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I furbetti del quartetto

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(25 Settembre 2011) Enzo Apicella
Usa, Russia, UE e Onu cercano di rinviare la richiesta di riconoscimento della Palestina alla fine dei "negoziati di pace".

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Attesa per lo scambio di prigionieri

Tra martedì e mercoledì il soldato Ghilad Shalit dovrebbe essere liberato e portato da Gaza in Egitto, in cambio della scarcerazione dei primi 477 dei 1027 detenuti politici palestinesi indicati nell'accordo Hamas-Israele. Potrebbe avere fine la pratica dell'isolamento nelle carceri israeliane

(16 Ottobre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Attesa per lo scambio di prigionieri

foto: nena-news.globalist.it

EMMA MANCINI

Gerusalemme, 16 ottobre 2011, Nena News - Hamas ha fatto sapere che la Croce Rossa non sarà coinvolta: il caporale israeliano, prigioniero a Gaza dal 2006, dovrebbe essere rilasciato al confine tra la Striscia e il Sinai egiziano. Da lì, sarà condotto probabilmente al Cairo per le prime visite mediche e poi spedito in Israele.

La sua liberazione avverrà solo dopo il rilascio del primo gruppo di prigionieri: probabilmente 477, comprese 27 donne. Gli altri 550 prigionieri palestinesi verranno liberati entro i prossimi due mesi. Nei Territori Occupati non si placano i timori sulle sorti di coloro che otterranno la libertà. Nelle prime ore dopo l’accordo, Yoram Cohen, capo dei servizi israeliani, aveva chiaramente parlato di “mani libere” per Israele: Tel Aviv potrebbe in qualsiasi momento prevedere restrizioni alla loro libertà di movimento per ragioni di sicurezza.

A rispondere a Cohen è stato ieri l’ufficiale di Hamas, Osama Hamdan, ha precisato i dettagli dell’accordo: Israele ha il dovere di non danneggiare in alcun modo i 1.027 prigionieri che saranno liberati in cambio di Shalit. Quello che pare esserci di certo sono le loro destinazioni: 40 saranno mandati in esilio in Turchia, mentre 163 residenti in Cisgiordania finiranno nella Striscia di Gaza.

Qualcosa si muove anche per i prigionieri palestinesi che rimarranno nelle carceri israeliane. In pieno sciopero della fame, ormai giunto alla sua terza settimana, le autorità israeliane hanno reso noto che porranno fine all’isolamento per tutti coloro che vi sono confinati, con l’eccezione di tre detenuti affiliati di Hamas.

A renderlo noto è stato ieri Qadura Fares, capo della Palestinian Prisoners Society: l’amministrazione carceraria avrebbe annunciato la fine alla politica delle celle d’isolamento, celle da 2,5 metri per 2,5, dove i detenuti non possono ricevere visite, libri, giornali, radio e tv. Una decisione che dovrà passare per l’approvazione dei servizi di sicurezza interni, lo Shin Bet, che però sembrerebbe propenso a dare il suo assenso. Con l’eccezione di tre detenuti affiliati ad Hamas. Attualmente sono oltre venti i prigionieri palestinesi costretti in isolamento.

Sul versante israeliano, le reazioni all’accordo sono discordanti. Mentre il 69% dei cittadini d’Israele si dice contento per lo scambio di prigionieri, c’è chi si muove per fermare la liberazione dei 1.027 palestinesi detenuti. Sono le famiglie delle vittime degli attentati che presenteranno in questi giorni all’Alta Corte di Giustizia di Israele una petizione contro il rilascio dei palestinesi coinvolti negli attacchi. Nena News

Nena News

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