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Cantiere Italia

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(17 Novembre 2010) Enzo Apicella
Presentato il report Inail: gli omicidi sul lavoro nel 2009 sono stati 1021

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(Di lavoro si muore)

MARCINELLE (Belgio) 8 AGOSTO 1956, UNA “CATASTROFA” E STRAGE DI MINATORI ANNUNCIATA (262 MORTI, 136 IMMIGRATI ITALIANI)

(6 Agosto 2023)

DOPO 67 ANNI, si MUORE ANCORA SUL LAVORO e da…LAVORO SALARIATO, MANCA ANCORA UNA CULTURA ESTESA E DI MASSA, SULLA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA. A 150 ANNI DALL’INTERNAZIONALE antiautoritaria di SAINT IMIER con iniziative effettuate dal 19 a 23 luglio 2023, LOTTIAMO UNITI PER UN ALTRO FUTURO, ENSEMBLE POUR UN AUTRE FUTUR

marcinelle

8 AGOSTO 1956, la strage sul lavoro nella miniera di MARCINELLE in Belgio, con bilancio finale di 262 morti, di cui 136 di emigrati italiani. Causa dell’ennesima STRAGE ANNUNCIATA, la “CATASTROFA” nel linguaggio ibrido dell’epoca tra i migranti, un incendio scoppiato a quota 975 della miniera, nel distretto carbonifero di Charleroi. I minatori morirono a causa di un banale e prevedibile incidente, dovuta alla mancata applicazione di semplici misure di protezione, dalla disorganizzazione che utilizzava e sfruttava, allora come oggi la forza lavoro emigrata, messa in competizione tra le diverse nazionalità ed etnie e con lavoratori-trici italiani, una merce umana di scambio, per accordi internazionali (tra i Governi belga e italiano, forza lavoro e braccia in cambio di quote di carbone, l’ORO NERO dell’epoca), per la "ripresa economica”, per ottenere o mantenere inalterato, il profitto di pochi, a danno di tanti-e.

Eppure, dopo 67 anni, malgrado le innovazioni tecnologiche avanzate rispetto agli anni ’50 del secolo scorso, una legislazione potenzialmente migliore (D. Lgs. 81/2008 e le tante direttive europee su salute e sicurezza), SI MUORE ANCORA SUL LAVORO E …DA LAVORO SALARIATO, in ITALIA con un triste primato di morti, infortuni sul lavoro (quelli denunciati e certificati in modo ufficiale, che non sono la totalità di quelli che realmente avvengono), anche “in itinere”, specie durante il percorso di ritorno dal lavoro quando si è più stanchi e affaticati da ritmi e condizioni di microclima non idonee, con un aumento di malattie professionali e…la siccità e il caldo che ti fanno star male per tenere alti i ritmi di produttività, nelle fabbriche, nell’edilizia, come nei campi e in agricoltura, dove si MUORE PER “l’ORO ROSSO” (la raccolta di pomodori, frutta e ortaggi, nonostante alluvioni e temporali quest’anno abbiano massacrato anche la produzione orto-frutticola) o negli uffici e servizi pubblici e privati, comprese le CASE DI RIPOSO E LE RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI (già martoriate ai tempi della pandemia). Senza dimenticare che, come accaduto per chi faceva stage e la famigerata ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO, di cui si continua a chiedere l’eliminazione come forma di sfruttamento fino alla morte, di giovani e di forza lavoro…in formazione, le stesse PROTESTE E GLI SCIOPERI SPONTANEI, NELLE FABBRICHE COME IN AGRICOLTURA, sono ancora un fattore di contrasto, sfilacciato e non coordinato, con un’attenzione di poche minoranze, anche sindacali “di classe”, finalizzata a tenere insieme LA LOTTA PER ADEGUATI AUMENTI SALARIALI, PER CONDIZIONI DI SALUTE E SICUREZZA IDONEE E DIGNITOSE PER LA VITA DELLE PERSONE, CON LA LOTTA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI E LE DISPARITA’ DI TRATTAMENTO “DI GENERE”, che riportano ad una concezione autoritaria, feudale, patriarcale dei rapporti di lavoro conseguenti a quelli sociali in fase di ristrutturazione e di crisi costante, aggravata da scenari di guerra. Un dominio culturale delle classi dominanti e di chi gestisce il potere anche a livello istituzionale, approfittando dello smantellamento dell’istruzione pubblica, di massa, riducendo a mera testimonianza, il sapere critico e collettivo, la stessa formazione delle giovani generazioni, la futura forza lavoro da sfruttare e sottomettere.

Fino a che la SALUTE SARA’ CONSIDERATA UNA MERCE, LA SICUREZZA UN “COSTO da ridurre, abbattere, o contenere” per mantenere profitti e utili, sulla pelle di chi lavora, la strada sarà ancora lunga da percorrere. A questo stato di cose, COME A MARCINELLE 67 ANNI FA, OGGI IN ITALIA E NELLA “CIVILE EUROPA” dilaniata da conflitti etnici e da guerre per il controllo delle materie prime e delle risorse energetiche, rimane VALIDA E ATTUALE LA PRATICA della “LOTTA DI CLASSE”, la pratica che abbiamo ereditato dai fondatori dell’Usi nel 1912 e dalla lezione degli aderenti all’INTERNAZIONALE ANTIAUTORITARIA DI SAINT IMIER, di cui si sono svolti quest’anno, dal 19 al 23 luglio i 150 anni (in ritardo di un anno causa pandemia e difficoltà di spostamenti).

PER questo manteniamo vivo il RICORDO anche DELLA STRAGE DI MARCINELLE, poiché ancora oggi più del passato, è necessario sviluppare L’AUTORGANIZZAZIONE SINDACALE E SOCIALE, SUI POSTI DI LAVORO E SUI TERRITORI, come pratica quotidiana solidale e internazionale.

Così come diventa importante, continuare l’attività per una cultura estesa e di massa sulla SALUTE E SULLA SICUREZZA, con INIZIATIVE DI PREVENZIONE, INFORMAZIONE, DI FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, COORDINANDO E COLLEGANDO LE LOTTE nei vari settori, secondo l’intreccio lavoro-salario-salute e sicurezza-contrasto alle discriminazioni di genere, mettendo in conto e in preventivo, quello che la reazione padronale e governativa attua a fini repressivi e di criminalizzazione, per stroncare o ridurre ai margini, qualsiasi tentativo di opposizione. UNITI PER UN ALTRO FUTURO...ENSEMBLE, POUR UN AUTRE FUTUR.

Usi Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912 e ricostituita segreteria nazionale collegiale Cuneo/Rimini/Caserta/Roma ed esecutivo nazionale

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