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Torino. Sudditanza dei politici italiani ai diktat sionisti

(26 Giugno 2010)

Di seguito la lettera che ho inviato ai militanti e alle organizzazioni torinesi della solidarietà con la Resistenza palestinese, dopo la decisione del Comune, assecondata anche dalla "sinistra" che siede nei banchi del Consiglio, di "spegnere" la Mole Antonelliana, cedendo alle pressioni degli ambienti sionisti che cercano di far dimenticare i crimini di Gaza e di preparare la strada a nuove guerre contro altri paesi della regione.

Ai militanti della solidarietà con la lotta del Popolo palestinese e alle loro Organizzazioni

Care compagne/i

Ho appreso con rabbia e indignazione della decisione del Comune di Torino di assecondare la richiesta dei gruppi di pressione sionisti italiani legati ai criminali di guerra che governano lo Stato di Israele di spegnere le luci dei principali monumento italiani, “per chiedere la liberazione del soldato israeliano Shalit”.

Non mi ha stupito certo l’atteggiamento del sindaco e di coloro che gli sono più vicini politicamente (gli stessi che hanno avuto il coraggio di insignire della cittadinanza onoraria un tal Vytautas Lansdberghis, già primo ministro della Lituania, paese dove se si è comunisti si va in galera per oltre 10 anni e, dove i nazi-fascisti sono esaltati come “eroi nazionali”), notoriamente simpatizzanti per la “causa” sionista.

Quello che mi ha profondamente colpito e addolorato (non pensavo si potesse arrivare a questo punto) è stato invece l’atteggiamento di tutti coloro che, pur sedendo in Consiglio Comunale “alla sinistra” di Chiamparino, non solo non hanno trovato nulla da ridire, ma si sono persino accodati servilmente all’ indecente iniziativa dello “spegnimento” della Mole Antonelliana, frutto dell’ ennesima campagna tesa a coprire i crimini dello Stato di Israele, impegnato a portare a compimento la propria “opera” di annientamento del popolo palestinese (una vera e propria “soluzione finale”) e a preparare lo scatenamento di terribili guerre contro altre nazioni della regione.

Mi ha pure sorpreso il silenzio rigorosamente mantenuto dal partito a cui appartengo (a parte qualche individuale, pur encomiabile dissociazione), il PRC, che, impegnato, attraverso la partecipazione attiva di suoi dirigenti, nella costruzione anche a Torino di aggregazioni “di sinistra” confuse e “senz’ anima”, dalla vocazione puramente elettoralistica, ha evidentemente dimenticato (o volontariamente omesso) il proprio dovere di ascoltare il parere dei palestinesi e delle organizzazioni di solidarietà e di schierarsi, senza ambiguità, a sostegno delle ragioni della Resistenza Palestinese, esempio eroico della lotta antimperialista di tutti i popoli.

Il comportamento di questi settori della “sinistra” torinese è, dunque, non solo sbagliato politicamente, ma riprovevole anche sul piano etico. Queste posizioni vanno condannate con durezza, senza e senza ma. Sono semplicemente vergognose.

Compagne/i,
Vogliate ricevere la mia più convinta e calorosa solidarietà.
Viva la Resistenza eroica del Popolo palestinese. Fino alla vittoria!

Mauro Gemma
della Segreteria della Federazione di Torino del PRC

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