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Risorgete Partigiani greci

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(25 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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Una proposta che non si puo’ rifiutare

Ogni contenuto ha la sua forma, e non esistono contenuti indifferenti alla forma. Nè viceversa.

(3 Febbraio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Una proposta che non si puo’ rifiutare

foto: www.radiocittaperta.it

Dante Barontini*

Come per le pensioni, si è presentata al tavolo con un atteggiamento degno di "don" Vito Corleone, mitico padrino della saga di Scorsese. La battuta, che riprendiamo come titolo sull'esempio convincente de "il manifesto", veniva pronunciata ogni volta che si doveva ricattare pesantemente qualcuno. Fino a mettergli una testa mozza di cavallo nel letto in cui sta dormendo, magari.

La signora Fornero è una piemontese cortese, quindi - se dobbiamo credere ai proverbi popolari, costituzionalmente "falsa". Le frasi che infila per infiorettare di gentilezza la sua macelleria sociale e giuridica farebbero incazzare anche un frate col voto del silenzio. Ma è stata mandata lì per quello. Va combattuta ogni giorno, ma sta facendo il suo sporco lavoro.

Chi invece non si capisce proprio cosa ci stiano a fare sono i sindacati confederali. Capiamo l'adorazione subalterna per le "compatibilità", il capo chino davanti al disastro dei conti pubblici, l'arrendevolezza intellettuale (i tre segretari non brillano per studi) verso dei "professori", ma almeno un briciolo d'orgoglio professionale era lecito attenderselo. In fondo, sono o non sono i "leader" di organizzazioni che vantano milioni di iscritti (i quali versano centinaia di milioni l'anno in quote)?

Quindi la "forma" in cui il ministro Fornero ha insaccato la "trattativa" sulla cosiddetta riforma del mercato del lavoro rivela - anche prima di esplicitarli - contenuti pessimi.

Entrare in un palazzo del governo e sentirsi dire "se ci state, bene, altrimenti faremo senza di voi" è un insulto alle persone, alle istituzioni che si rappresentano, ai milioni di lavoratori e pensionati che vi mantengono. Alzarsi e dichiarare sciopero - o almeno manifestazioni di protesta - era il minimo sindacale.

Sappiamo la vostra risposta: questi tre non sono leader di nulla. Sono semplici appendici di un sistema di potere che ha piegato il sindacato italiano al proprio servizio. Restano isole piccole e grandi fuori da questo asservimento.

Di lì parte la ricostruzione di una rappresentanza sociale autonoma dai desiderata delle imprese, che agisce il conflitto come normale fisiologia sociale (non c'è alcun diritto garantito per sempre se non difendi ogni giorno il tuo interesse sociale, come insieme, come "classe").

Ma queste tre icone dell'asservimento si sono messe stavolta in una posizione terribilmente chiara. La preghiera di Bonanni ("il governo sia più cauto, con le parole e con le azioni") è più un parere da "consigliori" di don Vito, che non una sortita da sindacalista. Questo è. Questo bisogna cambiare.

Contropiano

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