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L’assenza delle donne

(14 Maggio 2008)

Il “pastore tedesco” continua a ululare contro l’aborto, dice falsità, ma se lo può permettere per la passività delle donne e la loro rinuncia ad un forte movimento organizzato e di controinformazione.

-prima balla: “la 194 è una ferita che non ha risolto nulla”. Falsissimo! Il ricorso all’aborto è sempre esistito, in numeri anche maggiori di oggi, soltanto che si svolgeva nella clandestinità, faceva la ricchezza dei medici compiacenti, i famosi “cucchiai d’oro” per chi se li poteva permettere, le mammane e i ferri di calza per le poveracce, con una forte mortalità per complicanze e infezioni. Di fronte a quella vecchia realtà di affari e di morte, questi corvi neri “difensori della vita” non hanno mai alzato un dito, e solo per merito delle donne e dei progressisti che si organizzarono contro questo mattatoio fu conquistata la legge 194.

-seconda balla: “in tre decenni svilito il valore della vita”. Anzitutto in questo periodo gli aborti praticati sono diminuiti del 45,9%. Poi non è possibile parlare di “valore della vita” come se la vita della donna non esistesse, mentre poter evitare una gravidanza indesiderata in sicurezza sanitaria e gratuitamente, è un grande valore per la vita di una donna, le consente di rimandare la maternità fino a quando non sarà pronta, e questo evento non sarà imposto dal caso o da un errore, ma una scelta consapevole.

Personalmente credo che la posta in gioco continui ad essere lo scontro tra fede e ragione, dove la fede vuole imporre gli obblighi dogmatici, l’accettazione di una volontà esterna alla propria, la sofferenza come espiazione di una colpa, mentre la ragione, supportata dalle cure mediche e dalla contraccezione, porta verso la autodeterminazione, la laicità, la libertà.

Sono due culture inconciliabili, malgrado i goffi e ridicoli tentativi di mettere insieme il diavolo e l’acqua santa, come ebbe a fare Giovanni Paolo 2° nell’enciclica “fides et ratio” di dieci anni fa, capolavoro di ambiguità e di inconcludenza, che credo non abbia convinto nemmeno i preti.

Noi vogliamo che emerga con forza una cultura profondamente laica,che appoggia la scienza e le sue enormi conquiste, che renda inutile l’aborto per la massiccia diffusione della pillola del giorno dopo, che in Francia viene già offerta gratuitamente nelle scuole, che renda i rapporti sessuali meno problematici, più sereni e felici.

Ci pare veramente sciocca e velleitaria la strategia di Veltroni che vuol far convivere l’integralismo della Binetti con i residui progressisti presenti nel suo partito, nel nome di un “dialogo” che altro non può essere che una palude paralizzante, di centro estremo, che è conservatore, proprio perché non si può decidere nulla tra culture inconciliabili, e infatti non vi alcuna presa di posizione contro l’ingerenza papale.

Se i preti avessero il potere politico come duecento anni fa, non esiterebbero a ricorrere ai tormenti e ai roghi per uccidere coloro che rifiutano l’animale determinismo biologico a favore della libera scelta e dell’uso della scienza.

Anche se Ratzinger ha lo sguardo rivolto al passato e la destra politica lo affianca, i disastri, le guerre, le infelicità originate dall’integralismo religioso sono incancellabili, e questi compari, preti e capitalisti, che non vogliono far nulla per la limitazione delle nascite e la decrescita industriale, ci porteranno sull’orlo dell’abisso ambientale, e toccherà alla laicità e alla scienza risolvere i problemi.

13 maggio 2008

Paolo De Gregorio

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