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(6 Maggio 2004)
CHIUDERE LE BASI DELLA MORTE!
Mai come in questi ultimi anni si è attuata, in Italia, una politica di riarmo e d'asservimento dei territori alle attività della guerra, mettendo a repentaglio la salute e la sicurezza delle popolazioni.
Un esempio evidente si riscontra nei recenti lavori di potenziamento strutturale e ammodernamento realizzati alla base militare di Pisignano/SanGiorgio: la pista è stata allargata a 45 metri, è stato installato un sistema elettronico che permette gli atterraggi automatici in caso di bassa visibilità, trasformando l'aeroporto in uno dei più grandi e attrezzati del nord Italia e dell'Adriatico, per sovrappiù questa base si fa carico della "sorveglianza aerea" della Slovenia e quasi nessuno ne parla.
E' chiaro che il potenziamento di questa e d'altre basi italiane, che si affacciano sul versante adriatico, rispecchiano l'idea secondo cui il Mediterraneo non è più il fianco sud della nato, ma il suo fronte.
E' in questa situazione generale che il nostro territorio, attraverso il potenziamento già effettuato della base, è diventato teatro di vere e proprie operazioni militari.
Da questo aeroporto sono partiti gli aerei utilizzati nella guerra d'aggressione all'ex-Jugoslavia.
Le armi, poi, uccidono anche quando non sono usate, perché assorbono ingenti risorse finanziarie, naturali, tecnologiche, sottraendole ad altri usi, e contribuendo a fare crescere l'insicurezza alimentare e la minaccia per gli equilibri ecologici.
Su 532 milioni di euro per le missioni militari all'estero, ben il 41% è destinato a quella in Iraq, mentre le missioni militari effettivamente dell' ONU impiegano solo 80 soldati su 10.000 impegnati nelle missioni e meno dell '1% dei fondi previsti.
La gran parte dei fondi e delle missioni militari "sostanziose" non sono dell'ONU ma della NATO o su basi bilaterali e multilaterali tra vari Stati.
Soldi tolti allo stato sociale, recuperati dai sacrifici che ci impongono in nome di un'Europa competitiva ed investiti in eserciti professionali e per assoldare mercenari. Nascondersi dietro le missioni dell'ONU per non votare contro il finanziamento delle missioni militari è dunque un grande inganno.
Essere contro la guerra è innanzi tutto essere contro le strutture che la fanno: le basi militari.
Il miglior modo per esprimere solidarietà alla resistenza irachena e contrastare la guerra mondiale per il possesso delle risorse è chiedere la chiusura della basi USA e NATO per non essere complici del genocidio e la rapina che i governi di destra e di "sinistra" stanno praticando dall'invasione della Jugoslavia ad oggi.
Uccidono, bombardano, torturano, depredano...
NOI NON CI STIAMO
Contro la guerra interna, fatta di attacchi ai salari e alle pensioni e di criminalizzazione dell'immigrazione e di qualsiasi forma di dissenso, e la guerra esterna fatta da bombe imperialiste europee e statunitensi.
Per la chiusura della base NATO di Pisignano e la sua riconversione a struttura della protezione civile.
Stop alle spese militari e alle politiche di guerra.
Ritiro delle truppe italiane dall'Iraq e dalle altre missioni estere.
Con la resistenza dei popoli all'oppressione, allo sfruttamento, al colonialismo, all'imperialismo, al capitalismo.
Promuove: Collettivo Red Ghost, Laboratorio Sociale, Rete regionale Anticapitalista e Antimperialista
per contatti ( claudio 0544404475 alesandro 3207077435 )
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