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Il fango va evitato.

(18 Maggio 2008)

Che i sindacati di stato siano una palla al piede dei lavoratori e della società tutta è evidente. Ma non perché siano un elemento di difesa dei loro diritti e quindi impongano rigidità inaccettabili. Anzi.

Nell'intervista a Livadiotti, estensore del libro L’altra casta, invece, c’è un attacco frontale alle pratiche sindacali, di qualsiasi origine e tipo, che viene fatto passare attraverso quella che è una verità inoppugnabile, e cioè che i sindacati concertativi sono un’azienda tra le altre che si spaccia per quello che non è e che, per questo, è protetta da leggi di stato volute da stato stesso, casta sindacale e padroni -di cui Livadiotti è un chiaro lacché portatore d’acqua ai suoi signori.

Il livore antisindacale di Livadiotti si scatenerebbe anche contro il sindacalismo di base, se potesse. Ma ha scelto l’argomento sbagliato per fare questo. Ed allora nell’intervista attacca su legge 30, difendendola, e diritto ad un lavoro degno di questo nome, perché per lui se è precario è meglio.

C’è da scommetterci che il signor Liavadiotti, senza sbagliare argomento per poter attaccare il sindacalismo antipadronale, il prossimo libro lo scriverà contro il terrorismo prodotto dai lavoratori che scioperano.

La critica ai concertatori pseudosindacali deve essere aspra, tagliente, propositiva di forze e forme sindacali antagoniste al sistema e agli interessi di padroni, stati padronali e caste sindacali filopadronali. Ma Livadiotti in questo non può esserci utile.

Bisogna fare attenzione: per pulirci dalla melma di cui ci hanno imbrattato politicanti di ogni natura, che offendono la pratica della politica partecipativa, pseudosindacalisti in odore di servilismo, che sviliscono la condizione dei lavoratori tutti, e costruttori di opinione pubblica carica di coscienza falsa -qual è Livadiotti-, che sono pagati dal padronato perché facciano gli untori della peste culturale del capitalismo attuale, non possiamo usare il fango che l’ideologismo benpensante padronale ha fatto vincere anche nella testa di molta parte dei lavoratori. Così ci diamo la zappa sui piedi.

Brunello Fogagnoli

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