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Pro mutuo mori

Pro mutuo mori

(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

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(Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...)

Tanti auguri dai “fronti di pace”.

Parole ed opere dei nostri “Signori della guerra”.

(24 Dicembre 2007)

Le Forze Armate italiane – enunciava Napolitano lo scorso 4 novembre - rischiano di dover fronteggiare «nuove e possibili emergenze». Vanno - ricorda - «dall’aggravarsi della situazione in Afghanistan, dall’incombere di gravi incognite nella regione che abbraccia l’Irak e l’Iran, dal riaccendersi di acute contrapposizioni nei vicini Balcani, dal persistere di tensioni nel quadro politico e istituzionale in Libano, dal trascinarsi di una crisi lacerante nel Medio Oriente. L’Italia ha il dovere di sostenere questo impegno e di percepire come proprio l’obiettivo di migliorare le capacità delle nostre forze armate».

Le indicazioni del Presidente della Repubblica sono seguite alla lettera, come si evince dalle scelte economiche, politiche, diplomatiche e propagandistiche del governo Prodi.

La Legge Finanziaria 2008, approvata grazie ai voti di maggioranza e senatori a vita (un solo NO è risuonato nell’aula del Senato), ha formalizzato l’ulteriore aumento del 12% delle spese militari.

In questi giorni di vigilia, i vari esponenti del governo sono impegnati nei vari “fronti di pace”, a salutare i superpagati “bravi ragazzi” dell’esercito professionale e a programmare le future attività di “peacekeeping”.

Afghanistan
«Ho avuto un momento di commozione nel vedere i soldati italiani impegnati nell’opera di ricostruzione». Il premier Romano Prodi, nel corso della sua visita al contingente italiano a Kabul, si emoziona di fronte all'impegno e alla passione che militari italiani mettono quotidianamente a disposizione dei civili afgani. E si è congedato facendo gli auguri di Natale e di buon anno nuovo. Non sapremo mai quale accoglienza avrebbero offerto al nostro primo ministro i civili afgani abitanti nell’area di Farah, dove nelle scorse settimane gli elicotteri da combattimento Mangusta e i carri armati Dardo hanno contribuito attivamente alla “ricostruzione” della zona.

Libano
Lorenzo Forcieri, il solo sottosegretario alla Difesa rimasto disponibile (l’altro, Marco Verzaschi, deve rispondere di corruzione e concussione nell’integerrimo espletamento delle sue funzioni di ex Assessore alla Sanità in Lazio, giunta Storace) è andato in Libano, dove ha salutato le truppe italiane di stanza al comando Unifil. "Il governo italiano e tutto il nostro Paese è orgoglioso dell'eccellente lavoro svolto dalle nostre truppe nell'ambito delle missioni internazionali come quella libanese", ha detto Forcieri. Alla fine dell’incontro è stata espressa preoccupazione per l’instabilità interna, che potrebbe provocare un'involuzione della situazione.
L’appoggio incondizionato del governo italiano all’illegittimo governo Sinora e la collaborazione stretta con Israele, nell’eventualità di una probabile ripresa del conflitto, crediamo non aiuteranno i soldati italiani presenti in Sud Libano.

Kosovo
Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, dopo aver presieduto la riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sul futuro della provincia serba ha detto che: “Quella che si profila per il Kosovo sarà non un'indipendenza piena ma sotto tutela internazionale”.
Il profondo disaccordo tra le parti, albanese (USA - UE) e serba (Russia) verrà risolto attraverso un maggiore impegno militare, in primis dell’esercito italiano, che ha mobilitato un battaglione pronto ad intervenire alla bisogna.

Che dire? Una vigilia di speranza, per un futuro di pace e prosperità nell’area. ENI, Finmeccanica e O.N.G. di riferimento ringraziano.

Il movimento contro la guerra NO, e si prepara alle prossime scadenze - a partire dalla giornata internazionale NoWar del 26 gennaio 2008 - verso una grande manifestazione nazionale contro il rifinanziamento delle missioni all’estero.

24.12.2007

Rete nazionale Disarmiamoli!

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