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(15 Ottobre 2007)
Non sono d'accordo con chi, anche fra i sostenitori del no, dichiarano che la consultazione sindacale è stata un "grande fatto democratico". Sulla natura democratica della consultazione ho più di qualche dubbio non solo e non già per i brogli che ci sono stati quanto per l'impostazione plebiscitaria che si è voluto dare all'evento. E il plebiscito è tipico dei regimi autoritari. E neanche sono disposto a prendere per "buoni" i risultati perchè mi sembrano così scontati da non escludere la loro predeterminazione a tavolino. E fin qui il quadro formale dell'evento. Quanto ai numeri, sempre prendendo per buono il risultato ufficializzato, mi pare di dover evidenziare alcuni aspetti e fare alcune considerazioni:
a) sulla base dei dati disponibili la consultazione avrebbe dovuto riguardare una platea, fra lavoratori dipendenti e pensionati di ben oltre i 20 milioni di persone di cui quasi 12 milioni di iscritti ai sindacati confederali.
b) hanno votato, invece, poco più di 5 milioni quindi poco più o poco meno (probabilmente meno) di un quarto degli aventi diritto.
c) all'interno di questo quarto , un quarto è rappresentato dai pensionati la cui partecipazione alla consultazione, sul piano della competenza, a mio -e non solo mio- parere, desta più d'una riserva.
d) i pensionati partecipanti al voto sono stati 1 milione e 100 mila di cui oltre il 93% hanno votato SI e il 7% ha votato NO
e) perciò scorporando il voto dei pensionati da quello dei lavoratori dipendenti, riguardo a quest'ultimi i SI corrisponderebbero al 78% ed i NO al 22%
f) rispetto alla platea degli iscritti al sindacato (12 mln) la partecipazione al voto non ha superato il 40% ; al netto dei pensionati (6,5 mln) invece la partecipazione si aggira sul 63%
g) hanno sostenuto il SI le strutture (con mezzi ed abbondanti finanziamenti propri non disponibili per i sostenitori del NO) di CGIL, CISL, UIL, UGL (sindacato di destra) , sindacati autonomi, CONFINDUSTRIA, categorie economiche con l'appoggio (autentica campagna mediatica) di Giornali, Tv (pubblica in particolare) , partiti di centro e riformisti
h) ha sostenuto il NO principalmente la FIOM e, per vie informali, alcuni partiti della sinistra radicale ed in maniera più esplicita alcuni pezzi della stessa
i) il rapporto tra sostenitori del SI e quelli del NO si può - nella peggiore degli ipotesi per i secondi - essere fissata in 4 a 1
l) i sindacati di base hanno fatto campagna per l'astensione;
m) posto quanto sopra e rapportandolo ai risultati si ha che un punto del SI vale 1.028.000 voti contro i 926.000 voti del NO; al netto dei pensionati il punto del SI vale 772.000 voti ed il NO 855 mila
Anche alla luce di questi dati ritengo che l'entusiasmo dei "vincitori" non abbia una sostanziale ragion d'essere sia in termini numerici sia sul piano della "qualità" del voto medesimo. I SI appaiono meno autentici (possiamo paragonarli alla stregua di un prodotto OGM) di quanto non siano invece i voti del NO.
Inoltre ben oltre 13 milioni di lavoratori dipendenti non hanno partecipato al voto. Posto che la metà del non voto rappresenti un disinteresse fisiologico verso l'evento , ritengo che il resto rappresenti in buona parte l'espressione della sfiducia verso un sindacato sempre più schiacciato sulla politica e che per questo da vent'anni gestisce una continua rinuncia delle conquiste ottenute in precedenza dalla classe lavoratrice attraverso dure ed intense lotte di cui oramai non si ha neppure più memoria e se c'è la si vuole rimuovere.Ed è proprio anche a causa di questa politica sindacale che oggi si sta peggio di ieri e date le premesse questo peggioramento continuerà. A conti fatti, questi "sfuduciati" uniti ai NO espressi rappresentano una platea superiore di quella che ha votato SI. Questa platea merita di essere politicamente e sindacalmente rappresentata. E a rappresentarla non può che ritornare ad essere n Italia un nuovo, forte ed autonomo partito comunista. Tutto il resto sono espedienti politicisti.
Lucio Costa
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