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I coloni israeliani pronti allo sciopero

(20 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.forumpalestina.org

Come annunciato, lo sciopero dei coloni israeliani contro la proposta di moratoria per gli insediamenti in Cisgiordania, verrà messo in atto domenica, con la chiusura di scuole e di uffici comunali. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio degli insediamenti Dany Dayan.

A Gerusalemme intanto un corteo sfilerà per le strade.

Dayan ha ribadito ieri che "le colonie sono ormai un fatto compiuto": non solo non verranno sgombrate, ma verranno estese in futuro. Lo ha detto ad una conferenza organizzata al Centro Peres per la pace, per la cui partecipazione Dayan è stato criticato dall'ala più dura del movimento dei coloni. Alla rigidità dei coloni si oppone la provocazione dello scrittore Abraham B. Yeshouha, presente all'incontro, che ha proposto ai coloni di rimanere nel futuro Stato di Palestina, pagandovi le tasse e votando nel suo Parlamento.

La proposta dello scrittore pacifista parte dal presupposto che ai coloni importi più rimanere nelle Terre dei Padri, la Giudea e la Samaria, che fare parte dello Stato Israeliano. Allo svantaggio di andare a comporre una minoranza e di dover obbedire alle leggi locali, si sovrapporrebbe il vantaggio economico, osserva lo scrittore, dato che "le tasse dei palestinesi sono molto più blande di quelle israeliane". La risposta all'ottimistica visione di Yehoshua non si è fatta attendere: Dayan, che era presente all'incontro, ha immediatamente osservato: "Idea assurda. La formula dei Due Stati non è realizzabile, come dimostrano diciassette anni di trattative sterili".

I coloni in Cisgiordania sono trecentomila, a cui si aggiungono i duecentomila di Gerusalemme Est. Di fronte a questi numeri, una soluzione conciliante come quella di Yehoshua, che finora si era sempre opposto apertamente agli insediamenti, non sembra poi così assurda.

Peacereporter

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