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Il Pentagono accelera i lavori per un'eventuale seconda fase del Plan Colombia

Implicherebbe un intervento armato contro le FARC e l'ELN nel giro di alcuni mesi

(21 Gennaio 2004)

A poco a poco l'esercito statunitense consolida l'occupazione militare dell'Ecuador

In maniera silenziosa e senza sparare un sol colpo, l'occupazione militare dell'Ecuador da parte del Pentagono statunitense è in via di consolidamento. L'accelerato adeguamento di basi militari e centri di spionaggio e l'addestramento di corpi d'élite controinsorgenti, segnano un just-in-time di fronte ad un eventuale lancio della seconda fase del Plan Colombia: un intervento armato multinazionale contro le guerriglie delle FARC e dell'ELN, previsto per i primi mesi del 2004.

Al controllo della base aeronavale di Manta -ubicata sul Pacifico ecuadoriano ad un'ora di volo dalla frontiera con la Colombia- che è rimasta completamente sotto la giurisdizione del Comando Sud, SouthCom, delle Forze Armate degli Stati Uniti, si sommano la mercenarizzazione delle attività operative chiave della Forza Aerea e dell'Armata di Guerra locali, che sono state cedute all'impresa Dyncorp, subappaltatrice del Pentagono, la collocazione di tre centri logistici surrogati di Manta nelle province di Guayas, Azuay e Sucumbíos, in via d'esecuzione, e la militarizzazione della polizia ecuadoriana che viene addestrata dal FBI in pratiche "antiterroriste".

Le visite che hanno realizzato nel paese andino alla fine dell'ottobre del 2003 il generale Wendell L. Griffin, direttore di Pianificazione e Strategia del Comando Sud, e l'inviato speciale degli Stati Uniti per le Iniziative dell'Emisfero Occidentale, Otto Reich, sembrano indicare che Washington sta accelerando i preparativi per scatenare scontri militari in territorio colombiano e che l'Ecuador, col consenso subordinato del presidente Lucio Gutiérrez, ormai colonnello in congedo, svolgerà una funzione simile a quella rivestita dall'Honduras nella guerra di Ronald Reagan contro il Nicaragua sandinista: la portaerei degli Stati Uniti in una guerra d'aggressione non dichiarata.

Manta, centro di spionaggio regionale

Il Comando Sud, uno dei cinque comandi unificati del Pentagono, ha un'area di competenza che include 19 paesi dell'America Latina ed i Caraibi, con l'eccezione della Guayana Francese e del Messico, incorporato de facto nel Comando Nord. Tra il 1903 e il 1999, la sede del SouthCom è stata nella Zona del Canale di Panama; ma in virtù degli accordi Carter-Torrijos (1977), gli Stati Uniti hanno dovuto abbandonare il 31 dicembre 1999 la Base Howard e la rete d'installazioni militari (apparecchiature d'intelligence, radar ed antenne satellitari) ubicate nel paese del canale, e spostare il Comando Sud a Miami, in Florida.

A partire dall'anno 2000 il Pentagono ha disegnato un nuovo schema di controllo militare subregionale, attraverso le cosiddette postazioni avanzate operative (FOL, acronimo in inglese), che utilizza infrastrutture aeronavali a Comalapa (El Salvador), Aruba e Curazao e Manta. I FOL sono stati progettati come centri di "mobilità strategica" ed impiego di "forza decisiva" in guerre lampo, basati su truppe aerotrasportate di spiegamento rapido.

Nel luglio dello stesso anno, la base militare di Manta è diventata il principale centro di spionaggio elettronico con tecnologia satellitare del Pentagono nell'America del Sud. Da lì partono ogni giorno, per la ricognizione di routine, aerei spia Orion C-130 dell'Armata degli Stati Uniti. Attualmente la base ospita 162 ufficiali statunitensi e 231 impiegati, quasi tutti ex-militari, della corporation multinazionale Dyncorp, con sede centrale a Reston, Virginia, che è anche la sede del Pentagono.

All'impresa statunitense, che nel 2002 ha avuto utili di 10 miliardi di dollari, sono state subappaltate dal Pentagono operazioni di fumigazione (delle coltivazioni illecite) del Plan Colombia. Ma a Manta s'incarica, inoltre, dei servizi amministrativi e logistici della base (manutenzione ed appoggio tecnico di aviazione), ed offre tecnologia informatica. Secondo il colonnello Jorge Brito, stratega militare ecuadoriano, i "tecnici" della Dyncorp in Colombia ed a Manta -che godono d'immunità diplomatica- sono legati allo spionaggio: "non utilizzando l'uniforme, possono realizzare lavori d'intelligence operativa e strategica. Operativa perché si muovono tranquillamente per il territorio, e strategica perché possono accedere a dati per la pianificazione militare".

All'inizio del novembre 2003 è venuta pubblicamente alla luce l'esistenza di un accordo-quadro "confidenziale", che agevola l'esecuzione di progetti tra la Dyncorp e la Direzione delle Industrie Aeronautiche della Forza Aerea Ecuadoriana. In base a fonti militari, citate dal quotidiano El Comercio di Quito, l'accordo non era di conoscenza della Giunta della Difesa Nazionale né del ministro competente; la situazione evidenzierebbe che all'interno delle alte sfere militari locali esistono soggetti in divisa affezionati al Plan Colombia ed alla politica regionale del Pentagono.

Il polemico accordo, che "ha scavalcato" l'approvazione del Congresso locale, accredita i militari del Comando Sud in Ecuador ed i dipendenti della Dyncorp come membri della missione diplomatica degli Stati Uniti nel paese. Oltre a godere d'immunità, i lavoratori della Dyncorp non pagano tasse fiscali né doganali, usano veicoli senza targhe e, in caso di problemi legali, possono essere giudicati soltanto da tribunali statunitensi.

La frontiera calda tra il Putumayo e Sucumbíos

Quando il generale Wendell L. Griffin si era recato in Ecuador i giorni 17, 18 e 19 ottobre 2003, aveva visitato Quito e Manta sotto strette misure di sicurezza. Era anche andato a Nueva Loja, nel Sucumbíos, dove è stato ricevuto dal comandante della Brigata di Selva 19 di Napo, colonnello Ernesto González. Lì, vestendo l'uniforme verde mimetica, Griffin aveva ricevuto dal capo della IV Divisione dell'Esercito dell'Ecuador, generale Gustavo Tapia, le mappe della calda frontiera amazzonico-settentrionale che confina col dipartimento colombiano del Putumayo, controllato dalle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC-EP).

Il 5 settembre 2003, il cancelliere ecuadoriano Patricio Zuquilanda ha sottoscritto un "accordo segreto" con il responsabile commerciale degli Stati Uniti a Quito, Arnold Chacón, mediante il quale si concede al Comando Sud la facoltà di costruire e dirigere tre "centri d'immagazzinamento" per offrire assistenza alla popolazione danneggiata dalle calamità naturali causate dal "fenomeno del Niño". Uno sarà posizionato nella provincia di Guayas, in prossimità dell'Oceano Pacifico, il secondo nell'Azuay, sulle Ande, ed il terzo nel Sucumbíos.

Secondo ex-ministri e congressisti ecuadoriani, l'accordo è anticostituzionale.

Miguel Morán, dirigente del movimento Tohalli, ha dichiarato: "l'Ecuador è ormai una base degli Stati Uniti. Non c'è solo Manta, nell'Amazonía hanno inaugurato sette distaccamenti militari ed ora cercano porti chiave. La costruzione dei centri logistici è una cortina fumogena per dissimulare l'aspetto militare".

Il ruolo dell'Ecuador come portaerei degli Stati Uniti nel cuore dell'America Latina, relativo alla seconda fase del Plan Colombia, è stato irrobustito dopo gli attentati terroristici del 11 settembre 2001 a Washington ed a New York. Da allora, il numero delle agenzie di sicurezza, gli stanziamenti, i militari ed i "tecnici" assegnati dagli Stati Uniti all'Ecuador è andato aumentando. Nel 2001 Washington ha assegnato 2 milioni di dollari alla sua ambasciata a Quito. Nel 2002 la cifra é salita a 25 milioni, e nel 2003 a 37. Una delle principali beneficiarie è stata la polizia, nell'ambito di un pacchetto di aiuti "non militari".

Washington può contare su sette uffici di sicurezza in Ecuador: l'Ufficio Incaricato della Difesa (DAO), l'Agenzia Antidroga (DEA), il Gruppo Consultivo e di Aiuto Militare (MAAG), il Dipartimento della Sicurezza Interna, l'Agenzia Nazionale di Sicurezza (NAS), l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) ed i Corpi di Pace; organismi, questi ultimi due, che sono stati tradizionalmente usati per dare protezione alle azioni coperte dell'Agenzia Centrale d'Intelligence (CIA). A tutti questi si aggiungono le attività del Comando Sud, che gestisce i propri piani in modo autonomo.

Militarmente, dunque, l'Ecuador è già "a punto". la Sua funzione sarà chiave nell'obiettivo della Casa Bianca di regionalizzare il conflitto colombiano. Come dice l'ex-cancelliere ecuadoriano Alfonso Barrera, che qualcosa ne saprà, "il conflitto è entrato nel nostro territorio dalla finestra". Barrera, che aveva chiesto a Lucio Gutiérrez di giocare un ruolo più indipendente da Washington, ha avvertito che "gli Stati Uniti non trattano bene quelli che mostrano sottomissione".

Di CARLOS FAZIO, tratto da La Jornada

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