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Lotte di classe.

(17 Maggio 2008)

Ho letto con interesse l'articolo di Michele Basso sugli scioperi dei tessili in Egitto e la relativa (e ottima!) impostazione ideologica sul continuum della lotta di classe che si riaffaccia nel mondo. Questo però non mi sembra sufficiente a nutrire un risveglio, una nuova alba propositiva di socialismo proprio in una epoca come questa dove è ancora presente il pesante crollo ideologico del concetto socialistico o comunistico che si è concretizzato. E, si badi bene, si è concretizzato proprio sulla sfida "mercantile" dei due soggetti (capitalismo e socialismo), non è crollato per inferiorità in un conflitto armato, il ché avrebbe reso meno drammatico l'avvenimento in quanto l'ideologia non sarebbe stata assolutamente compromessa. Questo riaffacciarsi delle lotte di classe, in questo modo, è, secondo me (parere del tutto opinabile), un ritorno indietro di 150 anni fa, cioè non sorgono col proposito ideologico di classe (estensione di diritti politici) ma sorgono dalle reali necessità del vivere quotidiano. Il cammino ideologico pertanto è ancora distante, ma anche fosse presente, non potrebbe essere incoraggiante viste le relative recenti inversioni di segno: il ritorno al sistema capitalistico dei Paesi (e che Paesi!) un tempo sulla via (così si diceva) del socialismo. Cosa voglio dire con questo: voglio dire di lotte di classe, ora qui ora là, ce ne saranno sempre, ma difficilmente potranno avere carattere socialistico, almeno secondo il pensiero di Marx che non ammetteva un socialismo della miseria o nato da condizioni disastrose di partenza. Questa condizione, al momento, gli ha dato ragione.

Rolando Marchioni

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