Capitale e lavoro :: Lotte operaie nella crisi

Playtex. Scioperi e presidi dopo la rottura del tavolo da parte dell’Azienda

(26 Maggio 2010)

Alta questa mattina la tensione davanti ai cancelli della Playtex di Pomezia, dove lavoratori e lavoratrici stanno portando avanti l’ennesimo presidio ed un nuovo e gravoso sciopero per difendere il posto di lavoro...

L’Azienda, dopo aver rotto il tavolo, non vuole sentire ragioni e insiste nel voler chiudere il sito di Pomezia per trasferire tutto a Bergamo. Un sito, quello di Pomezia, che fino a due anni fa era considerato tra i migliori a livello europeo e che ora il gruppo DBA vuole chiudere parlando di una crisi che non appare così visibile. In ballo ci sono ben 122 posti di lavoro più l’indotto, insomma un colpo fortissimo a tutta l’economia dell’area di Pomezia. Anche questa mattina il presidio dei lavoratori ha impedito che uscissero dalla fabbrica i materiali che l’azienda vorrebbe da giorni dirottare a Bergamo. Presenti fuori ai cancelli anche i rappresentanti della Cgil. “Siamo qui – spiega Giuseppe Cappucci, segretario generale della Cgil-Cdlt – per chiedere la tutela dei posti di lavoro e del sito di Pomezia, ma anche per impedire eventuali colpi di mano o forzature finalizzati allo spostamento di merce già pronta per la commercializzazione e che l‘azienda vorrebbe spedire a Bergamo”. Intanto la Filctem-Cgil, Femca-Cisl e la Uilta-Uil hanno chiesto “di essere convocati d'urgenza congiuntamente alla dirigenza aziendale., in sede Regionale presso l'assessorato, al fine di poter raggiungere soluzioni alternative a quella prospettata dall’Azienda in oggetto. Riteniamo inoltre che il piano presentato dall'azienda non risponda a criteri oggettivi di razionalizzazione industriale, in quanto l'analisi sulla produttività e la capacità di stoccaggio del sito di Pomezia, commissionata ad una società esterna di consulenza (Diagma) ci risulta essere assolutamente non corrispondente alla realtà”.

Martedì 25 Maggio 2010

Alessandra Valentini
(DirittiDistorti)