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(13 Settembre 2010) Enzo Apicella
La scuola dopo la controriforma Gelmini

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SITI WEB
(La controriforma dell'istruzione pubblica)

Per l’autonomia di classe del movimento studentesco

Unità di lotta tra studenti e lavoratori della scuola

(26 Novembre 2003)

“Chi si pronuncia favorevole alla via della riforma legislativa, invece e in contrapposto alla conquista del potere politico e alla rivoluzione sociale, sceglie in pratica non una via più tranquilla, più sicura, più lenta, verso la stessa meta, quanto piuttosto un’altra meta, cioè, in luogo dell’instaurazione di un nuovo ordinamento sociale, soltanto dei mutamenti, e non sostanziali dell’antico”
Rosa Luxemburg

L’istruzione rappresenta uno dei terreni di scontro nevralgici, per chiunque non accetti che la società sia dominata dalle logiche del profitto. Non solo la scuola è da anni ormai sottoposta alla speculazione capitalista, ma è da sempre al servizio delle strategie di potere.

In questo processo giocano un ruolo chiave le principali istituzioni del capitalismo mondiale, collegate al credito, all’investimento e al commercio:la Banca Mondiale, il FMI, il Gats, il WTO, ecc.

I ”potenti della terra” da una parte dettano tagli strutturali e ricatti economici ai paesi più poveri del mondo, provocando il collasso dei loro sistemi d’istruzione pubblica; dall’altra impongono le ricette per rendere la formazione funzionale alla logica di profitto. Per ottenere questo risultato hanno bisogno di trasformare le scuole e le università sulla base del modello aziendale. Ciò comporterà l’omologazione anche di questo settore alle politiche di flessibilità, con il conseguente peggioramento delle condizioni di chi lavora e la ricaduta educativa sugli studenti. Il connubio sapere-potere inoltre trasformando lo studente in cliente e l’istruzione in merce, possiede un’arma a doppio taglio: evitando quindi la formazione di cittadini critici, ed educando il “capitale-umano” a maturare le competenze richieste dal mercato.Considerare il sapere un servizio reso all’economia (ai padroni) è quindi un processo globale, e poco importa se, al posto di Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro, sieda oggi Letizia Moratti, con la sua riforma in piena e sostanziale continuità con quelle precedenti.

Nello stesso solco delle politiche nazionali portate avanti dal Polo e dall’Ulivo, s’inserisce la legge regionale “Bastico”, approvata dal Consiglio dell’Emilia Romagna (col voto favorevole del PRC, che fa parte della coalizione di governo di centrosinistra) proprio come le riforma Berlinguer e Moratti, avalla l’idea che il sistema dell’istruzione pubblica comprenda anche istituti privati e che questi debbano ricevere finanziamenti diretti e indiretti dalla Regione e dagli enti locali, riproponendo inoltre altri gravi aspetti delle recenti destrutturazioni filopadronali del sistema della scuola pubblica:
- viene potenziato il “sistema integrato istruzione-formazione professionale”, con tanto di finanziamenti adibiti a tale tipo di formazione (più del 90% di questi istituti è privato).
- l’autonomia didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche, con la connessa ingerenza delle imprese nella formazione;
- la trasposizione sul piano formativo della precarizzazione del lavoro;
- l’alternanza scuola lavoro, intesa come offerta al padronato di manodopera a costo zero

E’ evidente come la legge regionale delineata dal Centrosinistra si fonda sulle medesime coordinate classiste e antiproletarie della riforma Moratti, dimostrazione del fatto che ogni alleanza di governo, anche locale, con le forze borghesi dell’Ulivo renda il PRC complice di devastanti politiche antiproletarie (per questo come giovani rivoluzionari della sinistra del PRC ci opponiamo, ad ogni accordo con la borghesia). Per questo nell’avanzare la rivendicazione di ritiro immediato della riforma Moratti, nel quadro più ampio di un’opposizione di classe al governo fino alla sua cacciata, crediamo non possa essere slegata alla consapevolezza che essa non rappresenta nulla di particolarmente nuovo!
Solo la costruzione di un polo autonomo di classe anticapitalista, estraneo all’alternanza borghese, e che valorizzi i momenti d’autorganizzazione studentesca (luogo centrale della costruzione del conflitto), può opporsi alla mercificazione dei saperi.

Solo la costruzione di collettivi studenteschi autorganizzati (che designino democraticamente i propri delegati, permanentemente revocabili), capaci di costruire un riferimento alternativo alle burocrazie riformiste e ai vari agenti del centrosinistra (UDU, UDS, Sinistra Giovanile, ecc), può evitare che all’indomani di un cambio di governo il movimento studentesco si sottragga all’abbraccio mortale del centrosinistra.

L’UNICA PROSPETTIVA IN GRADO DI LIBERARE LA SCUOLA E L’UNIVERSITA’ DALLA LOGICA DEL PROFITTO E’ QUELLA ANTICAPITALISTA E RIVOLUZIONARIA

Ritiro della riforma Moratti, nonché della riforma universitaria de Maio;
Ritiro della legge regionale “Bastico”;
Ritiro della legge 30 e abolizione del lavoro precario;
Assunzione di tutti i lavoratori a tempo indeterminato;
Abolizione immediata delle leggi di Parità e Autonomia scolastica;
Abolizione di ogni forma di finanziamento diretto e indiretto alle scuole private;
Riduzione del numero massimo di alunni per classe;
Estensione del servizio e dell’istruzione pubblica;
Contro la repressione del dissenso, organi collegiali democratici;
Gratuità dei libri di testo, alloggi, mense e trasporti;
Retribuzione degli stages “formativi” sotto il controllo di rappresentanze studentesche e sindacali.

manifestazione nazionale
BOLOGNA, Sabato 29 Novembre 2003
P.zza XX Settembre, ore 14:00
ritrovo e partenza dalla stazione di Forlì, ore 12:15
ritrovo e partenza dalla stazione di Cesena ore 12:00
per adesioni e informazioni: 0547/317959 oppure 0547/311602

Associazione Marxista Rivoluzionaria
PROGETTO COMUNISTA
sinistra del PRC
CESENA-FORLI

Fonte

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