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Musei Civici Veneziani: piu’ che un integrativo sembra un “gran premio”!

(16 Luglio 2008)

Dodici anni di lotte sindacali e di esperienze personali nei Musei Civici veneziani sono un buon bagaglio di utili insegnamenti soprattutto quando si tratta di spiegare al meglio le ragioni di un accordo integrativo che non ha soddisfatto una larga parte di lavoratori e di cui e’ utile chiarire alcuni motivazioni fondamentali per le quali lo stesso accordo andava rigettato.

Nell’integrativo appena stipulato viene calcolato un premio di risultato di 380 euro ma va’ aggiunto che questo andra’ solamente se nell’anno in corso il fatturato complessivo delle vendite dei biglietti dei musei superera’ quello della media degli ultimi quattro (vale a dire il piu’ alto di sempre!).

Non basta: sono stati individuati dei parametri durissimi oltre ai quali il suddetto premio non verra’ erogato. Sono infatti previste delle forti penalizzazioni (oltre la meta’ del premio) per chi fara’ piu’ di tre ritardi o per chi stara’ a casa in malattia per piu’ di sette giorni nell’arco dell’anno. Della serie: con una leggera bronchite in inverno e tre vaporetti persi per venire a lavoro, addio fatiche spese per veder accresciuto di poco un misero salario! Tutto questo non si era mai visto! E’ una sorta di ricatto nascosto su cui nessuna responsabilita’ puo’ avere quel lavoratore a cui verra’ negato il premio rispetto anche a dei flussi di entrata che cambiano per motivi a lui non addebitabili. C’e’ dietro una cultura giuslavoristica che ci riporta indietro di almeno mezzo secolo e che strizza l’occhio ad un vincolo di produttivita’ qui del resto assolutamente non gestibile ne’ preventivabile da chi non ha alcuna volonta’ ne’ facolta’ decisionale del servizio. Una corsa infinita verso le ignote mete di un futuro sempre meno stabile ma costantemente aperto ai giochi ed alle turbolenze del “mercato” turistico.

Un’intesa, dunque, che danneggia la futura idea stessa della rappresentanza sindacale nei musei e che mette in discussione tutto un sistema di relazioni ed energie preso ad esempio in Italia come efficienza, operativita’, forza ed unione.

L’accordo pero’ contiene anche un meccanismo delicato incentrato su una banca ore (o recupero riposi) per cui viene data disponibilita’ alle imprese di gestire un’orario annuale di lavoro che con alcune reperibilita’ puo’ arrivare addirittura fino a 60 ore settimanali previo pagamento del solo differenziale riferito alla percentuale sullo straordinario dopo la 45a ora.

E’ un dato di fatto che in tutti questi anni non e’ stato mai riconosciuto nemmeno un minuto di lavoro straordinario (seppure eseguito) e non si capisce perche’, ora, a questa situazione, sia stato dato anche l’avvallo sindacale auspicando un netto cambiamento di rotta sul riconoscimento di tale istituto.

In estrema sintesi ne viene fuori un quadro desolante; da una parte, a detta del sindaco, ci si avvia ad una vera e propria privatizzazione dell’intero settore civico museale attraverso l’operazione Fondazione e dall’altra si mette la classica carota sulla punta del bastone nell’intento di far raggiungere qualche sperato miglioramento di stipendio e qualita’ lavorative per centinaia di lavoratori.

Si puo’ pensare a tutto questo come un passo in avanti rispetto a delle potenzialita’ di lotta che in passato sono state prese ad esempio come combattivita’ e dignita’ di un ruolo sempre calpestato da cooperative poco sensibili al semplice rispetto di contratti tra i piu’ poveri del mondo del lavoro?

Possiamo immaginare tutto questo come al raggiungimento del miglior accordo possibile?

Altra cosa sarebbe stata quella di chiamare le diverse imprese cooperative alle loro responsabilita’passate ed individuare altre prospettive che dessero almeno un riconoscimento economico per gli anni scorsi visti i grandi risultati raggiunti ed un giusto emolumento retributivo calcolato come elemento strutturale e semmai in parte a tutta una serie di parametri variabili del tutto diversi rispetto a quelli elencati sopra.

Un’occasione persa ,quindi, un grosso regalo a chi continuera’ a perseguire ingenti ragioni speculative in un mondo sempre piu’ in preda alle convulsioni di una forte e robusta crescente privatizzazione.

E non da ultimo, una pagina vergognosa scritta da responsabili sindacali contro cui e’ doveroso mettere in atto la piu’ intransigente opposizione.

Enrico Pellegrini
Esecutivo Regionale Veneto Rete 28 Aprile CGIL

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