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(24 Giugno 2008)
Non abbiamo ancora il testo della prossima Legge finanziaria, ma dalle prime indicazioni ne emergono di tutti i colori
• Tagli per 9,6 miliardi di euro a carico dei servizi pubblici e sociali di ogni tipo: blocco del rinnovo dei contratti di lavoro, delle assunzioni e delle stabilizzazioni dei precari nel pubblico impiego; riduzione dei finanziamenti del trasporto locale e della scuola (ma non certo per gli istituti privati); riduzione della spesa sanitaria (ma non certo per le convenzioni e i finanziamenti destinati alle cliniche private e ai laboratori e ambulatori privati); nessun investimento per nuovi ospedali e per migliori e maggiori cure; nessun abbattimento delle liste di attesa per visite e operazioni. A farne le spese saranno i dipendenti pubblici e i cittadini utenti, che avranno servizi più scadenti e a prezzi più alti; che dovranno pagare ticket a gogò (e meno male che la destra dice di abbattere le tasse!).
• Saranno cumulabili i redditi da lavoro e quelli della pensione, un cumulo che farà la fortuna dei pensionati-baby che potranno continuare a lavorare, lasciando disoccupate le giovani generazioni. In questo modo si scoraggia la nuova occupazione e avremo in futuro molti pensionati con pensioni da fame costretti a lavorare oltre 65 anni di età. Nel frattempo il Governo ha già detassato gli straordinari per favorire le imprese e non certo per aiutare i lavoratori, che hanno solo bisogno di forti aumenti salariali.
• Invece di tassare le case sfitte (e assegnarle a chi ne ha bisogno) e le grandi proprietà immobiliari, si sceglieranno piani di emergenza abitativa ,dai quali saranno magari escluse le “coppie di fatto”.
• Nessun investimento nelle energie rinnovabili, ma rilancio del nucleare, cioè dell’incubo del disastro ecologico e dell’attentato alla sicurezza e alla vita umana, animale e vegetale. Oltretutto, sono in progressivo esaurimento le scorte di uranio e con molti meno investimenti potrebbero nascere impianti di energia pulita.
• Si taglieranno posti di lavoro e competenze negli Enti pubblici, naturalmente con la scusa di volere snellire la struttura amministrativa, non saranno stabilizzati i precari della Pubblica amministrazione.
• Saranno rafforzate le norme (compresa quelle sull’apprendistato) che hanno reso precario il lavoro e l’esistenza di molti; saranno invece favorite le imprese.
• Ci saranno nuove privatizzazioni. E pensare che quelle degli anni ottanta e novanta non hanno di certo reso migliori, più accessibili e meno cari i servizi. Gli Enti pubblici saranno trasformati in aziende e i privati vi dovranno detenere non meno del 30% delle quote azionarie. In questo modo non esisterà controllo e direzione a fini sociali dell’economia, per favorire solo interessi speculativi e di mercato.
• Non sarà possibile conoscere “on line” i redditi dei grandi speculatori finanziari, immobiliari e industriali. Spariscono le norme antiriciclaggio del denaro di provenienza criminale: un bel regalo a ogni tipo di malaffare.
Confederazione Cobas PISA
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