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Morte di Silvio Berlusconi: qualche considerazione

(15 Giugno 2023)

Tomaso Montanari

Tomaso Montanari

La prima considerazione è che stiamo annegando in un mare di bava, quella che cola da tutti i media italiani. Mentre i maggiori quotidiani esteri – dal New York Times a El Paìs, da Le Monde al Guardian ecc. ecc.- ricordano l’origine “misteriosa” dei soldi del Cav, le sue amicizie mafiose, i guai giudiziari, le figuracce internazionali, la riduzione delle donne a merce da acquistare, la stampa italiana ha creato un nuovo santo, dimenticandosi bellamente di quanto sopra.

La seconda considerazione è il ricordo, come lavoratori, dell’attacco spietato condotto verso i proletari.
Due le direttrici: da una parte quella ideologica (“ognuno è imprenditore di se stesso”, “ognuno deve imparare a vendersi al meglio sul mercato”, “ognuno è arbitro delle proprie fortune, se si fallisce, è perché si è dei falliti” ) per spezzare la solidarietà e il concetto stesso di classe, di un’azione comune del proletariato. Dall’altro, celato sotto l’ossessione anti-comunista, l’attacco ad ogni critica, organizzata o meno, alla società capitalistica, allo strapotere dei padroni, all’idea che potesse esistere un mondo diverso, non basato sull’accumulazione del capitale e sulla preminenza del profitto.
Attacco concretizzato – nella 3° legislatura berlusconiana – con l’approvazione della legge Biagi, che diede l’avvio alla precarizzazione spietata del mercato del lavoro (co.co.pro o contratto a progetto, somministrazione di lavoro del contratto di lavoro ripartito, contratto di lavoro intermittente, lavoro accessorio e lavoro occasionale, lavoro a chiamata, lavoro condiviso o job sharing, ecc.), attacco proseguito – va detto, da tutti i governi che lo seguirono e le cui conseguenze abbiamo sotto gli occhi da anni.

Non vogliamo sprecare più di tante parole e chiudiamo con questa pacata e sintetica lettera del Rettore dell’Università per Stranieri di Siena :

“Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.

Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte.
Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati.
- dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri,
• dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv),

• dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico,
• dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura.
In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione.
Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita.
Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.

Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì, giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale, mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere dell'Università per Stranieri di Siena non scendano.
Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.


Col più cordiale saluto,
il Rettore
Tomaso Montanari
Professore ordinario di Storia dell'arte moderna
Rettore dell'Università per Stranieri di Siena”

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” - Sesto S.Giovanni

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