?”.

E’ fin troppo lampante che la risposta sarà una fuga di massa dai luoghi di lavoro di tutti coloro che avranno la possibilità di farlo, fuga che comporterà un aumento dei costi dello Stato nel 2009 ed una successiva riduzione negli anni successivi con l’entrata a regime dei nuovi coefficienti.

Il taglio delle pensioni non sembrerebbe quindi motivato da risparmi nel breve o medio periodo ma da qualcosa di diverso, qualcosa di molto più importante per questo governo.

Illuminante al riguardo è il titolo dell’inserto di sabato 12 gennaio del Sole 24 Ore (Plus 24) che spara in prima pagina un ottimo: “Fondi pensione. Occasione mancata” ed un ancor più chiaro “Il Governo voleva un 40% di adesioni a fine 2007. I primi riscontri danno il 23% dai negoziali”.

Il Governo “voleva” il 40% di adesioni ai fondi pensione ma non le ha ottenute, in che modo si potrebbe procedere per invogliare (costringere) i lavoratori a rinunciare al proprio TFR ed a devolverlo ad un fondo?

Facendo diventare conveniente questa rinuncia, creando dei meccanismi di incentivazione, sgravi fiscali, reti di sicurezza? Troppo complicato.

Pubblicizzando i notevoli risultati che questi fondi pensione hanno ottenuto? Il Sole ci prova titolando sulla stessa prima pagina “Il confronto. Nell’anno il 18% delle linee batte la liquidazione”, ma molti leggono lo stesso titolo in altro senso “Nell’anno l’82 % delle linee E’ BATTUTO dalla liquidazione".

Come fare quindi per far decollare i fondi pensione, il cosiddetto secondo pilastro della previdenza?

Semplice, riducendo ai minimi termini le garanzie offerte dal primo pilastro, ovvero la pensione pubblica.

A supporto di questa cinica conclusione è opportuno ricordare come la grande maggioranza delle adesioni ai fondi pensione sia avvenuta nei primi sei mesi del 2007, ovvero entro il 30 giugno 2007, data entro cui occorreva comunicare la propria decisione in merito al TFR.

Il 1° luglio 2007 il Governo quindi sapeva come erano andate le adesioni, sapeva se lo scippo del TFR era riuscito o meno, sapeva quanti dipendenti avevano deciso di subire.

Sapeva ed ha reagito di conseguenza.

Forse non è del tutto casuale che il famigerato protocollo sul welfare che ha portato alla Legge 24/12/07, n. 247, ed al taglio delle pensioni, sia stato siglato il 23 luglio 2007.

Arnolfo Spezzachini

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