">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Il soldato Manning

Il soldato Manning

(4 Marzo 2011) Enzo Apicella
Rischia la pena capitale il soldato statunitense accusato di aver rubato centinaia di migliaia di informazioni segrete e di averle passate a Wikileaks

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Il nuovo ordine mondiale è guerra)

Sull’attentato in Iran

(19 Ottobre 2009)

All’attentato che domenica mattina a Pisheen, nel Beluchestan provincia del sud-est iraniano confinante con Pakistan e Afghanistan, ha provocato la morte di ventinove persone fra cui sei generali e due alti capi delle Guardie della Rivoluzione (i generali Shoushtari e Mohammadzadeh) ha risposto direttamente il presidente del Parlamento Ali Larijani che ha accusato i Servizi internazionali di fomentare l’instabilità nel Paese: “Obama sostiene di averci teso la mano ma con quest’azione se l’è bruciata”. Ancora più tranciante il commento della tivù di Teheran che ha puntato il dito sull’Intelligence britannica come struttura di supporto agli attentati e sugli Usa finanziatori di Malek Rigi, capo del gruppo sunnita Jundallah (Soldati di Dio). Sua la rivendicazione dell’attacco suicida con l’uso di kamikaze come già accaduto, a ridosso delle elezioni poi contestate, con l’azione alla Moschea di Zahedan che aveva causato venticinque vittime civili. Per esso tre persone erano state pubblicamente impiccate perché ritenute responsabili d’aver fornito l’esplosivo al commando.

Larijani naturalmente segue sue logiche ma l’ipotesi che le Intelligence riprendano come un tempo a usare il territorio iraniano per intrighi internazionali non è peregrina. Gli States, impantanati nel conflitto afgano dal quale vorrebbero sganciarsi senza dipingerlo come una disfatta vietnamita, hanno nel governo degli ayatollah un nemico ormai pluridecennale verso il quale l’amministrazione Obama ha compiuto un’apertura per poi entrare in polemica sulla gestione del programma nucleare. Eppure la diatriba sull’uso civile o militare dell’arricchimento dell’uranio, che starebbe avvenendo in alcuni nuovi impianti fra cui Qom, si sta mostrando un boomerang per l’Occidente che riscontra come anche le opposizioni al contestato Ahmadinejad non sarebbero disposte ad ammettere ingerenze in materia. Insomma Partito dei militari a sostegno dell’attuale presidente, clero attorno alla Guida Suprema Khamenei (di cui s’è vociferata nei giorni scorsi la presunta morte o un coma irreversibile) o altri ayatollah che contano quali l’inossidabile Rafsanjani, verdi di Moussavi, vecchi riformisti alla Khatami o suoi epigoni, nessun esponente dell’establishmen iraniano vuol rinunciare al piano egemonico nella regione.

Un piano che, evitando conflitti aperti cui solo la guerrafondaia Israele sarebbe interessata, passa naturalmente per accordi internazionali da affrontare però in condizioni di forza sostenute appunto dal supporto nucleare. L’Iran continua a essere il secondo produttore mondiale di petrolio e potrà superare la subordinazione cui l’embargo occidentale l’ha relegato per trent’anni dopo la Rivoluzione Islamica col possibile appoggio di Cina e Russia, che vanno acquisendo nuovo peso egemonico sullo scacchiere mondiale. La prima quale potenza del neocapitalismo globale accentrato nello statalismo “comunista” e forte della sua immensa massa lavoratrice, la seconda in base a quel potere energetico indispensabile per la supremazia di chiunque. Insinuare in una nazione che ha fatto del confessionalismo la base della propria rivoluzione, che è stata anche sociale ma che vede attraverso il velayat-e-faqih il clero e la religione al centro della vita politica, lo scontro religioso col fanatismo sunnita potrebbe essere l’attuale mossa americana per mettere in difficoltà l’attuale leadership iraniana. Non sarebbe una novità. Prima di diventare il grande nemico dell’Occidente, Obama Ben Laden veniva foraggiato dal Pentagono e tutt’ora per sostenere missioni e l’industria bellica i Paesi Nato paiono disposti a pagare tangenti a coloro che vengono dipinti come i “Satana del terrore”. Il ministro La Russa nega, ma le carte del Times dicono altro.

18 ottobre 2009

Enrico Campofreda

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Il nuovo ordine mondiale è guerra»

Ultime notizie dell'autore «Enrico Campofreda»

4029