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(3 Febbraio 2016)
La rivista Semana di recente ha denunciato l'esistenza di un “cartello del reintegro”, costituito da giudici, procuratori, avvocati e lobbisti che si adoperano per reintegrare e indennizzare ufficiali e sottufficiali delle Forze Militari condannati per narcotraffico, paramilitarismo, intercettazioni illegali, ecc.
Negli ultimi due anni, oltre 5000 uomini in divisa coinvolti in delitti sono stati congedati; di questi, ben 1800 hanno visto le sentenze
ribaltate, riottenendo i gradi perduti e la fedina penale pulita.
Secondo quanto riferito dal settimanale, i servigi del “cartello del reintegro” costano fino a 300 milioni di pesos (circa 82.000 euro), a seconda del grado del militare o poliziotto sotto processo. Gli indennizzi che lo Stato, in funzione delle sentenze manipolate, è costretto a versare agli imputati, rimborsano il cartello e permettono di alimentare l'intera catena.
L'impunità, da sempre garantita ai militari e poliziotti al servizio di oligarchia e multinazionali, si perpetua grazie agli innumerevoli intrecci ed alle complicità occulte fra un sistema politico putrefatto e un sistema giudiziario tutt’altro che imparziale. Solo la disarticolazione dello Stato colombiano, e una sua rifondazione su nuove basi, permetterà di districare questo intreccio e ristabilire la giustizia. E per ottenere questo risultato, lo strumento è, e resta, l'Assemblea Costituente.
Tuttavia, avverte la guerriglia, “si rende necessario accordare nuove misure che approfondiscano e consolidino questo processo di riduzione di intensità del conflitto, affinché sia ogni volta più remota la possibilità che questo sforzo possa essere vanificato”.
Associazione Nazionale Nuova Colombia
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