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(5 Maggio 2015)
L'andamento dello sciopero della scuola e delle moltissime manifestazioni svoltesi a livello locale liquida senza possibilità di smentita la pretesa del Governo di considerare la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola l'espressione di una solida resistenza all' "innovazione".
In tutte le piazze italiane centinaia di migliaia di lavoratori, studenti, cittadini hanno affermato un'idea di scuola assolutamente chiara: pubblica, fondata sulla libertà di insegnamento, sulla collegialità e sulla cooperazione.
Una scuola adeguata alle esigenze di crescita culturale ed umana delle nuove generazioni, lontana dalle pretese degli apologeti del mercato, dei cantori della gerarchia, della competizione e delle privatizzazioni.
Il fatto più interessante a cui abbiamo assistito oggi è il livello altissimo di partecipazione del popolo della scuola e la presenza di gruppi di lavoratori e studenti di singoli istituti con propri striscioni.
Questo sciopero costituisce la seconda tappa importante della battaglia contro l'idea reazionaria di scuola e di società che il governo Renzi vuole affermare con la prepotenza che ne caratterizza l'operato. Segue infatti lo sciopero nazionale del 24 aprile e rende chiaro a tutti che gli obiettivi della battaglia attuale sono:
1. ritiro del ddl impropriamente definito "la buona scuola";
2. immediata assunzione su tutti i posti disponibili del personale precario;
3. rinnovo contrattuale con forti incrementi retributivi;
Si tratta del momento iniziale di una lotta che sarà lunga, per questo la CUB Scuola Università e Ricerca considera inaccettabile ogni tentativo di aggiustamento "cosmetico" del ddl e propone ai colleghi, ai coordinamenti, alle forze sindacali di proseguire la mobilitazione con il boicottaggio delle prove invalsi nei giorni 6,7 e 12 maggio e con l'organizzazione dello sciopero degli scrutini finali.
Torino, 5 maggio 2015
Per la CUB Scuola Università Ricerca
Il Coordinatore Nazionale
Cosimo Scarinzi
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