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Verona: una strada intitolata a Pasetto?

(26 Novembre 2008)

Mi sono stati segnalati due interventi, uno di Michelangelo Bellinetti, l'altro di Ranieri Orti Manara, apparsi su “L'Arena” del 2 ottobre, che commentavano la decisione del Comune di Verona di intitolare una strada della città all'on. Pasetto.

In quei giorni non ero a Verona e solo ora li ho letti e, perciò, solo ora scrivo questa lettera.

Il primo intervento, quello di Bellinetti, esprimeva un ragionevole e motivato dubbio sulla opportunità della iniziativa. Il secondo, quello di Orti Manara, esprimeva, invece, una piena condivisione sostenuta dall'elenco delle numerose azioni meritorie del parlamentare.

Per completezza dell'informazione vorrei far conoscere un'altra azione dell'on. Pasetto, che non fu né la prima né l'unica di questo tipo, che lo ebbe come protagonista.

La sera del 4 aprile 1981, in piazza Cittadella, alcuni giovani stavano affiggendo manifesti contro la pena di morte, pena che il partito dell'onorevole voleva, di nuovo, in Italia. Furono aggrediti dal Pasetto e da altri con spranghe, tubi metallici e un crick. Mio figlio finì all'ospedale. Le fotografie mostrano i segni dei colpi sul volto, sulla schiena e sulle braccia, braccia alzate a protezione della testa per evitare conseguenze ben più drammatiche. Pasetto fu arrestato, passò un mese in carcere, poi ci fu il processo. In fase istruttoria sopravvenne un amnistia che estinse il reato di “lesioni”. Per il reato di “violenza privata”, cioè per aver impedito con violenza l'espressione del libero pensiero, fu condannato, a Verona, a nove mesi di reclusione e ad una contravvenzione “per aver portato fuori dalle proprie abitazioni e dalle appartenenze (garage) tubi e spranghe metalliche e un crick” trovati poi, dai carabinieri, con tracce di sangue. Successivamente, in Appello a Venezia, fu assolto per insufficienza di prove dall'accusa di violenza privata perchè il Tribunale ritenne che l'aggressione, restando pur sempre un'aggressione, potesse anche non avere avuto, come scopo, impedire l'affissione dei manifesti ma,”solo”, quello di aggredire.

Questo, ripeto, per completezza dell'informazione.

Verona 20 ottobre 2008

Giorgio Bragaja

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