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6 aprile, un mondo nuovo

6 aprile, un mondo nuovo

(7 Marzo 2011) Enzo Apicella
Il 6 aprile Berlusconi sotto processo per concussione e prostituzione minorile

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il Cavaliere e la sindrome di Caligola

(6 Agosto 2009)

Nel suo delirio di onnipotenza l’imperatore romano Caligola faceva senatori i cavalli. Oggi, in demokrazia, diventano deputati e senatori le favorite del presidente del consiglio che, invece della busta (post coitum), preferiscono una carriera politica, che nella nostra Repubblica significa una principesca sistemazione economica a vita (pensione compresa).
Nel silenzio delle femministe e della Chiesa (che teme di perdere i soldi per le scuole cattoliche), non si sente una parola di etica che condanni senza appello (con manifesti per le strade) chi usa il proprio ruolo e potere politico per avere i favori delle belle fanciulle, ma, oltre il corruttore, vi è la impressionante facilità delle suddette fanciulle a farsi corrompere, praticando il vero meretricio, offrendosi in cambio di carriere politica, facendo persino apparire più oneste quelle poverette che si vendono per la strada.
Non può essere considerato un fatto privato promuovere in politica le proprie favorite e forse essere sottilmente ricattato da queste, l’intreccio tra attività sessuali personali e livello politico riguarda tutti, e denuncia una cultura corruttiva che ha una vistosa continuità con le vicende giudiziarie dell’imprenditore Berlusconi, che non sta in galera solo perché da politico ha fatto approvare le famose leggi “ad personam” che lo hanno salvato.
Non è normale che il nostro personaggio abbia avuto il monopolio televisivo dal delinquente Craxi, che abbia fatto intrallazzi col delinquente Previti, e che abbia avuto, nel cuore economico della Fininvest la società per la raccolta pubblicitaria “Pubblitalia”, il condannato per mafia Dell’Utri, che l’unico prete suo amico, Don Gelmini (della Comunità Incontro) sia stato in galera due anni per truffa e ora è inquisito per molestie sessuali.
Non è nemmeno normale che abbia portato in Parlamento l’intero collegio dei suoi avvocati difensori, che dalla stanza del potere suggeriscono quali norme far approvare o correggere per continuare a mantenere impunito il loro capo.
Non mi interessano i particolari scabrosi di cui parla l’ex esponente del PDL Paolo Guzzanti, perché ci portano sulla strada sbagliata. La strada maestra è quella di chiedere “l’impecheament” per indegnità, in quanto in perenne conflitto di interesse, in quanto sodale di delinquenti, in quanto corruttore di donne attraverso il suo ruolo e peso politico, in quanto ispiratore del “Lodo Alfano” che ha infranto l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
PD e Di Pietro avrebbero il dovere di trovare un accordo per chiederne le dimissioni, anche perché sarebbe piacevole uscire dalla dittatura e tornare in democrazia, magari contentandosi di ricominciare a dare la preferenza.

Paolo De Gregorio

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Commenti (1)

ancora un pizzico di idealismo

Permettimi ancora una volta di riflettere le cose da un punto di vista materialista. Il tuo bell'articolo mette in chiaro una situazione che ha degli aspetti davvero originali nel difendere la secolare dittatura della borghesia. In certi altri punti però l'articolo secondo me ha qualche debolezza. Il delirio di onnipotenza berlusconiano, tanto sbandierato, esiste effettivamente ma non bisogna dimenticare che dietro berlusconi c'è la grande borghesia: non è solo una questione individuale, che comunque esiste, ma anche e soprattutto una questione di classe. Questa "demokrazia", o democrazia monca come alcuni dicono, altro non è che la dittatura della borghesia, altro non è che il capitalismo. Purtroppo, ed è un peccato, sei ancora troppo affezionato al parlamentarismo, al riformismo e al partecipazionismo borghesi per metterli in discussione nell'essenza della loro contraddizione e cioè che essi esistono come mezzi di contrasto al proletariato e come mezzi del dominio borghese (in evidente difficoltà). Parli del fatto che oggi i deputati e i senatori sono le "favorite del presidente" del consiglio ... ed è vero, ma prima deputati e senatori erano quelli che hanno favorito l'attuale presidente: che cosa lega i primi alle seconde? il fatto che entrambi sono il riflesso e l'emanazione delle stesse contraddizioni contenute nei rapporti di produzione borghesi e capitalistici. Quei senatori sono il prodotto e l'emanazione degli ambienti economici e l'economia nella società divisa in classi è in mano alla borghesia, o al proletariato. O col capitalismo o col socialismo, questi sono i termini della questione. Alcuni dicono che il "parlamento deve lavorare" .. "via i fannulloni dal parlamento" ma in questo modo si finisce per sostenere diversamente gli interessi fondamentali della borghesia per il quale il parlmaneto ne è espressione. Lenin diceva che "governa chi ha il potere economico, non chi elegge. Fino a quando gli uomini non avranno imparato a discernere, sotto qualsiasi frase, dichiarazione o promessa morale, religiosa, politica e sociale, gli interessi di queste o di quelle classi, essi in politica saranno sempre, come sono sempre stati, vittime ingenue degli inganni e delle illusioni. I partigiani delle riforme e dei miglioramenti saranno sempre ingannati dai difensori del passato, fino a quando non avranno compreso che ogni vecchia istituzione, per barbara e corrotta che essa sembri, si regge sulla forza di queste o di quelle classi dominanti". Gli aspetti che hai sollevato sono assolutamente veri nella loro sostanza fondamentale: corruzione e fascismo vanno di paripasso. Ma è lo stesso capitalismo la contraddizione in processo, è lo stesso capitalismo l'incarnazione della corruzione e a quei deputati e senatori "rispettabili" o "all'antica", alcuni in malafede e altri molto ingenui, che si sono sempre susseguiti negli anni e scansati dai fascisti, è sempre stato detto che non dovevano "sputare nel piatto in cui mangiavano" come a dire che il capitalismo li ha voluti e nutriti (in un certo arco di tempo storico soprattutto per decomunistizzare le masse e trascinarle sul piano del capitalismo, del riformismo e del partecipazionismo borghesi, il tutto sull'assetto della repubblica borghese sancita nella Costituzione borghese e anticomunista del '48) e che dunque non potevano e non dovevano tradire il modo di fare della borghesia e il sistema capitalista nel suo complesso. Ecco perchè questi deputati e senatori incarnano nient'altro che gli interessi della borghesia. Il "silenzio delle femministe e della Chiesa" non è che il silenzio delle femministe borghesi e delle gerarchie Vaticane, entrambi interessati di parte borghese ... e ho detto tutto (l'emancipazione della donna passa solo dal socialismo). "Non può essere considerato un fatto privato promuovere in politica le proprie favorite e forse essere sottilmente ricattato da queste" ed è vero... ma quella politica è la politica della borghesia, con una forma che semplicemente è la più adatta a coprire la disastrosa crisi del capitalismo in corso e con una forma più adatta e funzionale agli interessi della classe dominante borghese. "l’intreccio tra attività sessuali personali e livello politico riguarda tutti, e denuncia una cultura corruttiva che ha una vistosa continuità con le vicende giudiziarie dell’imprenditore Berlusconi" ma il problema non sono le prostitute... argomento se vogliamo controverso e in larga parte dipendente proprio dalla condizione di sfruttamento e oppressione del capitalismo, il problema è il capitalismo, è la dittatura della borghesia. Qual'è l'imprenditore che non fonda le sue ricchezze (anche per competere con la concorrenza) mediante lo sfruttamento dei lavoratori? è nel sistema stesso la contraddizione, Berlusconi è solo uno che ha usato gli stessi metodi fascisti degli altri capitalisti.. certamente con più arroganza, con più sfrontatezza, con più fascismo degli altri, ma pure quegli altri non erano esenti dagli stessi metodi e dalle stesse finalità. Che berlusconi sia arrivato al "successo" (bel successo...!) con l'aiuto di delinquenti dichiarati non c'era nessun dubbio. Nel socialismo i veri delinquenti sono i borghesi e i fascisti. Non c'è da "ritornare alla democrazia" perchè quella di prima era solo una forma più addolcita (ma nemmeno piu di tanto) della dittatura della borghesia. Se accettiamo il capitalismo dobbiamo accettare anche l'economia dei monopoli, lo sfruttamento e l'oppressione contro il proletariato, l'anarchia di produzione, la misera, lo sfacelo, il fascismo e la guerra. PD e Di pietro, che vorrebbero fare le scarpe a Berlusconi (da destra) non vogliono e comunque non possono esimersi dall'usare i suoi stessi metodi per stare a galla, semplicemente perchè i loro padroni non sono nè il "popolo" ne il "proletariato" ma la borghesia e il suo insieme di regole fasciste. Da questa situazione non se ne esce difendendo le vecchie istituzioni o l'operato dei vecchi politicanti in tempi meno sospetti, ma lottando per una società migliore: la società socialista scientifica. Il ritorno poi ad un grado i democrazia leggermente piu ampio non è nemmeno possibile per via della stessa natura dispotica del capitalismo, anche la storia ci ha insegnato che il fascismo si combatte solo con la lotta di massa e di piazza e non con il parlamentarismo e il riformismo, non quindi col "ricominciare a dare la preferenza": a forza di dare preferenze alla "sinistra" borghese ci siamo trovati nuovamente nel fascismo... eppure i propositi dei vecchi volponi politici sembravano buoni. Cosa mancava allora all'elettorato soggettivamente di sinistra? una coscienza di classe, che consiste prima di tutto nel mettere in discussione il capitalismo, nel non accettarne il parlamentarismo, il riformismo e il partecipazionismo borghesi, ma costituendo - per partire - Assemblee popolari e Comitati popolari anticapitalisti e antifascisti. Occorre propagandare il socialismo, quello di Marx ed Engel, per uscrire dal fascismo: non ci sono altre strade.

(8 Agosto 2009)

francesco spighi

mli1@email.it

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