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NE' ODORE NE' PROFUMO

Commento a: «Il senso dell'impotenza»

(2 Marzo 2008)

Leggendo sul sito questo ed altri interventi sulla deriva che coinvolge tanti militanti comunisti mi viene da dire che non si respira nè odore di pane nè profumo di rose, ma l'aria è pervasa da una densa nuvola pulviscolare prodotta dalle cadenti macerie dell'idea stessa di comunismo.
Già prima del crollo del muro di Berlino erano comparsi i primi segni di un lento declino dei principi che riconoscevano il lavoro e la socialità valori fondanti di una società democratica. La marcia dei qurantamila alla Fiat , l'abiura da parte di Lama della concezione secondo cui il lavoro è una variabile indipendente del processo di produzione, la sconfitta al referendum sulla scala mobile costituivano tutti segnali di un mutamento profondo che stava intaccando la coscienza comune e il sentire diffuso.
La fine del sessantottismo e il fallimento del tentativo di rivoluzione operato negli anni settanta aprivano la strada all'affermazione dei principi su cui si fonda il liberismo: individualismo spinto, smarrimento della solidarietà e della cooperazione, competizione esasperata in economia e nella società.
Il traghettamento è stato operato in Italia da quelli che potrebbero definirsi parricidi fondamentalisti, quelli che hanno buttato via il bambino e l'acqua sporca: PDS>DS>PD. Oggi siamo all'approdo finale di tale passaggio. Il rifiuto di Veltroni di contaminarsi con i rappresentanti di una idea, anche minimale, di socialità sta lì a dirci che per lui la storia è finita, il percorso umano è giunto al capolinea invalicabile del liberismo.
In questa situazione gravosa, CHE FARE?
Che fare quando la borghesia si organizza per espellere dalle "sue" istituzioni, a partire dal parlamento chi. anche timidamente, mette in discussione la sua egemonia? O sfugge che l'obiettivo primario del PD e del PDL sia esattamente questo?
Credo che il tentativo di raccogliere in fretta e furia quanto resta di antisitema, con tutte le contraddizioni e i limiti che un'operazione prevalentemente elettorale comporta, sia da valorizzare e cogliere come un'opportunità, più che come una tragedia. Per questo sento il bisogno di accantonare le remore e le riserve che pure restano e contribuire perchè in parlamento sia presente una pur flebile voce che dia fiato alle attese e alle speranze del lavoro e dei ceti sociali più deboli. Per questo avverto la necessità di sostenere SinistrArcobaleno.
D'altronde cosa offre la così detta sinistra alternativa? Mugugni, imprecazioni, invettive, recriminazioni, settarismi, frazionismi. Un infantilismo individualista incapace di mettere da parte il proprio io borhese per mettersi a disposizione di una causa comune che interessa ancora, anzi forse più di ieri, milioni di persone. Come dice anche Franco Astengo è pù di anno che è stata avanzata la necessità di un raccordo fra le schegge comuniste. La risposta è stata un permanente stato di guerriglia fra impotenti che ha contibuito ad accentuare la diaspora e il riflusso, fino al rifiuto del voto, di migliaia e migliaia di persone che non si sentono rappresentati dai partiti concorrenti nelle imminenti elezioni. Esattamente quello che cerca di ottenere la borghesia.
Complimenti ai rivoluzioanri che fanno il gioco degli avversari dei lavoratori. In buona fede?

vincenzo lombardo

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