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Aborto: fortuna che c'è

(17 Febbraio 2008)

La maggior parte dei cattolici che conosco non crede in Dio, né nei miracoli, né nella Provvidenza, né nei meriti delle preghiere. Quando stanno male e in pericolo di vita si affidano alla scienza, ai medici, e la loro vita sanno bene che non dipende da Dio, ma dalle qualità delle medicine e delle cure.

Malgrado la mobilitazione straordinaria di San Gennaro da parte del Cardinale di Napoli, il miracolo, facile, facile per uno del calibro di San Gennaro, non si è visto, e l’emergenza rifiuti continua per la gioia di camorristi che ci lucrano sopra.

La questione dell’aborto, soprattutto quello terapeutico o eugenetico (come lo definisce Ferrara), non va giù alla destra e ai preti, perché consente di mettere al mondo persone sane, che non renderanno infelici le loro madri, che faranno chiudere i lager gestiti dalle suore tipo Cottolengo, che abbasseranno le spese sanitarie e il consumo di medicine, e dimostrano che la scienza risolve i problemi e non la superstizione religiosa.

Quelli che sostengono di difendere la vita sono dei truffatori. Difendono solo il ruolo e l’influenza vaticana e delle religioni, perché sono terrorizzati dai giganteschi passi in avanti della scienza che, se non fosse ostacolata e poco finanziata, avrebbe già risolto la questione energetica, la sovrappopolazione, debellato tutte le malattie.

Industriali e preti non li senti mai difendere la vita di quelli che crepano sul lavoro, di coloro che muoiono di cancro vicino alle discariche e agli inceneritori, delle vittime (milioni) delle guerre occidentali mosse da buoni cristiani, tipo Bush, di tumori provocati dal traffico cittadino e da una agricoltura avvelenata. Sono in crisi perché aumentano le coppie di fatto, diminuiscono quelli che si sposano in chiesa, diminuiscono le vocazioni sacerdotali; gli omosessuali non si nascondono più e vivono allegramente senza sensi di colpa la loro “diversità”; i divorzi e le separazioni aumentano dimostrando l’inconsistenza e l’inadeguatezza del matrimonio, i capi politici di destra, che si presentano compunti al “family day” in Vaticano per ottenere voti, sono divorziati, puttanieri e hanno 2 o 3 famiglie.

Invece, il problema politico che abbiamo davanti, e che fa sembrare ridicoli tutti i partiti è quello di passare da una economia distruttiva e da una cultura irrazionale e bigotta, ad una nuova fase, in cui le decisioni vengano prese tenendo conto per prima cosa che viviamo in un ecosistema fragile e in crisi, e che i programmi vanno fatti seguendo le compatibilità dettate dagli scienziati per creare uno sviluppo sostenibile.

Il liberismo, la crescita economica ad ogni costo, hanno fallito e ci hanno consegnato una terra inquinata, supersfruttatata, sovrappopolata, dove le risorse primarie di acqua dolce e cibo sono già in calo e il riscaldamento globale (da fermare immediatamente) già fa sciogliere i ghiacci e cambia il clima.

Preti e politicanti che parlano contro l’aborto e si disperano perché abbiamo un miliardo di persone in meno per gli aborti fatti negli ultimi 30 anni, sono dei pazzoidi che sembrano vivere in un altro pianeta.

Il “realismo” appartiene solo a quelli che vogliono cambiare in profondità, i veri illusi sono quelli che pensano che si può continuare con vecchie logiche e superate culture.

16 febbraio 2008

Paolo De Gregorio

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