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(Lotte operaie nella crisi)

Contro la dismissione della navalmeccanica pubblica lottiamo per porre Fincantieri sotto controllo operaio

(16 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

Lavoratori!

Da tempo stiamo denunciando gli effetti negativi della nuova ristrutturazione organizzativa di Fincantieri, la quale approfittando della crisi economica in atto, sta imponendo una linea di riduzione del personale diretto e indiretto, prevedendo la chiusura di diversi stabilimenti, riducendo i tempi di lavoro e limitando al minimo gli investimenti che sarebbero necessari. Tutto ciò si sta realizzando nell’abbassamento degli standard di sicurezza e qualità, ma anche nella protervia autoritaria dei diversi livelli gerarchici che sono preposti all’organizzazione del personale.

In questo quadro preoccupante le dichiarazioni dell’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, rispetto l’assenteismo e la produttività, sono gravi e irresponsabili. Cercare di mascherare il fallimento della propria strategia industriale addossando ai lavoratori le colpe dei disservizi di Fincantieri, è segno di un gruppo dirigente che naviga a vista. In realtà Fincantieri non ha fatto nulla di ciò che andava fatto, ovvero: investimenti per modernizzare gli stabilimenti, azioni permanenti per la qualificazione e riqualificazione professionale del personale, campagne concrete di formazione sulla sicurezza del lavoro, semplificazione e razionalizzazione del sistema di coordinamento delle imprese in appalto riducendo al minimo i livelli gerarchici.

Tuttavia se la dirigenza di Fincantieri può insistere su questa linea fallimentare, sta nel fatto che il governo nazionale e le destre che lo sostengono, hanno abdicato al ruolo d’indirizzo e controllo di una azienda pubblica, avvallando un processo di privatizzazione e dismissione della cantieristica statale, fatto che accelera tutte le problematiche che qui abbiamo evidenziato, compreso sfaldarne l’integrità e quindi, minarne la continuità produttiva e la tenuta occupazionale.

Invocare ora - come fa l’ad Bono -, nuove commesse rendendosi disponibili a produrre navi da guerra e galere galleggianti, senza un piano industriale di prospettiva e una politica che integri la cantieristica con le potenzialità del trasporto mercantile, insistendo per di più sulle navi da crociera, peraltro controllate da un unico armatore, suona addirittura tragicamente beffardo poiché: navi di lusso, pattugliatori e galere servono ai governi per consolidare la divisione di classe e controllare e/o reprimere i proletari di tutte le nazionalità, compresi quelli che le costruiscono per necessità di vita.

Per questo che va ricostruita un’idea operaia della produzione cantieristica, quale industria strategica per il paese, aprendo un confronto generale e capillare che coinvolga i lavoratori del settore, nella costruzione di una proposta che valorizzi il lavoro, la sua qualità, ne tuteli i diritti e il posto di lavoro di tutti.

Lavoratori!

· DIFENDIAMO L’INTEGRITÀ DI FINCANTIERI DA MONFALCONE A PALERMO,
· DICIAMO NO ALLA PRIVATIZZAZIONE E RESPINGIAMO I LICENZIAMENTI,
· ESIGIAMO L’EGUAGLIANZA DI DIRITTI E IN PROSPETTIVA L’ASSORBIMENTO IN FINCANTIERI DELLE LAVORAZIONI IN APPALTO E DEI LAVORATORI DI QUESTO SETTORE,
· RIVENDICHIAMO PER TUTTI UN SISTEMA DI FORMAZIONE PERMANETE DELLA PROFESSIONALITÀ E PER LA SICUREZZA,
· CONTESTIAMO L’ATTUALE DIVISIONE DEL LAVORO, L’AUTORITARISMO, LE INEFFICIENZE DOVUTE AD UN SISTEMA DI CONTROLLO CHE PESA SULLE SPALLE DEI LAVORATORI,
· RIPENSIAMO ALLA CANTIERISTICA COME COMPARTO STRATEGICO PER IL PAESE, ATTRAVERSO UNA PROGRAMMAZIONE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE CHE RISPONDA AI BISOGNI REALI DELLA CLASSE OPERAIA,
· LOTTIAMO CON LA PROSPETTIVA DI PORRE FINCANTIERI SOTTO CONTROLLO OPERAIO!

Coordinamento Operai Comunisti
aderente a Comunisti Uniti

Fonte

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