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(28 Maggio 2011) Enzo Apicella
Fincantieri chiude gli stabilimenti di Sestri Ponente e di Castellammare di Stabbia e annuncia 2.500 licenziamenti.

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(Lotte operaie nella crisi)

manifestazioni di impotenza

Non esiste la crisi per il capitalismo

(14 Dicembre 2010)

Manifestazioni senza una strategia per il bene dei lavoratori, Eppure, sindacati venduti e forze politiche di sinistra, comunisti compresi (tutti, visto che tutti hanno dato una lettura entusiasta della manifestazione di debolezza del 16 ottobre, vantandosi delle belle bandiere rosse che sventolavano) continuano a parlare dello scontro capitale/lavoro senza mettere al centro dell’analisi la questione nazionale.

Le grandi, spettacolari, entusiasmanti e plateali manifestazioni di impotenza, che hanno segnato le ultime manifestazioni sindacali e politiche, si infrangono costantemente con i risultati pratici delle sconfitte operaie. La manifestazione della Fiom del 16 ottobre fu mortificata due giorni dopo con l’approvazione del collegato lavoro. Quella della CGIL, con l’incoronazione della Camusso (silente sullo sciopero generale), è stata mortificata con l’uscita di Marchionne dall’incontro con la Marcegaglia.
Questo continuo stillicidio di manifestazioni di impotenza, raccontate come vittorie di popolo, oltre che essere una vera e propria mancanza di strategia politica per i lavoratori, sono al servizio di forze straniere e organizzazioni finanziarie.
Il conflitto capitale/lavoro, che sindacati di regime e forze di sinistra radicale ci vanno raccontando, è una vera e propria finzione e, quindi, un tradimento verso gli stessi lavoratori.
Non c’è nessun conflitto, ma un puro e semplice ricatto mascherato da prove di forza al servizio del nemico, ovvero i grandi gruppi finanziari che hanno i loro interessi al di fuori dell’Italia. Il caso Marchionne, di cui avevamo parlato qualche tempo addietro, ne è la prova. Una prova che non necessitava del clamoroso viaggio della Marcegaglia negli Usa per essere dimostrata. Come non c’era bisogno della ulteriore prova di forza di Marchionne per essere compresa.
Eppure, sindacati venduti e forze politiche di sinistra, comunisti compresi (tutti, visto che tutti hanno dato una lettura entusiasta della manifestazione di debolezza del 16 ottobre, vantandosi delle belle bandiere rosse che sventolavano) continuano a parlare dello scontro capitale/lavoro senza mettere al centro dell’analisi la questione nazionale. Avevamo detto che il conflitto capitale/lavoro non si poteva risolvere attraverso le rivendicazioni di facciata dei sindacati di regime, e neppure attraverso i sottosindacati di regime, come quello della Fiom, e neppure attraverso le analisi ottocentesche con immaginari scontri tra borghesi e proletari, ma avevamo detto che se non si affrontava il problema di come impedire ad un’azienda di poter chiudere e trasferire una fabbrica “altrove”, il conflitto, gli operai, non avrebbero potuto farlo in mancanza di una controparte.
Si può immaginare degli operai senza fabbrica?
I sindacati, evidentemente, sono impegnati a soccorrere la sinistra, in particolare il PD, perché garantisce ai suoi segretari poltrone parlamentari e incarichi istituzionali, quindi è naturale che portino i propri iscritti a passeggiare per le bellissime vie del centro storico di Roma. Ma gli altri, quelli che si definiscono partiti comunisti, perché continuano a fare finta di niente? Perché rincorrono le manifestazioni di impotenza invece che dirigerle? Perché non vogliono vedere che, senza la questione nazionale, i lavoratori sono privi degli strumenti per operare una vera e propria lotta?
Il caso Marchionne è solo la punta dell’iceberg, mentre le nuove strategie che si stanno profilando, specialmente attraverso accordi a livello europeo (comandati oltre oceano), metteranno al centro della politica economica ulteriori strette e ristrettezze finanziarie per i lavoratori, il tutto in nome della crisi economica.
Un Marchionne, che si può permettere di chiedere “garanzie” per i propri investimenti, che cosa veramente ci sta dicendo se non che lui non deve rendere conto a nessuno, tantomeno al governo?
La Marcegaglia, che approva un simile comportamento, che cosa ci sta dicendo se non che il caso Marchionne sta facendo scuola?
E noi come rispondiamo? Con un PD che sta dietro ai poteri forti, che a loro volta stanno facendo gli interessi di altre nazioni? Con una Sinistra che si è fatta scippare di mano pure il ruolo di opposizione da Fini e Casini? Con dei comunisti che corrono dietro a Vendola e al PD e, con quelli che non gli corrono, ma vanno snocciolando conflitti tra borghesi e proletari, e non una parola sul vero e proprio conflitto che si sta portando avanti, e che ci ha messo in ginocchio e impotenti?
Tutti accomunati a parlarci di crisi del capitalismo, quando invece il capitalismo attraverso la crisi, cioè attraverso una vera e propria strategia politica, sta mettendo in ginocchio ogni possibilità vera di antagonismo sociale, di lotta mirata per riconquistare gli spazi della politica in favore dei lavoratori.
Una sinistra che appoggia i poteri statunitensi come può parlare a nome dei lavoratori? Con quale faccia?

lunedì 13 dicembre 2010

Robero Scorzoni

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