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I comunisti della provincia di Gorizia per un nuovo Partito Comunista

(3 Agosto 2009)

I risultati delle recenti elezioni europee fotografano lo stato di incertezza e difficoltà dei comunisti nel nostro Paese. Certo, un primo processo di riunificazione dei comunisti, ancora timido e con qualche ambiguità, ha comunque prodotto un parziale recupero di consensi rispetto al disastro dell'arcobaleno. Come sostenitori dell'appello “Comunisti Uniti” e sostenitori della necessità del processo della costituente comunista, riteniamo che oggi sia più che mai necessario proseguire nella ricostruzione di un moderno partito comunista, senza tentazioni di ritorno alle derive arcobaleniste, che sarebbero letali. In questo quadro, la proposta della “Federazione della Sinistra d'Alternativa” ci appare ambigua, priva dello slancio ideale che sarebbe necessario, l'ennesima formula politicista che ci allontana dal vero obiettivo. Noi crediamo nella “forma partito” e siamo assolutamente convinti della necessità della presenza autonoma e organizzata dei comunisti, a maggior ragione oggi, in presenza di una crisi del capitalismo devastante, che conferma la sua irriformabilità e la sua assoluta incapacità di risolvere i problemi del diritto al lavoro e ad una esistenza libera e dignitosa per tutti, per non parlare poi dei problemi ambientali o di quelli della fame nel mondo.

La necessità del superamento del capitalismo e della costruzione di una società più equa e giusta, che definiamo socialista, e dunque la necessità di un partito comunista che, a partire dal suo bagaglio culturale marxista, sia capace di porre coscientemente tali questioni, è a nostro avviso evidente. Dunque intendiamo operare, ciascuno nelle rispettive organizzazioni di appartenenza, per la crescita di una tale consapevolezza tra i militanti, i lavoratori, i precari, i semplici simpatizzanti e tra coloro che sono rimasti delusi dalle scelte di questi ultimi anni, nella prospettiva di una riunificazione anche formale e organizzativa di tutti i comunisti. Nel contempo intendiamo operare anche nel vivo dei conflitti sociali della nostra provincia, che pure non mancano, in conseguenza della crisi del capitalismo. Occorre infatti contrastare con forza le tendenze razzista, xenofobe e securitarie che tendono ad affermarsi anche tra i lavoratori dell'isontino, rilanciando la necessità di una coscienza di classe internazionalista, di una solidarietà attiva tra i lavoratori di tutte le ormai numerose nazionalità occupate nella nostra provincia. Piena solidarietà e appoggio a tutte le forme di lotta dei lavoratori investiti dai processi di ristrutturazione e di crisi aziendali, e in particolar modo al sindacalismo di classe (FIOM) nella battaglia contro la precarizzazione e flessibilità del lavoro e in difesa del contratto nazionale. Contrarietà assoluta, da parte nostra, c'è e ci sarà sempre a tutte le ipotesi di privatizzazione che vengono prospettate, a partire da quelle relative a servizi pubblici locali fondamentali (vedi IRIS, settore energia). Infine, intendiamo operare anche per il rilancio dell'analisi marxista della realtà contemporanea e della ricerca teorica, storica e sociale che sia in grado di ricostruire anche il senso di una “identità comunista”. Spesso ci viene rivolta l'accusa di “deriva identitaria”, e questa accusa viene paradossalmente proprio da coloro che, volendo andare “oltre” la propria identità originaria, sono approdati al nulla, all'empirismo politico, all'improvvisazione, al tatticismo di corto respiro. Promuoveremo perciò anche iniziative teoriche e culturali formative (come si diceva una volta) ma anche informative, ad esempio verso le giovani generazioni interessate a comprendere le origini dei tanti mali del capitalismo contemporaneo globalizzato e le ragioni e le proposte dei comunisti.

Sergio Angelini impiegato enti locali FVG
Enrico Barba Comitato politico prov.le PRC - RSU Comune di Gorizia
Boris Bizaj pensionato - Ass.ne 11 ott. per la Cost. Comunista
Manuela Bizaj insegnante - Ass.ne 11 ott. per la Cost. Comunista
Alessio Bullian operaio indotto Fincantieri
Claudio Buzzin circolo PRC San Canzian d’Is. - RSU Fincantieri
Livio Ceschia direttivo circolo PRC Ronchi - RSU Fincantieri
Andrea Deiuri operaio Eaton
Paolo De Privitellio operaio Eaton
Adelma Facchinetti pensionata - Ass.ne 11 ott. per la Cost. Comunista
Stefano Fain sergertario provinciale PdCI
Marco Guerra operaio Fincantieri
Salvatore Monello comitato politico prov.le PRC - RSU Fincantieri
Paolo Nanut giornalista pubblicista
Giada Alexia Occhino studentessa - Ass.ne 11 ott. per la Cost. Comunista
Ivan Pacorig operaio SBE
Giorgio Pellegrin operaio Eaton
Alessandro Perrone consigliere provinciale - operaio Eaton
Enrico Robazza consigliere di quartiere PRC Piedimonte
Ottavio Romano consigliere comunale – membro segretaria provinciale PRC
Lorenzo Saija opraio Eaton
Artan Sala operaio indotto Fincantieri
Luca Sterle RSU Eaton
Roberto Todon operaio Eaton
Paola Verona universitaria - Ass.ne 11 ott. per la Cost. Comunista
Marco Vettori universitario - Ass.ne 11 ott. per la Cost. Comunista
Giordano Vintaloro insegnante - Ass.ne 11 ott. per la Cost. Comunista

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Commenti (1)

Marx 1844

Compagni, ho letto il vostro documento e mi sono permesso di inviarvi questa riflessione. Anch'io credo che ci sia bisogno di un vero partito comunista e che la sua azione sia consapevole di quello che vuole raggiungere. Un saluto, armando
MARX 1844 – B.RUSSEL 1918

Perché per la sinistra è molto più difficile andare al potere che la destra?
Una domanda che riguarda non solo il piano elettorale, ma soprattutto quello rivoluzionario. È su questo aspetto che l'attenzione è rivolta per capire quali sono le difficoltà e ostacoli che impediscono il cambiamento della società da un punto di vista comunista. Come possiamo affrontare la questione. Gli attuali teorici del Marxismo non sembrano in grado di fornire sufficienti indicazioni politiche per poter capire e agire di conseguenza contro il Capitale. Allora, più che Lenin si deve fare ricorso al vecchio Marx. Infatti,
Marx nella sua opera “I Manoscritti economici filosofici del 1844”, fa due affermazioni importanti.
La prima afferma che: l'aumento del salario scatena sul lavoratore la brama di arricchimento propria del capitalista, che egli può soddisfare soltanto col sacrificio del suo corpo e del suo spirito.
La seconda afferma che: gli stati preservano lo Stato dalla massa inorganica, solo con la disorganizzazione di questa massa.....L'attuale società civile è il principio realizzato dell'individualismo.
Cose vecchie? Forse si! Ma mai applicate o almeno non sufficientemente.
Soffermiamoci sulla prima affermazione. Marx ha evidenziato che l'azione politica deve tener conto della natura del comportamento operaio, e cioè, la sua debole autocoscienza. Ciò fa giustizia e illumina, sulle tante analisi seguite sul poco ortodosso comportamento operaio dopo il periodo rivoluzionario del 68. ( Questo ci permette di capire inoltre perché non è possibile credere oggi alla crisi attuale. Ci si trova di fronte ad una eclatante mistificazione che tenta di spazzare via le ultime resistenze prima di passare alla fase della restaurazione politica del ciclo produttivo che passa attraverso il controllo del sociale). Quindi, se l'agire del lavoratore non è supportato da una convinta autocoscienza della sua forza lavoro, come alienata merce, egli continuerà sempre a mantenere un comportamento instabile, e quindi mutevole verso il lavoro politico e l'azione delle avanguardie. Da ciò deriva, una facilitazione dell'intervento del Capitale per stroncare qualsiasi forma di ostacolo. L'autocoscienza nel lavoratore, si presenta come elemento prioritario e portante di tutto l'operato politico delle avanguardie comuniste. Ma come ci si arriva se sostanzialmente pessimista è l'atteggiamento verso il risultato delle sue rivendicazioni. Nonostante ciò, sono sempre le lotte a rappresentare la prassi pedagogica di questo passaggio. Tuttavia esse non sono sufficienti per soddisfare la voglia di organizzazione che si richiede per riuscire a vincere lo strapotere dei padroni. Ancora una volta la costruzione dell'organizzazione è la condizione irrinunciabile per porsi come autocoscienza collettiva.
Ma per far questo, è necessario riprendere il filo rosso su alcune tematiche strategiche a partire da quella sulla Proprietà Privata. Causa sostanziale dell'esistenza della società Capitalista. Certo soffermarsi solo sulla Proprietà privata, potrebbe innescare un dibattito astratto e sterile. Tuttavia rimane una problematica tutora aperta, ma che sembra scomparsa dal dibattito da parte di molte avanguardie. Infatti, molti si perdono in fantasiose elucubrazioni più o meno articolate su questo fondamento del Capitalismo. Lo stesso Marx se ne era reso conto quando analizzava e denunciava il pensiero dei filosofi e dei teorici del socialismo di quel tempo. Per questo ha dovuto affermare che: “per sopprimere il pensiero della proprietà privata basta del tutto il comunismo pensato. Per sopprimere la reale proprietà privata ci vuole una reale azione comunista.”
Dopo aver posto la questione sull'abolizione della proprietà privata, che troveremo più avanti come obiettivo imprescindibile, è tempo di passare al secondo punto: il nodo dell'organizzazione politica. Come se ne esce allora, dal radicato individualismo politico presente anche nella classe operaia? Se si è capita la natura instabile e mutevole del lavoratore e, se questa è alimentata da una miriade di posizioni di sedicenti rivoluzionari, il processo dell'organizzazione politica oltre a non avere mai luogo assume la materialità della fatica di Sisifo. Non se ne esce tanto facilmente da questo stato di cose. È stato detto che le lotte sono la prassi pedagogica dell'autocoscienza e questa necessariamente dell'organizzazione. Se la proprietà privata rappresenta un primo spartiacque di qualsiasi organizzazione politica rivoluzionaria, allora il successivo passaggio obbligato non può che essere l'obiettivo del tempo di lavoro. Marx ricordava l'opera di un certo Schulz che affermava che occorrevano per quel periodo storico soltanto 5 ore di lavoro per soddisfare i bisogni della società. Vediamo:”Un popolo, affinché si formi spiritualmente libero, non può più restare nella schiavitù dei suoi bisogni corporali, non può esser più servo del corpo. Gli deve, dunque, restare innanzi tutto tempo per potere anche operare e godere spiritualmente. I progressi nell'organismo del lavoro gli procurano questo tempo. Con le nuove forze motrici e le macchine perfezionate, oggi un singolo operaio di cotonificio compie non di rado il lavoro di cento, e persino di 250-350 operai. Risultati simili in tutti i rami della produzione, ché le forze naturali esterne sono vieppiù costrette a partecipare al lavoro umano. Se prima era necessario, per il soddisfacimento di un quantum di bisogni materiali, un dispendio di tempo e di energia umana che si è ridotto alla metà, nello stesso tempo, senza perdita di benessere materiale, è stato di tanto allargato il campo dell'operare e fruire spirituale.... Ma sulla ripartizione del bottino, che noi riusciamo a strappare al vecchio Kronos nel suo stesso dominio, decide ancora il gioco dei dadi del caso cieco e ingiusto. Si è calcolato in Francia che allo stato attuale della produzione un tempo medio di lavoro di CINQUE ORE per ogni lavoratore basterebbe alla soddisfazione di tutti gli interessi materiali della società.... “
Ancor più chiara è l'altra ipotesi formulata da B. Russel nel libro “ Socialismo, Anarchismo e Sindacalismo. Così si esprime:” Venendo ora alla grande maggioranza di coloro che non sceglieranno l'ozio, penso che si possa dare per dimostrato che, con l'aiuto della scienza, e con l'eliminazione di quell'enorme quantità di lavoro improduttivo che oggi è assorbito dalla concorrenza interna e internazionale, tutta la comunità potrebbe esser mantenuta comodamente mediante quattro ore di lavoro al giorno.... La questione del numero delle ore di lavoro necessarie a produrre un benessere materiale diffuso è in parte tecnica è in parte un problema di organizzazione. Possiamo dare per dimostrato che non vi sarebbe più quel lavoro improduttivo che si spreca per gli armamenti, la difesa nazionale, la pubblicità, i beni di lusso dispendiosi per la gente molto ricca, o alcun'altra di quelle cose futili che dipendono dal nostro attuale sistema, fondato sulla concorrenza.”
Questo ieri. È oggi! Queste due citazioni sono sufficienti per rendersi conto dell'importanza del tempo di lavoro soprattutto in questo momento storico con l'enorme sviluppo della scienza e della tecnologia. Da questa visione oggettiva del tempo di lavoro nel processo produttivo, appare insopportabile l'esistenza del cosidetto precariato, da cui segue inevitabilmente la questione del salario. Viene spontaneo allora porsi giocoforza questo terzo punto fermo. Ma più che il salario, come compenso del lavoro svolto, esso va trasformato in salario sociale, incuneato all'interno della società. Che significa ciò! Il riconoscimento alla soddisfazione dei bisogni esistenziali lo si ottiene attraverso l' appropriazione di quello che l'operaio produce. Tutte le merci sono prodotte per soddisfare i bisogni della collettività. Scuola, casa, sanità, lusso, trasporti gratis, insomma, il mondo intero.
Questi, sono tre punti irrinunciabili all'interno del dibattito sul problema dell'organizzazione politica rivoluzionaria. Lo scontro teorico è aperto prima di passare alla prassi, tra i vari epigoni di chi pensa di avere la verità e la conoscenza rivoluzionaria. Esso dovrà avvenire senza esclusione di colpi, affinché possa emergere la vera avanguardia politica della classe operaia e proletaria, comunista e rivoluzionaria. Una cosa è certa, l'organizzazione delle masse passa necessariamente attraverso l'autocoscienza politica, operaia e proletaria, accompagnata dalle lotte che i tre obiettivi dovranno innescare. Essi sono: a) abolizione della proprietà privata; b) riduzione del tempo di lavoro; c) appropriazione della ricchezza sociale prodotta. Solo così si potrà arrivare ad un futuro in cui nella società si realizzi il dominio della libertà, della giustizia e della uguaglianza.

Luglio 2009

(5 Agosto 2009)

armando penzo

arpez32@gmail.com

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