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Five o'clock tea

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(4 Novembre 2007)

Il fatto: Bertinotti dona al parroco della parrocchia Tor Tre Teste (Roma Est) 50.000 euro avuti come risarcimento in una causa per diffamazione vinta contro il canale televisivo LA7.

La “via italiana al socialismo”, già così impervia e piena di sconfitte, appare allungarsi infinitamente, visto che l’unico partito di una certa consistenza, che si ispira al comunismo, non viene finanziato dai suoi massimi dirigenti che preferiscono finanziare il più potente alleato storico della destra, la Chiesa cattolica.

Naturalmente in un bel dibattito, con il profilo di Bertinotti a favore di telecamera, con una sequela di quelle tipiche frasi fluenti ma incomprensibili, nobilitate dalla sua erre moscia, e rese più autorevoli dai costosi “cachemire”indossati dal vecchio militante comunista,la bontà della donazione sarebbe EVIDENTE e tutti tornerebbero a casa felici.

La SINDROME del “compromesso storico” del caposcuola Enrico Berlinguer, culminata dopo 30 anni nella nascita del Partito Democratico (che sembra già molle e sfatto come la faccia di Veltroni), non abbandona i vecchi “comunisti”, e malgrado tutti gli evidenti fallimenti, ci si offre al dialogo con i cattolici, anzi li si finanzia.

Ma è mai possibile che in Italia quei fessacchiotti degli operai e dei salariati non siano mai riusciti ad avere un partito politico autogestito, senza la tutela di intellettuali, senza politicanti a vita, totalmente laico e senza ideologia, capace di difendere i propri interessi materiali, dando l’esempio eleggendo i propri deputati solo per due legislature e poi rimandandoli sul proprio posto di lavoro originario.

Eppure non è un concetto così difficile da capire, anche e soprattutto nel sindacato, che dovrebbe essere un sindacato unico dei lavoratori,AUTOGESTITO,si dovrebbero per sempre superare le tutele dei partiti che arrogantemente dividono i lavoratori e mettono le loro sigle e bandierine facendo un minestrone di sindacato e politica.

La sinistra si è autodisintegrata per essersi affidata a politicanti di professione, inamovibili, che ormai finanziano le parrocchie al posto della loro stampa, o come D’Alema a cui il sindaco di Acqualagna chiede di fare l’ambasciatore del tartufo locale, naturalmente quando è libero dal gravoso impegno con le regate veliche.

C’è da fa tesoro di questa involuzione che ha raggiunto il capolinea, e bisogna invertire la tendenza creando nuove organizzazioni in cui i dirigenti siano di passaggio, due mandati al massimo, anche per le cariche interne e poi non più eleggibili, e siano solo portavoce di decisioni prese dal basso, dove è auspicabile che si voti spesso, almeno su ogni decisione importante, magari inventandosi nuovi modi con Internet e il telefono.

L’ANTIPOLITICA sono quelli che oggi siedono in Parlamento, e sono coloro che hanno fatto della RAI un ufficio di collocamento dei loro sodali e familiari, vanno in TV invece di andare tra la gente, sono tutti carichi di soldi e privilegi, girano scortati e il PALAZZO che occupano è il più confortevole fortino che si possa immaginare.

La novità dei problemi che abbiamo davanti, il riscaldamento globale con tutte le sue nefaste conseguenze, la insostenibilità dello sviluppo basato sul “liberismo”, con la necessità globale di decrescere di numero di abitanti e di consumi,la nostra “impronta ecologica” che ci vede consumare più materie prime, acqua e territorio di quanto la natura riesce a riprodurre, esige una nuova classe politica, con cultura nuova, adeguata ai problemi, che ha come compito principale guidare l’economia verso l’autosufficienza energetica con le tecniche rinnovabili e l’agricoltura verso l’autosufficienza alimentare di ogni nazione.

Questa è la nuova politica che serve al nostro futuro!

3 novembre 2007

Paolo De Gregorio

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