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(4 Febbraio 2011) Enzo Apicella
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Tristezze. Lettera a Valentino Parlato

(6 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in medioevosociale-pietro.blogspot.com

Caro Parlato,

innanzitutto mi permetto correggere un suo impreciso ricordo: non è stato Bush a volere uccidere Gheddafi nell'86 ma Reagan. La casa bombardata è in Libia monumento nazionale a testimonianza di una violenza subita dall'Impero e che si può ripetere ed infatti si sta ripetendo. In secondo luogo mi permetto di osservare la mancanza di respiro politico del suo articolo di oggi "ipotesi sulla crisi libica" che vuole fare entrare, come si dice in Sicilia. " u sceccu pa cuda" ( il somaro per la coda) facendone una variante della grande rivolta giovanile che scuote l'Africa e la penisola arabica. Lei parla di una gioventù libica "mobilitata" contro il regime nientedimeno con le stesse parole d'ordine del libro verde di Gheddafi. Non mi pare che le facce patibolari e vissute del cosidetto consiglio rivoluzionario che siede a Bengasi e si proclama unico rappresentante della Libia sia proprio fatto da facce giovanili. A me sembrano vecchi arnesi che inalberano la bandiera della monarchia di Idris e che, con un colpo di stato lungamente preparato con l'aiuto degli anglosassoni e di Israele, si sono impadroniti per prima cosa degli impianti petroliferi, degli aeroporti e dei porti per potere ricevere gli aiuti in armi e contractors dall'Occidente e che, solo per finta, non chiedono l'intervento dei bombardamenti navali o aerei dello Occidente (che ci saranno e magari si dirà che erano chirurgici, mirati a non colpire la popolazione ma soltanto i "mercenari" dell'odiato tiranno.).
Mi consenta ancora di osservare che la sua definizione di Gheddafi " beduino colto" è razzista e sembra fuoriuscita dal ventre colonialista della borghesia italiana che mandava Graziani ad impiccare i libici e gasare le popolazioni dei villaggi. Che significa "beduino colto"? Che normalmente i beduini non lo sono? E secondo quali criteri non sono colti, forse perchè non hanno mai letto San Tomaso d'Aquino come lei?
Osservo ancora che non ha detto una sola parola sulla catastrofe umanitaria provocata dalla insurrezione. Tre milioni di lavoratori stranieri sono accalcati come mandrie ai confini della Libia e vengono fatti passare con un filtro spaventosamente piccolo. Scene dei tanti giovani che svenivano per gli strapazzi dentro una folla allucinante dovrebbero provocare rimorsi in quanti lodano la rivolta antiGheddafi che è la rivolta contro la libertà e l'indipendenza della Libia.
Anche l'Italia uscirà con le ossa rotte dal marasma che prenderà il posto della Libia. Una mazzata micidiale è stata assestata alla testa dell'Eni da sempre invidiata dalle sette sorelle per il metanodotto e per i rapporti privilegiati con la Libia. Venti miliardi di interscambio con un paese che è stato finora la Svizzera opulente dell'Africa. Migliaia di lavoratori italiani resteranno disoccupati.
Infine mi permetta di osservare che la visita di Gheddafi a Roma non è stata una pagliacciata. Il gesto di Berlusconi di baciargli non so se la mano o l'anello avrebbe dovuto compierlo anni orsono il governo di centro-sinistra. Esso corrisponde al gesto di Willy Brandt al ghetto di Varsavia. Chiedere perdono per la feroce e prolungata presenza coloniale dell'Italia è un gesto da grandi statisti. Peccato che lo abbia fatto Berlusconi ma è sempre una cosa buona per l'Italia.-

http://www.archivio900.it/it/articoli/art.aspx?id=7467

Ipotesi sulla crisi libica di Valentino Parlato:
http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2011/mese/03/articolo/4254/

Pietro Ancona - segretario generale CGIL sicilia in pensione

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