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Londra, la protesta degli studenti: siamo tutti coinvolti

(16 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Londra, la protesta degli studenti: siamo tutti coinvolti

foto: www.caunapoli.org

Pubblichiamo e diffondiamo un articolo uscito sul The Guardian, quotidiano britannico, all’indomani della protesta studentesca contro i tagli previsti dal governo, sfociata nell’occupazione del quartier generale del partito conservatore, principale partito di governo.

Ci pare infatti che il pezzo colga bene quali siano le motivazioni della protesta e offra spunti per una riflessione più complessiva sulla fase che ci troviamo ad affrontare. Una protesta che se il 10 novembre a Londra ha coinvolto per lo più studenti e personale di scuole e università, recita parole, slogan e forme di conflitto che vanno ben al di là di queste categorie. La rabbia espressa in quelle strade è la stessa dei lavoratori licenziati, cassaintegrati, dei disoccupati, di tutti coloro che stanno subendo un attacco di portata epocale ai diritti e alle condizioni di vita e lavoro conquistate con decenni di battaglie. È la rabbia che esplode nelle strade e nelle piazze di tutt’Europa, che si sia in presenza di un corteo studentesco, di una manifestazione contro la devastazione ambientale, di uno sciopero. È la nostra rabbia.

La protesta degli studenti: siamo tutti coinvolti

L’occupazione del quartier generale del partito conservatore ci parla non solo delle tasse. Il paese sta cominciando a tornare alla lotta.

Nina Power, The Guardian
traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

[…] È difficile considerare la violenza semplicemente come l’ostinazione di una piccola minoranza – è un’espressione genuina della frustrazione contro i pochi che sembrano determinati a rendere il nostro futuro miserevole, senza prospettive e pieno di debiti per la maggioranza. La protesta nella sua interezza è stata di estrema importanza, non solo per i grandi numeri che è stata capace di attrarre, e non dovrebbe essere intesa solo in termini economici come una protesta contro l’aumento delle tasse. Ha rappresentato anche la gran rabbia che molti sentono a causa dei tagli all’università già pianificati, della devastazione ideologica cui andrebbe incontro il sistema educativo se la coalizione al governo dovesse proseguire sulla propria strada. È stata una protesta contro la restrizione degli orizzonti; una protesta contro l’ipocrisia dei liberaldemocratici; una protesta contro l’approccio sempre più utilitarista alla vita umana che vede le lauree come nient’altro che ‘investimenti’ operati dagli individui, e nega qualsiasi legame tra l’educazione e il più grande bene collettivo.

I manifestanti – studenti ed altri – che hanno occupato il quartier generale Tory senza dubbio continueranno ad essere condannati nei giorni a venire. Ma la loro rabbia è giustificata: la coalizione di governo sta rovinando la Gran Bretagna a causa dell’ideologia perversa di cui è latrice. Le proteste in Francia e Grecia e le occupazioni studentesche qui, come la recente occupazione da parte degli studenti della Goldsmith del municipio di Deptford nel giorno in cui sono stati annunciati i tagli, sono indicatori di una nuova militanza. A questo punto cosa abbiamo da perdere?

I momenti migliori di ogni protesta sono quelli in cui c’è un vero sentimento di avere un obiettivo comune e il riconoscimento di essere tutti dalla stessa parte della barricata. Questo è il vero significato di ‘grande società’ – ciò che la coalizione governativa pare aver pianificato di distruggere, malgrado la sua retorica. Questa protesta – sia nella sua dimensione pacifica che in quella violenta – è un segno di un paese che non ha paura di tornare a lottare, per la prima volta da molto tempo.

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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