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(22 Febbraio 2009) Enzo Apicella

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(Lotte operaie nella crisi)

UN CNL PER I CCNL: APPELLO A CUB ED USB PER UNA CONVERGENZA SULLO SCIOPERO DI TUTTE LE CATEGORIE IL 28 GENNAIO 2011

(15 Gennaio 2011)

Lo sciopero del 28 01 2011 è già sciopero di tutte le categorie, ma mancano all'appello organizzazioni importanti (Cub, Usb, Slai cobas). Il successo di una singola giornata di mobilitazione non basta piu', ma questa avrà addosso gli occhi del Paese. Convergiamo oggi per chiedere a buon diritto convergenza alla Fiom domani

Ho molto apprezzato la scelta della Confederazione Cobas di “assumersi la responsabilità” ( e prima ancora della Cub Scuola Università e Ricerca) di estendere agli altri comparti del lavoro pubblico e privato lo sciopero generale del comparto metalmeccanico proclamato da Fiom-Cgil, Usb Lavoro Privato, Cobas Lavoro Privato.

Sottolineo e condivido la dizione di “assumersi la responsabilità”, poiché è evidente che grande è il rischio –e la responsabilità- di convocare in solitaria uno sciopero generale di tutti i comparti, sapendo che mancheranno all’appello pezzi importanti del mondo del sindacato conflittuale.

Mi chiedo: per quali ragioni mancano all’appello le altre confederazioni conflittuali di maggior peso (USB, CUB) e tradizione (Slaicobas)?

Mentre dalla CUB non è stato diramato alcun comunicato, USB ribadisce che sono in corso “consultazioni con le altre sigle sindacali conflittuali per uno sciopero generale da convocarsi tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2011”.

Spero di sbagliarmi, ma ho l’impressione che di fronte al baratro sindacale (la cancellazione di tutti i CCNL), che si sta portando avanti con successo ed a tappe forzate (il padronato questa volta sceglie di smantellare tutto in velocità, in un blitzkrieg di pochi mesi), sia all’opera non tanto la logica del “marciare divisi per colpire uniti” quanto quella del “tanto peggio, tanto meglio” (paghi la Fiom il suo pregresso ostracismo verso i sindacati di base conflittuali”, ma se cade la Fiom “di oggi ” cadremo tutti per chissà quanto tempo).

Quali che siano le colpe pregresse della FIOM (sostegno ai reparti confino a Pomigliano, partecipazione alla regnatela filopadronale dei Caaf, degli enti bilaterali, della previdenza integrativa privata, partecipazione allo strangolamento delle agibilità sindacali dei singoli lavoratori e delle altre organizzazioni sindacali conflittuali), l’insuccesso dello sciopero già formalmente generale (di tutti i comparti) del 28 01 2011, rischia di essere un danno oggettivo per tutti i lavoratori e le lavoratrici, e non solo per le organizzazioni sindacali di base che al momento non vi aderirebbero (Cub, Usb).

E’ altresì evidente che in qualche modo dovrà anche essere ripensata la tecnica della lotta sindacale: lo sciopero generale solenne (letteralmente, “una volta all’anno”) non crea alcun danno economico al padronato. Non sposta di un millimetro i rapporti di forza, poiché il padronato sa che ormai il movimento sindacale conflittuale si è tarato su questo plafond (1, massimo due scioperi generali pro anno). E’ evidente che si dovrà studiare come prolungare (generalizzare all’intero calendario) e rendere piu’ incisive, magari riducendone la durata e l’onere economico per gli aderenti, le fermate per sciopero. Questo naturalmente presuppone la volontà di far sul serio nel moltiplicare le fermate per sciopero.

Ciò corrisponde anche ad una elementare profilassi del diritto di sciopero. Quanto piu’ sarà agito frequentemente ed a scacchiera, a livello di singola impresa ma con riferimento ad obiettivi nazionali, tanto piu’ i lavoratori e le giovani generazioni riacquisiranno coscienza dell’incisività dello strumento dello sciopero. Tanto meno sarà un appuntamento rituale e solenne, tanto piu’ sarà difficile per le forze politiche e sindacali antioperaie portarne avanti la cancellazione sul piano normativo e pattizio, bollandolo in mala fede come un rituale inutile.

Da un punto di vista opposto, hanno tecnicamente ragione: uno sciopero generale una volta all’anno è una parodia dello sciopero.

Se collettivamente non daremo al Paese il segnale della presenza di un movimento sindacale “persistente” (oltre lo sciopero di un sol giorno) ed “infestante” (endemico a livello di ogni impresa, con fermate brevi, non preannunciate, capaci di produrre reale perdita di profitto alle aziende) non ne usciremo. Dobbiamo cioè tornare ad agire ad una dimensione di “bassa intensità”, che tale non è per chi la subisce in termini di profitto, mantenendo la cornice nazionale delle lotte, con forme di collegamento che –parafrasando Bernocchi - sconfiggano l’assurdo del marciare divisi in favore di un semplice ed efficace “marciare diversi”

Ps: l’autore di questa nota è un singolo lavoratore non aderente a nessuna organizzazione sindacale, impiegato e non operaio di linea, consapevole che all’interno del proprio luogo di lavoro (ente pubblico) soltanto poche unità parteciperanno allo sciopero del 28 01 2011. Scrive da Livorno, Toscana

G D F

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