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Il seme

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(18 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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    (Ora e sempre Resistenza)

    Verona, 1 maggio: il vostro onore si chiama infamita’

    (6 Maggio 2008)

    Un ragazzo in fin di vita, pestato fino al coma. Futili motivi, dicono.
    Neofascisti. Neonazisti. O come li si voglia chiamare, non ha importanza.
    Sono stati loro, ancora una volta. Non abbiamo avuto un solo dubbio, da subito.
    Loro lo stile – cinque contro uno – loro la brutalità. Loro l’infamia.

    E adesso? Dovremmo dire ancora una volta che l’avevamo detto? Passare per autocompiaciuti dispensatori di disgrazie? Non ci teniamo.

    Ma non ci teniamo neppure a sopportare Veltroni che invita a “Non sottovalutare”.
    O il sindaco di Verona che invoca pene severe e dichiara: “La mia non è una città fascista”.
    (Tre militari meridionali sono stati aggrediti a Verona non più di un mese fa, con le stesse modalità).
    Dovremmo sopportare la tv che prima esclude la “pista politicizzata” e poi – pur ammettendola – continua a propinarci la storia della sigaretta negata come causa scatenante?
    O i servizi segreti, che gridano all’allarme a fatto compiuto, e nel loro rapporto confondono ad arte neonazisti e ultras, giovani antagonisti, anarchici e padani.
    Mentre Forza Nuova prende le distanze. Mentre il Veneto Skin Front prende le distanze. Mentre i fascisti d’ogni tendenza – pare non sappiano fare altro – prendono le distanze.
    L’onore di cui straparlano: lasciare in fin di vita un ragazzo e poi dileguarsi. Le lame e il pentitismo.

    Restano i fatti.
    Cinque contro uno. Stile da cui non è possibile dissociarsi.

    Questa gente – che sui muri si firma con le svastiche ed in Provincia si apparenta coi liberali – è un problema dell’oggi. Non un ricordo di sessant’anni fa. Per questo ribadiamo: disposti a discutere con chiunque se ne sia reso conto. Degli altri non vogliamo neppure sentire le lamentele.

    5/05

    Laboratorio Politico Jacob - Foggia
    www.agitproponline.com

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