">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Italiani!

Italiani

(15 Agosto 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

Per costruire una alternativa al fallimento del ceto politico della sinistra

(19 Aprile 2008)

“Cresce l’esigenza di un momento di confronto tempestivo e pubblico tra le realtà della sinistra di classe e alternativa nel nostro paese. E’ ormai evidente come in Italia si vada chiudendo una fase storica e se ne apra un’altra. Tutto ciò non è privo di conseguenze sul piano politico, sociale, sindacale, culturale”. Questo era quanto scrivevamo nel gennaio scorso in una Lettera Aperta ai comunisti e alla sinistra.

1. L’esito delle elezioni, il disastro storico e politico prodotto dall’esperienza della Sinistra Arcobaleno, la profonda frattura - drammaticamente confermatasi - tra le istanze della sinistra, l’opzione comunista e i settori popolari nel nostro paese, impongono di procedere con rapidità verso un confronto a tutto campo teso a costruire momenti di tenuta e di rilancio di un percorso comune tra le forze che non intendono accettare la sconfitta storica della sinistra e dei comunisti. Una discussione non formale ma orientata ad affrontare alcuni snodi teorici e politici irrisolti non più rinviabili.

2. I risultati elettorali ci consegnano una quadro politico in continuità con il clima reazionario emerso in Italia in questo ultimo quindicennio. La pesante vittoria del blocco di centro-destra non è una svolta repentina della situazione ma la “rivelazione” della realtà e delle istanze vendicative sul piano sociale. Sotto tiro sono stati, e lo saranno ancora di più, i lavoratori, i sindacati, gli immigrati, i dipendenti pubblici.

Si stanno materializzando quelle variegate manifestazioni dell’odio di classe egemonizzato e pilotato dalla destra. Un odio assai confuso, molto articolato e alimentato dalla crescita vertiginosa del degrado e del disagio sociale, e che conforma ormai il rapporto tra pezzi consistenti della società con la politica.

3. Tale processo coincide con la vera e drammatica novità emersa da queste elezioni: la scomparsa della sinistra storica dallo scenario parlamentare manifestatasi attraverso il fallimento completo dell’operazione Sinistra Arcobaleno. Uno scenario che insieme all’affermazione autoritaria del bipartitismo richiama molto da vicino situazioni analoghe in altri paesi dell’Europa e che conforma l’anomalia italiana alle esigenze di una crescente competizione globale.

4. Il risultato fallimentare della Sinistra Arcobaleno alle elezioni del 13 aprile rappresenta in un certo senso l’onda lunga “dell’effetto 9 giugno”, quando i quartieri generali della “sinistra radicale” (PRC, PdCI, SD,Verdi) si trovarono in piazza da soli e senza il loro popolo che aveva invece scelto di manifestare alternativamente alle indicazioni di un ceto politico non più credibile e subalterno alle compatibilità istituzionali. I gruppi dirigenti che hanno vita alla Sinistra Arcobaleno si sono negati ad una autocritica ed a una riflessione su quella debacle e non ne hanno compreso il messaggio. Dieci mesi dopo hanno pagato la supponenza e l’arroganza con cui in questi quindici anni hanno gestito tutti i passaggi politici che hanno portato sistematicamente alla crisi esplosa clamorosamente con l’annunciato flop elettorale del 13 e 14 aprile.

5. Sul piano sindacale e sociale il ceto politico che da almeno venti anni ha occupato la rappresentanza della sinistra e dei comunisti in Italia, i loro giornali e il loro spazio pubblico, ha impedito con tutti i mezzi ogni rottura con la cultura delle compatibilità, la logica riformista e ipotecato ogni seria riflessione sulla rappresentanza politica degli interessi popolari e di classe.

Il ceto politico dominante nella sinistra “storica” non ha solo lottato per la propria auto-conservazione, ma ha bloccato lo sviluppo delle organizzazioni sindacali di base e di movimenti sociali autonomi, ha ostacolato e sbeffeggiato ogni ipotesi di ricostruzione effettiva di un punto di vista comunista della realtà, ha osteggiato e marginalizzato ogni ipotesi indipendente della e nella sinistra di classe del nostro paese.

6. Da un lato le forze che hanno dato vita alla Sinistra Arcobaleno portano nei fatti a conclusione il processo avviatosi nel 1990 alla Bolognina facendo scomparire dallo scenario politico l’opzione comunista e di classe. Tale deriva non attiene solo alla scomparsa di una identità e presenza comunista nel nostro paese ma ripropone come strategica una subalternità riformista e neo-keynesiana, fuori tempo massimo, che ipoteca pesantemente il futuro.

Dall’altro la reazione a questa deriva rischia di alimentare solo disorientamento, disagio, disillusione, ricerca di identità piuttosto che un tentativo organizzato e coerente di avviare una controtendenza che non si sottragga, però, ad una verifica rigorosa con le contraddizioni accumulate e non risolte negli anni.

7. Riteniamo, diversamente, che occorra invece avviare un processo di confronto unitario tra i movimenti politici e sociali, tutte le soggettività della sinistra di classe e dell’esperienza comunista che non sottovalutino più o diano per scontato il rapporto tra la loro funzione e i settori sociali che possono ricomporre un blocco sociale antagonista. Nessuno oggi può ancora sottovalutare come la partecipazione di due partiti comunisti al governo più impopolare degli ultimi venti anni abbia prodotto risultati devastanti sul piano della credibilità della sinistra e dell’opzione comunista a livello sociale e popolare.

Rilanciamo dunque la proposta di organizzare in modo condiviso un Incontro Nazionale di confronto, analisi, proposte da tenersi a metà maggio. La resistenza alla dissoluzione di una ipotesi comunista e della sinistra nel nostro paese e l’opposizione al blocco reazionario comincia già da oggi.


16 aprile 2008

La Rete dei Comunisti
http://www.contropiano.org

3091