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Sciopero generale ad oltranza? Reato non tentarlo!

un intervento sullo sciopero ATM

(7 Dicembre 2003)

1 dicembre 2003 ; a Milano: i lavoratori anticipano lo sciopero al mattino di 3 ore e non risalgono sugli autobus neanche nel pomeriggio.

"Una giornata da dimenticare", scriveva ieri su "Il Manifesto" il povero Loris Campetti.
E' stata una giornata drammatica, senza dubbio alcuno, per i padroni e la burocrazia sindacale, caro Loris! Un colpo efficace, quello dei lavoratori ATM, contro chi ha contenuto, combattuto, avversato le ambizioni di cambiamento operaio in questo Paese. Un deciso "basta" agli scioperi centellinati della CGIL e degli "amici" della concertazione. Milano in panne, bloccata, in disagio: e' proprio questa una buona notizia!
E' disagio che mira ad abbattere disagio, quello che viviamo costantemente nei posti di lavoro, nelle scuole come nelle universita', nelle fabbriche; disagio cha fa squisitamente rima con "Pacchetto Treu" e "Riforma Biagi".

E' una vittoria momentanea, meramente parziale, ma allo stesso tempo incoraggiante.

E' forse gia' l'ora del disicanto oppure sono solo (e non e' poco) i vagiti di una battaglia "che sara' "!

"Una protesta spontanea che difficilmente fara' crescere intorno agli autisti la solidarieta' dei cittadini": con questa frase rivoltante di Campetti possiamo chiudere il capitolo critico su "Il Manifesto" di ieri.

Passiamo a Liberazione-PRC.
Formalmente fuori dal coro, Rifondazione ha "difeso" siffatto gesto. Una strada, quella dello sciopero prolungato, che (con coerenza, bisogna dire) il partito ha pero' sempre eluso, bocciandola, allorquando "Progetto Comunista" ne ha positivamente preso possesso (cioe' fin dai nostri "albori").

Una strada schernita anche in questa circostanza, in sostanza. Rifondazione invita a "comprendere" -non ad imitare- quanto accaduto. Trattasi, quindi, banalmente di una proposta di "tolleranza del gesto", di interventi che non fanno altro che mettere a nudo ancora una volta tutta l'affettazione albergante nel partito.

La soluzione sta nella iterazione prolungata e generale dell'azione degli autoferrotranvieri, altro che COMPRENSIONE!.

In un contesto apparentemente invitante e "sinistrorso" d'analisi dello sciopero nel capoluogo lombardo, Liberazione, infatti, decideva nuovamente di "non esagerare" e evidentemente di "tranquilizzare" i vecchi e nuovi colleghi dell'Ulivo: "l'esasperazione -chiosava il quotidiano della Gagliardi e di Curzi- non e' buona consigliera".

Perche' abbiano deciso d'incastrare questa parentesi nell'editoriale del 2 dicembre e' , l'ho spiegato, di facile intuzione. Il nostro "giornale comunista" non ha comunque tutti i torti dalla sua parte.

Il problema dell' "esasperazione" entra proprio a pieno titolo nel dibattito di partito, compagni.
In effetti, l'esasperazione continuata colla quale Liberazione e il PRC inseguono il progetto di governo col centrosinistra non e' certo dignitosa e feconda di razionalita'!
E' la vecchia ricetta d' "adattamento", l'ennesimo e perpetuo tradimento dei movimenti dal fronte riformista.
Ma a Milano abbiamo assistito anche al preludio di un rifiuto di questa logica. E per questo motivo siamo convinti sia doveroso continuare a lavorare per l'obiettivo della cacciata di questo governo attraverso un progetto di conduzione alternativa e rivoluzionaria delle lotte, in autonomia e contrapposizione alla barbarie-pattume liberale di Prodi, Treu, D'Alema.

Roberto Angiuoni
(AMR "Progetto Comunista" - sinistra di Rifondazione - Roma)

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