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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

Ritiro dei licenziamenti e accordo “servile”.

I veri obbiettivi del Piano e il ruolo dei sindacati concertativi.

(22 Gennaio 2008)

Dall’inizio dei corsi previsto dal piano industriale “Fiat- Marchione”, subito si è capito l’obbiettivo.

Licenziamenti, contestazioni, e violazioni di ogni forma di tutela. Licenziamenti di lavoratori e sindacalisti, - per aver diretto la protesta contro la presenza para-militare dei vigilantes, dove si svolgono i corsi, e altri contro operai\e, per aver preso la parola durante le lezioni, per un ritardo, o per prendere una bottiglia d’acqua, mostrano, per il presente e per il futuro, quale sia l’immagine della nuova fabbrica a cui “San Marchione vuole piegare gli operai.

Se si arriva a licenziare per futili motivi come il caso degli ultimi due citati, o per aver protestato contro abusi ricorrendo allo sciopero, una ragione ci deve pur essere, in altri tempi non sarebbe mai passato per la testa a nessuno.

Alcuni delegati sospesi dal lavoro, sono rappresentanti sindacali di Fim, Fiom, Uilm; che insieme a tutte le forze sindacali presenti in fabbrica e ai lavoratori, hanno scioperato per due giorni.

Ecco che subito le O.S. si incontrano con la Fiat e siglano un accordo di continua fedeltà e subalternità, sindacale e dei lavoratori, alle volontà autoritarie dell’azienda, accettando servilmente la svolta repressiva delle relazioni sindacali messe in atto dalla Fiat.

I corsi in svolgimento in Fiat (e fortemente contestati dai lavoratori), nulla hanno a che fare con qualsiasi, benché minima, formazione tecnico-professionale, ma puntano esclusivamente ad una forzatura disciplinare ‘repressiva’ condotta dall’azienda in violazione di ogni diritto soggettivo e collettivo dei lavoratori.

Fim-Fiom-Uilm hanno preferito fare un accordo di “puro servilismo” nei confronti dell’azienda , invece di denunciare la Fiat per attività antisindacale.

Non solo per i licenziamenti e le repressioni, ma anche perché contemporaneamente allo sciopero, per i giorni di sabato 12, domenica 13 e lunedì 14, allo stampaggio si è lavorato in straordinario, e ciò, come da contratto può avvenire solo con il consenso della RSU, pertanto o c’è stato, oppure è in violazione al CCNL è quindi da denunciare.

Se il padrone è indotto dai suoi interessi, a licenziamenti arbitrari con la ridicola motivazione, che non si devono disturbare i corsi, attaccando un operaio o le avanguardie per futili motivi si tenta di incutere negli altri la sudditanza psicologica alla “nuova” filosofia padronale.

I lavoratori stanno sopportando ogni tipo di attacco alla loro condizione sociale. Anni di lotte dure e determinate come quella dei 21 giorni a Melfi, mostrano che gli operai, sono capaci di mettersi in movimento scavalcando le direzioni sindacali “colluse”.

Anche ora che la Fiat, attraverso il sole 24 ore, annuncia il suo vero piano per Pomigliano, che comprende il dimezzamento delle maestranze, Fim Fiom Uilm e Fismic con il loro consenso al piano confermano la loro subalternità.

I due mesi di corso servono, non solo per usare i lavoratori per pulire le linee e riverniciare, ma effettuare delle vere e proprie “schedature” e riduzione di personale proprio come avveniva negli anni 70, nel periodo di Valletta.

Ma tutto questo non è inevitabile, FLMUniti-CUB è impegnata a contrastare tutti i comportamenti illegittimi e lesivi dei diritti dei lavoratori, molto però dipende anche dalla volontà dei lavoratori di subire tutto questo e dal ritiro o meno della adesione ai sindacati subordinati alla Fiat.

Togliamo il nostro consenso a questi non sindacati e organizziamoci con la Flmuniti-Cub per battere i tentativi padronali di calpestare la nostra dignità e difendere il futuro occupazionale.

FLMUniti CUB Segreteria Provinciale di Napoli

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