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25 Aprile

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(25 Aprile 2010) Enzo Apicella

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(Ora e sempre Resistenza)

6 LUGLIO 1945, GIUSTIZIA PROLETARIA A SCHIO VICENZA.

I COMUNISTI CONTRO IL FASCISMO E IL CAPITALISMO SEMPRE!

(3 Luglio 2014)

TESTO DEL VOLANTINO CHE SARA' DIFFUSO DOMENICA 6 LUGLIO IN OCCASIONE DELLA CONTROMANIFESTAZIONE ORGANIZZATA CONTRO LA PRESENZA DI FASCISTI E NEONAZISTI A SCHIO.

FRONTE UNICO DELLA SINISTRA POLITICA, SINDACALE E DI MOVIMENTO CONTRO IL FASCISMO, IL CAPITALISMO, CONTRO IL GOVERNO RENZI, PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI

La sollevazione partigiana del ‘45 rovesciò il regime nazifascista. Le aspirazioni più profonde di quella giovane generazione andavano ben al di là: ponevano in discussione il regime capitalista che aveva generato il fascismo, e le classi dirigenti che lo avevano sostenuto e foraggiato. La “rossa primavera” delle canzoni partigiane parlava di socialismo e di potere dei lavoratori.

LA RESISTENZA: UNA RIVOLUZIONE TRADITA
Ma le direzioni della sinistra italiana a partire dal PCI di Togliatti tradirono la Resistenza Partigiana. In accordo con Stalin e le sue intese di spartizione con le potenze capitaliste “democratiche”, salvarono il capitalismo italiano. Si accordarono con la DC e i partiti borghesi per una soluzione di governo di unità nazionale, che salvaguardasse la proprietà dei capitalisti, rimettesse in sella i vecchi prefetti, amnistiasse i fascisti. Il ministro di Grazia e Giustizia era Togliatti, a braccetto di De Gasperi. Fu la pugnalata alla schiena di una rivoluzione possibile. La Costituzione borghese del 48 concordata fra De Gasperi e Togliatti sigillò il tradimento della Resistenza. “ Una rivoluzione promessa in cambio di una rivoluzione mancata” scrisse Calamandrei.

LA RISPOSTA PARTIGIANA DI SCHIO ALLE VIOLENZE FASCISTE
La classe lavoratrice e le masse popolari, le organizzazioni politiche e sindacali di Schio (VI), cittadina con un forte sviluppo industriale, subito dopo il Biennio Rosso (1919 – 1920) e per tutto il ventennio nero hanno subito la feroce repressione dello squadrismo fascista. L’avversione al fascismo non è venuta mai meno tra i lavoratori, la partecipazione allo sciopero del marzo 1944 e allo sciopero insurrezionale dell’aprile 1945 è stata di massa. Due mesi dopo il 25 aprile del ’45, i partigiani che in gran parte erano operai, braccianti e comunisti iniziavano a rendersi conto che l’auspicata rossa primavera non si sarebbe realizzata. Nel carcere locale erano rinchiusi un centinaio di detenuti, la gran parte criminali fascisti, pezzi grossi del fascismo locale, noti aguzzini a servizio del padronato. Bisognava impedire che vista la lentezza e l’assoluta insufficienza dell’epurazione, i fascisti ritornassero a spadroneggiare nelle fabbriche e nelle piazze. Da qui la decisione di assaltare, il 6 luglio 1945, il carcere locale ed esercitare, dopo aver liberato alcuni piccoli delinquenti comuni, la giustizia proletaria.
Tutto ciò che seguì, nella lunga pagina del dopoguerra (dalla repressione degli operai e dei comunisti sino allo stragismo di Stato) è la riprova dell'ipocrisia della “democrazia” borghese: come diceva Lenin “un paradiso per i ricchi, un inganno per gli sfruttati”. La letteratura della Costituzione serviva a mascherare questa verità.

MATTEO RENZI: UN ASPIRANTE BONAPARTE
Oggi, la gran parte dei dirigenti del PCI dopo infiniti trasformismi ha concluso la propria carriera nel PD di Matteo Renzi. Un partito liberale divenuto il comitato elettorale di un Bonaparte che nel contempo effettua un attacco ai lavoratori e riduce i diritti democratici. Una politica che serve solo a rendere più rapide, stabili, governabili, le politiche di precarizzazione selvaggia del lavoro, dei tagli sociali, delle privatizzazioni, a uso e consumo dei profitti dei capitalisti e delle banche. E' il progetto di una Repubblica reazionaria.
L’assenza di una reale opposizione al governo Renzi da parte delle sinistre cosiddette radicali e da parte delle burocrazie di CGIL e FIOM favorisce il nuovo bipolarismo reazionario Renzi/Grillo e trascina la deriva della democrazia borghese italiana.

PER UNA REPUBBLICA DEI LAVORATORI. PER UNA SINISTRA CHE NON TRADISCA
Passato e presente ci chiamano dunque a un bilancio e alla necessità di una svolta.
Occorre costruire una sinistra rivoluzionaria, che stia sempre e solo dalla parte dei lavoratori, che rompa con la compromissione con i loro avversari, che leghi ogni battaglia immediata, sociale e democratica, a una prospettiva di rivoluzione. Il capitalismo non ha più nulla da offrire né in termini sociali né in termini di democrazia. La sua sopravvivenza trascina con sé una regressione storica sempre più profonda delle condizioni sociali e dei vecchi diritti costituzionali. Solo una rivoluzione socialista, solo un governo dei lavoratori che rifondi la società da cima a fondo, può impedire una deriva reazionaria. In Italia e in Europa.
Per questo l'unico modo di onorare realmente la memoria della Resistenza è lottare per la liberazione dalla dittatura del capitale, la speranza per cui tanti partigiani combatterono e morirono.

Per questa prospettiva, il Partito Comunista dei Lavoratori propone a tutte le forze della sinistra politica, sociale e di movimento un fronte unico di lotta antifascista e anticapitalista, per un Governo dei lavoratori e gli Stati Uniti Socialisti d’Europa.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI, SEZIONE DI VICENZA

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