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Libano, il settore pubblico incrocia le braccia

(28 Novembre 2012)

Sciopero di insegnanti e dipendenti pubblici per l'aumento di stipendio promesso dal governo e mai approvato. Ma Beirut minaccia: più tasse per coprire i salari.

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La protesta di insegnanti e dipendenti pubblici, ieri a Beirut

di Emma Mancini

Roma, 28 novembre 2012, Nena News - Insegnanti e dipendenti del settore pubblico in Libano incrociano le braccia per due giorni contro i ritardi del governo di Beirut nell'approvazione di una legge che aumenti i salari.

A chiamare alla protesta, iniziata ieri, è stato l'Union Coordination Committee, coalizione dei sindacati della scuola e del settore pubblico, che ha organizzato marce e sit-in di fronte alla sede del governo e a vari ministeri: "Gli insegnanti hanno il diritto di scioperare - ha commentato Nehmeh Mahfoud, capo dell'Associazione degli Insegnanti delle Scuole Private - I proprietari delle scuole private possono lavorare, non scioperano mai. Ma gli insegnanti dipendenti saranno in strada per proteggere prima di tutto gli interessi degli studenti".

La precisazione è giunta dopo le critiche di famiglie e istituzioni, contrarie allo sciopero. Mahfoud ha accusato alcuni istituti scolastici privati di aver minacciato di licenziamento gli insegnanti che avrebbero aderito alla protesta, un'aperta violazione della Costituzione libanese che sancisce e tutela il diritto di sciopero.

Tra le voci contrarie non solo allo sciopero ma anche all'aumento dei salari, ci sono proprio le istituzioni scolastiche private: "Riteniamo che l'aumento salariale chiesto dagli insegnanti obbligherà molti studenti a lasciare le scuole, perché i genitori non saranno in grado di pagare le tasse di iscrizione - ha commentato padre Butros Azar, membro del Segretariato Generale delle scuole cattoliche libanesi - Ciò porterà al licenziamento di molti professori".

La protesta è stata scatenata dal continuo rinvio dell'approvazione della legge che prevede l'incremento del livello dei salari dei dipendenti pubblici e degli insegnanti (sia impiegati in scuole pubbliche che private). Il governo ha approvato la bozza di legge a settembre, ma non ha mai portato la normativa di fronte al parlamento per la votazione finale. L'obiettivo, secondo l'esecutivo, è quello di individuare misure finanziarie atte a coprire i costi degli aumenti.

Secondo la Banca Centrale di Beirut, infatti, un aumento degli stipendi pubblici avrà un impatto negativo sull'economia del Paese perché costringerà il governo ad intervenire al rialzo sul livello della pressione fiscale. Il Consiglio dei Ministri libanese ha proposto di aumentare l'IVA di due punti (dal 5 al 7%) e di incrementare le tasse su beni di lusso, prodotti di importazione e bollette del telefono, nell'obiettivo di ricavare 50 miliardi di lire libanesi (circa 26 milioni di euro) necessari ad accordare gli aumenti.

Un modo, quello del governo, per privare la protesta del settore pubblico del sostegno della società libanese?

Nena News

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