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(3 Giugno 2012)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org
foto: www.caunapoli.org
di Neve Gordon
da counterpunch.org
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Una piccola storia di vita quotidiana da Israele. Dove anche avere un cognome palestinese può essere un ostacolo per le normali attività che portiamo avanti tutti i giorni. Questo ce la dice lunga sul razzismo di cui è imbevuta la società israeliana. Alla faccia della tolleranza e dell'apertura, sempre celebrati come valori caratteristici dell'entità sionista.
La moglie di un mio amico ha vinto un dottorato presso la McGill University di Montreal. Hanno deciso di trasferirsi in Canada con i loro due bambini più o meno quando mi era stata offerta una borsa a Princeton e ho deciso di andare in New Jersey con la mia famiglia per un anno.
Sperando di affittare i nostri appartamenti mentre saremmo stati fuori, entrambi abbiamo postato avvisi sul sito più popolare di Israele.
Io ho ricevuto circa 5 chiamate al giorno ed ho trovato un affittuario in un paio di settimane.
Il mio amico ha invece ricevuto solo 3 telefonate in quattro settimane e nessuno di quelli che hanno chiamato è andato a vedere l'appartamento.
Pochi giorni fa ha rimosso l'avviso e ne ha postato uno nuovo; solo che stavolta ha cambiato il suo nome da Hussein a Rami. Rami è un nome etnicamente indeterminato – può essere sia ebreo che palestinese – ma non ci sono ebrei chiamati Hussein.
In tre giorni “Rami” ha ricevuto circa 30 telefonate e sei persone sono andate a vedere la casa. Si aspetta di firmare un contratto con uno di loro domani.
In Israele, se sei palestinese e vuoi affittare un appartamento, a volte, per citare in maniera scorretta Arthur Miller, devi vivere senza il tuo nome.
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Neve Gordon is un attivista israeliano e autore del libro "l'Occupazione di Israele (University of California Press, 2008)
Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli
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