">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Molot off

Molot off

(4 Febbraio 2011) Enzo Apicella
La rivolta in Egitto infiamma il mondo arabo

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Egitto: il regime tenta la transizione 'indolore' da Mubarak a Suleiman. Piazza Tahrir si riempie di nuovo

(8 Febbraio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Egitto: il regime tenta la transizione 'indolore' da Mubarak a Suleiman. Piazza Tahrir si riempie di nuovo

foto: www.radiocittaperta.it

08-02-2011/16:02 --- «Siamo sul percorso giusto per uscire dalla crisi», ha detto il vicepresidente egiziano Omar Suleiman, annunciando che «è stata stilata una road map chiara con un calendario per un pacifico ed organizzato trasferimento dei poteri». Suleiman ha anche annunciato che Mubarak ha istituito una commissione per emendare la costituzione: la riforma riguarda in particolare il numero delle candidature ammesse alle elezioni presidenziali, che sono previste per settembre prossimo. Mubarak, al potere da trent'anni, ha già annunciato che non correrà per un sesto mandato. "Il presidente ha firmato un decreto per l'istituzione di una commissione incaricata di sorvegliare il processo di modifiche costituzionali e i richiesti emendamenti legislativi", ha detto Suleiman dopo un incontro con Hosni Mubarak sui risultati dei colloqui con i vari partiti egiziani. Il lavoro della commissione inizierà immediatamente, ha fatto sapere Suleiman, riferendo inoltre che l'Egitto "nei prossimi giorni" istituirà una commissione indipendente per indagare sugli attacchi contro i manifestanti di cui sono accusati i gruppi pro-Mubarak. Il presidente egiziano, ha concluso Suleiman, ha inoltre detto che i dimostranti "non subiranno conseguenze legali, né restrizioni e che non sarà negato il loro diritto alla libertà di espressione".

E’ attraverso questi passaggi che il regime di Mubarak tenterà di arrivare “indenne” alla fine del mandato che scadrà a fine agosto. “Il regime si sta riorganizzando – ha detto Michele Giorgio ai microfoni di Radio Città Aperta – anche attraverso misure come l’aumento delle pensioni e dei salari dei dipendenti pubblici e la creazione di un fondo per risarcire chi è stato danneggiato dalla crisi che da due settimane travolge il paese. Il regime si sta dimostrando più solido di quanto sperasse la rivolta popolare, anche per questo si spiega l’atteggiamento degli Stati Uniti”. Il governo Usa ha infatti ammesso che sarebbe «un obiettivo complicato» per l'Egitto organizzare e celebrare subito elezioni libere e credibili. Se il presidente si dimettesse ora l'Egitto dovrebbe andare al voto nell'arco di 60 giorni, secondo quanto prevede la Costituzione egiziana; e questo porrebbe l'interrogativo se l'Egitto sia preparato ad organizzare elezioni regolari, se si tiene conto che nel passato furono «ben lontane dall'essere libere e imparziali», ha detto il portavoce dei Dipartimento di Stato, Philip Crowley che ha aggiunto: «C'è molta strada da fare per arrivare al momento in cui si possano celebrare elezioni libere e giuste, tanto per il Parlamento che per la Presidenza».

Probabilmente gli USA sperano che quella strada conduca alla presidenza proprio Suleiman, investito dal segretario di Stato Hillary Clinton a guidare la transizione dell'Egitto alla “democrazia”, uomo gradito tanto all’amministrazione Obama quanto all’establishment israeliano. Alcuni documenti riservati, resi pubblici da Wikileaks e ripresi dal quotidiano Daily Telegraph, rivelano che già nel 2008 era il candidato preferito di Israele alla successione di Hosni Mubarak. In base a tali documenti i dirigenti israeliani parlavano quotidianamente con l’attuale vicepresidente egiziano attraverso una hotline segreta con il Cairo. Suleiman avrebbe suggerito che le truppe israeliane sarebbero state «benvenute» in Egitto per fermare il contrabbando di armi ad Hamas a Gaza. E in quell'occasione, nel 2008 durante colloqui con esponenti americani, l’allora capo dei servizi segreti egiziani venne appunto citato come il candidato preferito. «Non c'è dubbio che in uno scenario per la successione non c'è candidato con cui Israele si trovi più a suo agio che con Suleiman», si legge in una comunicazione dell'agosto 2008 di David Hacham, un alto funzionario del ministero della difesa israeliano all'ambasciata statunitense a Tel Aviv.

Il potere nelle mani di Suleiman difficilmente porterà a un cambiamento come quello che da oltre due settimane chiede la rivolta popolare in Egitto. Una rivolta che non intende fermarsi come dimostra anche oggi la presenza di migliaia di dimostranti in Piazza Tahrir a chiedere le dimissioni del presidente Mubarak, nel quindicesimo giorno di protesta nel paese africano. Su internet il movimento del 6 aprile ha lanciato un nuovo appello per una manifestazione di massa: "Nessuno - si legge sul sito online - può fermarci. Lo facciamo per il nostro paese". A rianimare piazza Tahrir anche la liberazione di Wael Ghonim, attivista e blogger, responsabile locale di Google, che secondo alcuni sarebbe stato il creatore di una delle pagine di Facebook all’origine delle proteste egiziane. Rilasciato ieri, dopo quasi due settimane trascorse in un carcere, in un’ intervista alla televisione privata egiziana ‘Dream tv’, Ghonim ha denunciato di essere stato rapito senza alcun valido motivo, ha detto di non essere stato maltrattato, ma tenuto bendato e interrogato sulla presenza di eventuali attori esterni che starebbero manovrando le proteste. “Ma la protesta è stata spontanea e volontaria - ha sottolineato Ghonim - perfino quando i Fratelli musulmani hanno deciso di prendervi parte, è stata una loro decisione. Questa rivolta appartiene ai giovani egiziani”. Intanto Human Rights Watch ha diffuso un bilancio provvisorio dei primi 15 giorni di proteste, in cui si parla di 297 morti. Dati per ora non confermati dalle autorità egiziane.

Mila Pernice, Radio Città Aperta

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Il Mondo Arabo in fiamme»

Ultime notizie dell'autore «Radio Città Aperta - Roma»

3087