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Chiamerei le cose con il loro nome...

(15 Maggio 2008)

Chiamerei le cose con il loro nome.

Nel capitalismo, che nel prezzo delle merci e servizi che vengono vendute in italia, realizza il suo capitale, in questo senso "italiano", il lavoro vivo è necessario.

E' il lavoro vivo che produce il capitale: in tutte le sue forme giuridiche di esplicazione e ralizzazione pratica del lavoro: operaio, impiegato, precario nei vari generi, autonomo.

E'dal 1993 con l'inizio delle privatizzazioni liberiste dei settori dell'economia capitalistica italiana di stato, che il capitalismo nel territorio chiamato italia, modificando il quadro di sfruttamento precedente, complici i sindacati confederali, inchioda il lavoro vivo al salario dell'epoca: oggi è ancora così.

Infatti i governi succedutosi e l'attuale, almeno in alcune dichiarazioni, pensano di dare qualcosa ai salari utilizzando l'alleggerimento della tasse, le quali, non derivano dai profitti del capitale ma principalmente ancora dai salari e dal lavoro, presente e futuro. E con la promessa di togliere balzelli per le imprese si confonde tra impresa che impiega capitale e realizza capitale sfruttando il lavoro e le imprese di individui singoli o associati che non hanno capitale e vivono essenzialmete di lavoro. Quest'ultime non sono imprese.

Non è la contrattazione sindacale portata avanti dalla maggior parte dei sindacati italiani che porta al lavoro vivo maggior ricchezza, che nella società capitalistica è rappresentata dal denaro. E nemmeno nell'assenza di ogni tutela di qualunque natura per il lavoro non salariato classico: autonomo e precario.

E avanti di questo passo.

Il revisionismo storico è stato lo strumento ed è tuttora quello che ricostruisce l'idea nazionalistica, depurandola dal nazismo e dal fascismo, i quali avevano saldato l'idea della nazione e il sistema di controllo del lavoro vivo sul modello carcerario e concentrazionario quale necessità del capitalismo di quel tempo storico. Così argomentando il revisionismo storico dice che il nazismo tedesco è reazione al comunismo sovietico; crollati entrambi, crolla anche l'origine conflittuale dai quali sono nati.

Ecco che allora, finito il conflitto capitale e lavoro e finito il nazionalismo di impronta nazi-fascista con le sue varianti, la politica è libera di costruire nuovi nazionalismi o localismi nazionalistici: es. padania. Questi hanno avuto legittimità non tanto nell'affermazione scritta, quanto nella necessità di una neo-ideologia del capitalismo per controllare il conflitto tra capitale lavoro. Ecco che cosa serve la lega.

Nell'estensione del controllo capitalistico su scala planetaria, costruito dal lavoro vivo, controllato dal capitale, molte forme politiche, giuridiche, sociali diverse dai rapporti capitalistici nel mondo, si sono dissolte o si dissolvono, contrastatissime del resto.

La migrazione e i migranti sono il prodotto di questo processo.

Che il lavoro vivo, in europa, ma specialmente in italia comandato dal capitale, orienti il suo contrasto con il capitale entro un quadro neo nazionalistico, e cioè la padania come stato, pur virtuale, ma reale rappresentato dalle regioni del nord, è un dato di fatto, prodotto storicamente da una progaganda violentemente organizzata verbalmente, da quelli che si sono definiti romanticamente i "fabbricatori d'odio".

Neo-nazionalismo, revisionismo storico, neo razzismo sono la propaganda quotidiana martellante sul lavoro vivo.

La lega come forza poitica in un quadro che colloca il lavoro come tutelato dentro un suo quadro "nazionale" all'interno del quale può operare quel'alleggerimento fiscale di cui si diceva sopra, cioè dare delle risorse prese alltrove (sud) e tutelare il lavoro vivo dentro un quadro neo-nazionalistico, ha il personale politico efficiente per la bisogna al quale puo essere delegato il nuovo controllo, a basso livello, del sistema di funzionamento del capitalismo nostrano, coniugando l'efficienza amministrativa dei comuni, cioè l' attivismo con interventi come: fare attraversare le vecchiette la strada, togliere le carte dal marciapide, intevenire perchè un tombino è ostruito, tutte cose per le quali non si può dire nulla di male.

La sinistra è all'interno di questo quadro, nel quale vorrebbe pure governare: si è visto nel dato dato elettorale cosa le è successo, tenendo presente quanto le ultime elezioni hanno rappresentato la "sacralità" delle riforme politiche, ma era evidente già negli ulimi tre anni.

Il lavoro vivo non vive di chiacchere, e come prima di oggi qualcuno ci può ricordare per comprendere le condizioni di esistenza e coscenza del lavoro vivo, all'interno del capitale in generale, il lavoro vivo in questa forma attuale può solo vivere comandato dal capitale, individualmente, ed a questo lavoratore vivo si contrappone l'organizzazione sociale del mondo che lo stesso singolo lavoratore vivo produce ogni giorno nella combinazione tecnica della produzione salariato o non salariato.

Ma rimane l'elemento su quale tutto poggia.
ecco perchè è così importante.

Inoltre la necessita di bloccare una pratica di trasformazione dei rapporti sociali capitalistici porta "gli eroi di cui sopra" ad appropiarsi anche dei lavoro teorico pratico che si produce per rovesciarlo nel loro quadro concettuale.

Ma anche questa è una cosa che si può ben comprendere.

Roberto Verdi

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