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La classe operaia va in fumo

La classe operaia va in fumo

(8 Settembre 2011) Enzo Apicella
L'articolo 8 della manovra economica permette i licenziamenti senza giusta causa

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PRENDIAMO LA MIRA GIUSTA

(20 Luglio 2011)

Dopo l’ultima spregevole e spaventosa manovra finanziaria, che non risolve nulla * (approvata con una finta e inesistente opposizione), imperversano su internet – in forme diverse – attacchi alla “casta”. Su questo bisogna prestare la massima attenzione per individuare gli “obiettivi” giusti per una giustizia sociale basata sulla redistribuzione della ricchezza.
Questo accanimento contro la “casta” è in gran parte giustificato. È stridente il confronto fra le misere retribuzioni, il diffuso precariato e i tagli alla spesa sociale con i privilegi della “casta”. Ma è anche vero che la ricchezza non è concentrata in questo settore. E anche vero che alimentare una generica separazione fra politica e società, può favorire svolte in senso autoritario. Occorre infatti domandarci perché questa campagna dell’antipolitica è sostenuta da tutti i grandi mezzi d’informazione.
Certo, esile la cattiva politica dei governi ma, dopo le grandi privatizzazioni e liberalizzazioni, il “capitale” sempre più concentrato (Marx) assume un potere enorme nel decidere le sorti dell’umanità.
Le rilevazioni statistiche concordano nel segnalare il progressivo divario fra ricchezza e povertà. La Banca d’Italia rileva che il 45 per cento della ricchezza è in mano al 10 per cento delle famiglie, mentre il 20% della popolazione è in stato di povertà. Le sole proprietà patrimoniali di Berlusconi, ammontano a diversi miliardi di euro (pari a una consistente quota della manovra finanziaria). Aggiungiamo inoltre le enormi spese per sostenere le vergognose missioni militari).
Ecco perché sono convinto nel fare attenzione a non sbagliare la mira. A non sparare sugli specchietti per le allodole. Dobbiamo individuare gli obiettivi giusti e avviare una grande lotta anticapitalista e contro le politiche liberiste.
* Si tratta di una manovra che non basterà a placare il processo di “germanizzazione” fatto di ricatti nei confronti degli altri stati e che non finirà qui.

Giancarlo Bellorio

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