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Alfa Romeo: Fatti e misfatti di fine anno 2003

2004 : riprendiamo la NOSTRA Lotta

(10 Gennaio 2004)

RIFATTA LA PROCEDURA DI CIG

Il 29 dicembre, tutti i lavoratori in cigs hanno ricevuto una raccomandata da Fiat che li ha sospesi in cassa da quel giorno fino al 31.12.04. Questa comunicazione seguiva quella del 6.12.03 con la messa in cig dal 9.12.03.

La Fiat inoltre ha comunicato a tutti i lavoratori che, in data 22 dicembre, si era tenuto presso l’agenzia regionale l’esame congiunto previsto dal decreto legge 328 e che, per il periodo dal 9.12.03 al 29.12.03, avrebbe chiesto la cigs.

Dietro queste confuse manovre si svela quanto da noi sempre sostenuto.

Le regole prevedono che se durante la procedura di mobilità si apre la possibilità di evitare i licenziamenti con il ricorso alla Cigs, un’azienda deve rinunciare alla mobilità e aprire la procedura per ottenere la Cigs.

La possibilità di un nuovo anno di Cassa concessa dal Governo aveva quindi messo la Fiat in condizione di non poter più comunque legittimamente attuare i licenziamenti collettivi previsti per il 9 dicembre. Indipendentemente da accordi o non accordi con le OO.SS.

Fim, Fiom, Uilm invece, il 4.12.03 hanno consentito a Fiat di dichiarare ultimata la procedura di mobilità assecondando però la pretesa (assolutamente illegittima) di Fiat di volersi mantenere il diritto di attuare i licenziamenti collettivi senza ulteriori procedure in caso di problemi relativi alla collocazione in Cigs dei pretesi esuberi. E poi, senza neppure attivare una nuova procedura, il 5 dicembre, a Roma, hanno firmato un accordo per un ulteriore anno di cigs. Un accordo non necessario, perchè la Cigs doveva esser a quel punto comunque concessa, ma che conteneva la ricattata concessione che la Cigs fosse finalizzata a trovare per gli esuberi collocazioni lavorative al di fuori di Fiat.

Ma la Fiom non aveva con noi denunciato come comportamento antisindacale la decisione di Fiat di spostare a Torino le lavorazioni del VAMIA e le Costruzioni sperimentali e di utilizzare la Cigs per finalità diverse dalla ricollocazione al suo interno ?

Fim, Fiom e Uilm hanno retto il sacco degli abusi alla Fiat consentendole il ricatto dei lavoratori.

In seguito a tutto ciò, la Fiat, temendo evidentemente nostre iniziative legali, chiedeva alla regione di convocare le parti per cercare di sanare, ancora una volta in ritardo (come nell’agosto scorso), il mancato corretto avvio della procedura di Cigs .

Così il 22.12.03, si è tenuto l’incontro all’Agenzia regionale del lavoro di Milano nel quale noi abbiamo chiesto di verbalizzare le nostre posizioni. I funzionari Fiat chiedevano continuamente sospensioni per diverse ore per consultare i loro avvocati. Noi abbiamo negato il nostro accordo alla concessione di un nuovo anno di Cigs contestando la validità dell’accordo del 5.12.03 sulla cigs, sia perché bocciato dai lavoratori in assemblea e con il fallimento del referendum voluto da Fim, Fiom, Uilm, sia perchè non era stato sottoscritto dalla maggioranza delle RSU, che, anzi, successivamente lo avevano, in una apposita assemblea disertata dai delegati Fim, Fiom e Uilm, all’unanimità bocciato.

DECURTATI GLI STIPENDI DEI CASSINTEGRATI

I quasi 400 lavoratori in cigs che avevano visto riconoscersi il diritto a riprendere il posto di lavoro con la normale retribuzione in attesa della conclusione del giudizio, hanno ricevuto il 23 dicembre dalla Fiat una vergognosa “raccomandata di Natale”.

La Fiat si era ben guardata però dall’applicare il reintegro di questi lavoratori e si era limitata a corrispondere loro la retribuzione ordinaria al posto dell’indennità di Cigs.

Poi il Tribunale, senza entrare nel merito della legittimità o meno della sospensione che continua il suo iter giudiziario, ha dichiarato che non c’era motivo di urgenza : misconoscendo la reale situazione di chi è in cassa integrazione da così lungo tempo.

La Fiat si è aggrappata a questa “giustizia” e nella lettera ha comunicato ai lavoratori che a fine mese avrebbe spazzato via i soldi della Cigs di dicembre per recuperare i soldi degli stipendi pieni pagati in esecuzione del provvedimento del giudice. Tutto questo nonostante l’assenza di un qualsiasi rischio nel recupero di quanto pretende perché essa, comunque, ha in tasca il Tfr di ciascun dipendente e in contrasto con la prassi seguita in precedenza in casi simili per i quali le modalità di restituzioni erano state sempre concordate in modo dilazionato e senza aggravi sui lavoratori.

Fiat dopo essersi permessa di non rispettare i provvedimenti della magistratura favorevoli ai lavoratori, ha invece strumentalizzato senza alcuno scrupolo la revoca dei provvedimenti cautelari. Spingendosi fino alla unilaterale illegittima decisione di farsi giustizia da sè privando i lavoratori anche degli scarsi emolumenti di sopravvivenza della cassa integrazione.

ASSUNZIONI SABOTATE : PERCHE ?

Martedì 23 dicembre scorso, trenta lavoratori ex Alfa licenziati nel 1998 da Fiat, hanno atteso invano per oltre due ore, al freddo, fuori dalla Prefettura di Milano, di poter avere accedere all’incontro che si stava tenendo tra le aziende che si sono insediate nell’ex Craa, gli Americani dell’ Abp, Fim, Fiom, Uilm, e il Prefetto.

Dopo settimane di presidi alla portineria del Craa, dopo aver discusso per giorni di un accordo per assumere questi lavoratori, dopo aver avuto un incontro il giorno prima tra lo Slai Cobas e le proprietarie delle aree, al quale Fim Fiom Uilm si erano rifiutate di partecipare, dopo aver intravisto la possibilità finalmente di risolvere questo problema che si protrae da anni, le segreterie dei sindacati confederali, senza neppure fermarsi a discutere con i lavoratori, hanno rifiutato qualsiasi ipotesi d’accordo.

Non contenti di tutto ciò Zipponi e soci hanno minacciato l’Abp che se avesse siglato un accordo solamente con lo Slai-Cobas, avrebbero denunciato gli Americani e le aziende che si sono insediate, e avrebbero loro presidiato le portinerie.

Ecco la storia di questi lavoratori

Nel 1998 con accordo sindacale, Fim, Fiom, Uilm firmavano la chiusura dei reparti della tappezzeria e degli impianti elettrici, i 180 lavoratori che erano occupati furono licenziati e messi in mobilità per un anno.

A chi accettava il licenziamento la Fiat offriva 75 milioni di lire lordi, assicurando che se entro 12 mesi non venivano assunti in aziende che s’insediavano nel Craa, potevano rientrare in Fiat.

Di questi 180 lavoratori, più di 50, seguendo le indicazioni dello Slai Cobas, impugnarono il licenziamento in tribunale e rientrarono in Fiat con sentenza definitiva. Gli altri accettarono a mala voglia l’imposizione di Fim, Fiom, Uilm e Fiat. Dopo un anno furono assunti da Rotamfer, Brb e Caris.

Rotamfer , senza mai aver dato loro un posto di lavoro, dopo due anni di cig li licenziò perché, a suo dire, non idonei a lavorare.
Brb non si insediò mai nel Craa, rivendette l’area acquistata ad Abp e licenziò tutti i lavoratori ex Alfa.
Caris dopo averne licenziati alcuni, li ha riassunti tutti solo nei giorni del presidio della portineria “pesa”.
Inoltre tra loro ci sono due lavoratori ex Satiz, (cianografia) licenziati anche loro con accordo firmato da Cgil-Cisl-Uil nel 2001.

Questi 35 lavoratori da anni aspettano una reale collocazione nelle aziende del Craa, come previsto dagli accordi firmati da Fim, Fiom, Uilm. Alcuni di loro sono già senza stipendio.

Nel febbraio dello scorso anno, tutti i sindacati di fabbrica, hanno siglato un accordo con i proprietari delle aree (Abp, Estate sei), per la loro immediata assunzione.
La quasi totalità di questi lavoratori, dopo aver militato nei sindacati confederali, si è iscritta allo Slai-Cobas.
Non sono quindi lavoratori attualmente in CIGS, ma sono lavoratori espulsi con accordi di Fim, Fiom, Uilm negli anni scorsi, ed ora abbandonati al loro destino senza nessun aiuto da parte di questi sindacati.

Che cosa prevede l’accordo che Fim, Fiom, Uilm hanno sabotato?

Dopo settimane di presidi, l’Abp si è resa disponibile ad assumere tutti questi lavoratori attraverso una società di servizi, la Rina servizi. Questa società fornirebbe alle aziende che s’insediano nell’Abp una serie di servizi, (portineria, giardinaggio, pulizia, manutenzione, archivio ecc.). Nel caso emergessero problemi con la Rina, Abp dichiara che se ne farebbe direttamente garante. I lavoratori sarebbero assunti con il CCNL metalmeccanico, mantenendo diritti e normative ex Alfa e verrebbe loro garantito il livello e lo stipendio che avevano all’Alfa. L’Abp si è resa anche disponibile a quantificare una cifra per gli arretrati.

Ma la cosa particolarmente molto importante è che questo accordo, appunto perché sana una situazione di cinque anni fa e non coinvolge minimamente la vicenda dei 550 lavoratori oggi in Cigs. Esso NON SOSTITUISCE alcun accordo e mantiene inalterati gli obblighi di Abp presi con la Regione e gli altri soggetti all’acquisizione dell’area ex-Alfa Romeo.

Ma perché allora Fim, Fiom, Uilm hanno sabotato l’accordo ?

Non essendo stato possibile fare un unico incontro ed una assemblea unitaria, per l’indisponibilità di Fim, Fiom, Uilm, possiamo solo interpretare dai giornali il perché della loro scelta.

Qualcuno sostiene che sia una ripicca per la nostra contrarietà all’accordo con Fiat che prolungava la cassa integrazione estromettendo dalla Fiat 550 lavoratori. Altri affermano che quest’accordo avrebbe permesso all’Abp di non rispettare gli accordi precedenti, ed anzi così si permetterebbe alle aziende insediatesi di non assumere i lavoratori ex Alfa. C’è inoltre chi è contrario alla società di servizi, che però è prevista dall’accordo con la regione del maggio scorso.

Per anni i sindacati confederali hanno ignorato il problema di questi lavoratori: mai una causa, uno sciopero, un presidio od una manifestazione in loro difesa. Anzi, se questi lavoratori sono ancora senza lavoro, è frutto dei loro sciagurati accordi che permettono alla Fiat di licenziare senza la reale prospettiva di ricollocazione.

Ci sorge il dubbio che il vero obiettivo di Fim, Fiom, Uilm sia invece quello di favorire le guerre all’interno dell’Abp. Da una parte la maggioranza (70%) di Aig (gli americani) che attualmente comanda e dall’altra Estate Sei (30%) (i bresciani) che vorrebbe comprare tutto. Sabotare un eventuale accordo che finalmente inizia a risolvere i problemi di 35 lavoratori licenziati da cinque anni, serve a chi in questo momento vuol far vedere che non funziona nulla e quindi chiede un cambio di dirigenza. Non a caso Estate Sei ha costituito la società di servizi la “Siena”, pronta per essere operativa dal 1° gennaio 2004. Non a caso Estate Sei si è sempre rifiutata di partecipare alla costituzione di un‘unica società di servizi su tutto il territorio dello stabilimento dell’Alfa di Arese.

DALLA REGIONE NESSUN DATO POSITIVO

Al rientro in fabbrica, dopo la manifestazione del 16 dicembre alla regione, conclusasi con il blocco della stazione centrale di Milano, abbiamo trovato affisso in bacheca un cartello della Fiom-Cgil con la richiesta d’incontro al presidente della regione Formigoni per “ fare ulteriormente il punto sulle aziende sicuramente prossime ad insediarsi”. Nel cartello era comunicato un incontro con la regione per il 23.12.03.

Non avendo ricevuto nessuna convocazione scritta abbiamo telefonato in regione e siamo stati quindi convocati verbalmente. L’incontro si teneva presso il Cestec (centro lombardo per lo sviluppo tecnologico e produttivo dell’artigianato). Abbiamo atteso e dopo aver visto che i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm erano stati fatti entrare nella sala di riunione, decidemmo di “forzare” ed entrare pure noi anche se indesiderati.

I funzionari della regione ci comunicavano che l’incontro era stato richiesto da Fim, Fiom, Uilm e quindi non potevamo partecipare. Dopo aver precisato che, o le stesse informazioni sullo stato del polo della mobilità sostenibile, in quanto anche noi firmatari degli accordi, ci sarebbero state date comunque in una seconda riunione, o non saremmo andati via. Hanno deciso di continuare la riunione in nostra presenza.

Nessun insediamento ad Arese.

Alla fine dell’incontro del 2 dicembre, con le sceneggiate di Formigoni che anziché spiegare ai sindacati lo stato d’avanzamento dei progetti per Arese, preferiva convocare una conferenza stampa e parlare solo con i giornalisti, tutti i sindacati avevano chiesto fatti e date specifiche dell’insediamento delle nuove aziende.

E si è arrivati all’incontro del 23.12.03
In questo incontro si sono registrati dei passi indietro rispetto alla situazione dei mesi scorsi.

La TVR Italia presentata come un’importante casa automobilistica inglese, che avrebbe occupato 40 mila mq e che avrebbe assunto 150 lavoratori ex Alfa, diminuiva il suo intervento con la previsione di assunzione di soli 50 lavoratori. La Startlab (con proposta di assunzione di 5 lavoratori ex Alfa) azienda fortemente sponsorizzata da Formigoni, e pronta, insieme ad altre aziende (Sapio, Siscat) ad entrare subito nel sito di Arese, devono attendere mesi per l’elaborazione di un progetto per la ristrutturazione dei capannoni, in attesa che arrivino le altre società. Il tanto sbandierato interessamento di AEM, è solo finalizzato all’acquisto della centrale elettrica dell’Alfa. Allo stato attuale quindi nessun’azienda ha presentato un progetto industriale.

Per quanto riguarda invece le società di ricerca (Politecnico, Arpa, Enea, Ispra e Cnr), dovendo attingere a fondi della collettività (Cipe 7,5 milioni), anche se non ci sono ancora progetti operativi le prospettive di insediamento sono più concrete. Comunque, ha detta di Formigoni, non occuperanno nessun lavoratore ex Alfa.

“non ci sono leggi che diano assicurazioni sull’assunzione. Il mondo è organizzato in modo diverso” questo è stato il commento del presidente Formigoni alla richiesta dei dipendenti ex Alfa, che in vista della nascita del polo della mobilità sostenibile, vogliono la garanzia del posto di lavoro.” ( Adnkronos 3.12.03 )

Evidentemente il presidente della regione Lombardia, pensa che i sindacati dell’Alfa hanno sottoscritto gli accordi per la reindustrializzazione dell’ex Alfa Romeo, solo per sport non per esigenze occupazionali.

Basta ricordare le tappe degli accordi con la regione:

- 26 febbraio 2003 viene siglato l’accordo : Formigoni “saranno creati 2000 posti di lavoro”, Zanello “ “chiederemo più soldi per gli operai”( sul Corriere della Sera del 28.2.03). Si parla di 25 imprese pronte ad insediarsi.

- 19 maggio 2003 è stata firmata la dichiarazione congiunta nella quale, tra l’altro, si definisce che entro la fine del 2003 si saranno gli insediamenti delle prime imprese. Sono stanziati inoltre 3 milioni di euro “immediatamente utilizzabili” per integrazione al reddito dei cassintegrati con corsi di formazione finalizzati al loro reimpiego ad Arese. Formigoni : “abbiamo raggiunto un buon risultato. Il lavoro prosegue verso l’obiettivo di far insediare alcune aziende che creino posti per chi li ha persi in casa Fiat. Ne abbiamo contattato una trentina, italiane e straniere. Entro metà luglio in un nuovo vertice potremmo fornire un “ business plan” destinato a trasformarsi entro il 2003 in un piano industriale con il preavvio delle attività”. ( sulla Prealpina del 20/5/03 )

- 28 luglio 2003 è firmata la dichiarazione congiunta e vengono forniti i nomi di 20 aziende: “Acinnova, Aem, Atm, Consorzio Ecogas Assogasliquidi, Faam, Fiocco eng., Gruppo Cos, Hyte, Impco, Kleen up, Loop Finmatica Finmesk Access, Ngv sistem, Ofira, Sapio, Shell gas, Starlab, Stmelettronic, Zagato, Targa traffic master, Tecnolab Tecnos”.

- 2 dicembre 2003 : incontro per verificare l’applicazione accordi. Le aziende disponibili ad insediarsi si riducono a nove: Aem, Arconte, Kleen up, Sapio, Siscat, Starlab, Tecnofil + Eldor, Tecnas, Tvr Italia. Alla fine dell’anno solo 200 lavoratori in cigs dei 700 iscritti, hanno fatto il primo dei tre corsi di formazione.
Dei 3 milioni di euro, solo 60 mila sono andati ai lavoratori.

IL PROF. ICHINO HA FINITO IL SUO LAVORO ?

Dopo diversi articoli sul “Corriere”, in cui descriveva i lavoratori Alfa come dei nostalgici della lotta che chiedono assistenzialismo, dopo essersi negato al confronto con i delegati di Arese ed aver organizzato dibattiti solo con le segreterie di Fim, Fiom, Uilm, possiamo sperare che il lavoro del professor Ichino sia finito.

Con il suo intervento è sicuramente riuscito a portare a termine l’obiettivo di favorire l’operato di Fiat, che ad Arese continua con la distruzione della fabbrica e dei lavoratori con i soldi della collettività. Per settimane abbiamo chiesto di poter dibattere con lui le nostre posizioni, abbiamo anche manifestato sotto la sede del Corriere. Evidentemente è talmente sicuro del suo operato che si nega al confronto.

COSTRUIAMO UN BUON 2004 DI LOTTA E DI CONQUISTE

Indubbiamente il momento è difficile, tutti cercano di isolare e sconfiggere chi ancora lotta.

Dopo l’accordo della cig che ha sancito l’estromissione dei lavoratori dalla Fiat, a cui si sono aggiunti sia il sabotaggio dell’accordo per i 35 lavoratori ex Craa che il tentativo di estromettere lo Slai Cobas dagli incontri in regione, non è purtroppo più possibile, in questa situazione, continuare con la lotta in modo unitario.

Appare anche molto evidente il tentativo di tutti di smontare le iniziative di lotta per disperdere i lavoratori.

Con le promesse di Fiat e Regione, fra un anno ci troveremo di nuovo col culo per terra e di fronte a chissà quali altri ricatti.

Come Slai Cobas non staremo certo fermi ad assistere passivamente che il patrimonio di lotte, di conquiste e di dignità umana rappresentato dai lavoratori di Arese vada disperso.

Al di là di altri sindacati che parlano già di sospendere ogni mobilitazione.

Noi continueremo comunque nelle iniziative in difesa dei lavoratori per:

- garantire a tutti i lavoratori il diritto alla retribuzione piena fin dal 9 dicembre 2003
- imporre a Fiat il rientro dei 55 operai della meccanica sospesi in cig per tre mesi
- imporre a Fiat il rispetto degli accordi e delle sentenze per produzioni di auto ad Arese
- imporre l’assunzione dei 35 lavoratori ex Craa
- imporre alla regione l’assunzione anche nel polo per la mobilità sostenibile di lavoratori ex Alfa
- imporre anche ad Estate Sei l’assunzione di lavoratori ex Alfa

Con la manifestazione del 16 dicembre, culminata alla stazione centrale, abbiamo voluto dare un segnale forte, che nonostante tutto, i lavoratori intendono continuare la lotta.

La Fiat con l’atto aggressivo di decurtare gli stipendi dei lavoratori in cig, ha comunque dimostrato il suo accanimento contro lavoratori che lottano. Evidentemente se è giunta a tanto è perchè la lotta e la capacità di resistenza dimostrata da questi lavoratori le sta creando seri problemi.

Così se in tanti stanno cercando di ostacolarci e di fiaccarci diventa sempre più evidente che il motivo del perchè lo fanno sta nel loro disegno di approfittare delle malefatte di Fiat per costruire sulle macerie dell’Alfa un agglomerato di speculazioni, senza nessuna garanzia per i lavoratori che saranno occupati.

Di fronte a tutto questo la correttezza della posizione dello Slai Cobas risulta sempre più chiara e in grado di dimostrare la malafede e le contraddizioni dei suoi avversari.
Non è certo il momento di fermare la nostra lotta.
E’ quello, invece, di incrementarla .



8.01.04 Arese

Slai Cobas Alfa Romeo

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